BEMBO, Pietro
Nacque a Venezia il 25 giugno 1656 da Francesco di Marco e da Caterina di Marco Corner.
Nel 1684 il B. s'imbarcò come "verituriero" sulla nave del capitano straordinario delle navi Alessandro Molin e più volte prese parte a sanguinosi scontri contro i Turchi, in particolare alla vittoriosa conquista di Corone nel, 1685. Agli inizi del 1686 il Senato gli affidò - era ormai nobile d'armata - la direzione di un numeroso convoglio che recava, fra l'altro, al grosso della flotta circa 80 mila zecchini e 5 mila ducati.
Nel maggio del 1686 il capitano generale Francesco Morosini gli affidò con la soprintendenza di Prevesa, il provveditorato straordinario di Santa Maura (Leucade), due anni prima sottratta al Turco. Incombenza di una certa responsabilità questa dei B., che, tra il giugno del 1686 e il luglio del 1688, non mancò di ragguagliare meticolosamente il Senato sul proprio operato.
Il B. dà così notizia della costruzione di una "cisterna capace d'acqua per 6 mesi ad un numeroso presidio", tale quindi da assicurare l'approvvigionamento anche in caso di lunga siccità, dell'erezione di "un ospitale abile al commodo ricovero di ottanta infermi", del reclutamento e dell'addestramento di "un corpo di trecento giovani" dei luogo, della "ristaurazione delle chiese per propagar la religione e il culto divino", con speciale riguardo, naturalmente, al "rito romano", dell'opera di vigilanza costiera, dell'attività del nemico, delle fortificazioni. Compiaciuto, annota come, grazie all'amministrazione sia pure affrettata della giustizia e alla propaganda religiosa, gli abitanti vadano "deponendo una specie di barbarie contratta sotto il giogo della tirannide ottomana, già mostrano di ricevere con soddisfazione le primiere instruzzioni d'una vita civile". Ma ciò che maggiormente assorbì le energie del B. fu la preparazione di un accurato catasto dei beni già turchi da devolversi "al pubblico patrimonio" - rilevamento non facile per la "sagacità dei greci" che, approfittando della mancanza di documenti, tendevano a minimizzarli - e, separatamente, "degli averi dei greci". Dal punto di vista finanziario, il B., preoccupato di ricavare il più possibile dall'isola in favore della Repubblica, dopo aver introdotto particolari forme di tributo - un "erbadego" per chiunque pascolasse nei campi già dei Turchi, un dazio sul vino venduto al minuto - cui si aggiungevano le decime dell'olio e del vino, delle biade, e le affittanze dei beni devoluti alla Serenissima, preferì in seguito, accordandosi direttamente con gli isolani, unificare il più possibile dette contribuzioni: "che l'isola tutta di Lefcade ... allegerita dalle decime [del vino, dell'olio, delle biade] et altri aggravii espressi [erbatico, sulle api, cera, acquavite], obbligata restasse a sborsar lire ottanta mille all'anno per cinque anni, come pure di soggiacere ai dacii non dichiariti nella conventione".
Il clima però non era favorevole alla salute del B., per cui, già il 24 luglio 1687, supplicava dal Senato "con l'elettione del successore il più pronto sollievo per sopravivere al ristoro della sanità nella patria opure, se Dio signore disponesse altrimenti, ad essere collocato tra le ceneri de' maggiori". Nell'agosto-settembre di quell'anno scoppiò un'epidemia che, "obbligato a letto tutto il presidio", gli fece morire "sotto gli occhi poco meno di 900 persone" ; ed egli stesso rischiò di soccombere, come già il suo predecessore Vettor Giustinian. Sostituito da Geronimo Priuli, poté, nel 1688, tornare in patria. A Venezia divenne membro dei Pregadi. A detta del Gasperi, fu uomo di cultura; la morte, sopravvenuta nel 1743, gli impedì di realizzare un'edizione organica e completa delle opere del suo più famoso antenato, il cardinal Pietro, che da tempo progettava.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Senato. Lettere di provveditori da terra e da mar, ff. 866, 880; Ibid., M. Barbaro, Arbori de' patritii veneti, I, p. 331; Ibid., G. A. Cappellari Vivaro, Il Campidoglio veneto, I, p. 295; Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 3525, G. P. Gasperi, Catal. della biblioteca veneta, I, p. 124; Successi delle armi venete in Levante, Venetia 1686, p. 56; A. Locatelli, Racconto historico della veneta guerra in Levante, Colonia [ma Venezia] 1691, I, pp. 93, 186, 198, 201, 319; II, pp. 65 s.