BENESSA (Beneša), Pietro
Nacque a Ragusa (Dalmazia) nel 1586, da Stefano, appartenente al patriziato cittadino. A Ragusa ricevette i primi elementi di educazione letteraria, quindi studiò filosofia e teologia per sette anni nel Collegio Romano, addottorandosi infine in diritto civile e canonico a Bologna.
Tornato a Ragusa, fu ordinato sacerdote il 24 sett. 1611, quando era già al servizio dell'arcivescovo F. Tempestivi in qualità di vicario. Sotto il successore dei Tempestivi, V. Lanteri, fu inviato a Roma per rappresentare il capitolo raguseo in una causa contro l'arcivescovato. In rapporti di vecchia amicizia con Lorenzo Magalotti, nel 1623 fu da questo, divenuto segretario di stato di Urbano VIII, chiamato nel numero dei suoi sostituti: da allora il B. rimase sempre nella segreteria di stato con attribuzioni mai troppo ben definite. Inizialmente il Magalotti gli riservò un ruolo eminente tra i sostituti, affidandogli con discreta autonomia la corrispondenza con le nunziature di Madrid, Parigi, Colonia, Venezia e Svizzera, e lasciandosi spesso rappresentare da lui nelle udienze pontificie e nei rapporti con il cardinal nepote Francesco Barberini, di cui il B. fu anche segretario privato nel periodo 1626-27 e poi nuovamente dal 1630; ma dal maggio 1627 il B. fu sostanzialmente esautorato da Lorenzo Azzolini, al quale Urbano VIII affidò dapprima la compilazione dei dispacci di stato e poi, dopo l'allontanamento del Magalotti nel 1628. l'effettiva direzione della segreteria. Morto l'Azzolini nel 1632, il B., che il 24 luglio 1630 aveva ottenuto la "licentia se immiscendi in criminalibus", ebbe per circa due anni la direzione della segreteria di stato, con compiti tuttavia meramente subalterni nei confronti del cardinal nepote. Nominato segretario di stato nel novembre 1634 F. A. Ceva, il B., che due anni prima aveva ottenuto il titolo di cameriere d'onore in abito paonazzo, ritornò a compiti del tutto esecutivi. Nel 1636 fu nominato capo di segreteria di Marzio Ginetti, inviato come cardinal legato alla conferenza di pace di Colonia; redasse anche l'istruzione per il legato, il quale tuttavia, come il B. lamentava poi in una relazione ad Urbano VIII (Bibl. Apostolica Vaticana, Ottob. lat. 2612), "non la lesse proprio mai". Stanco della scarsa confidenza che gli mostrava il Ginetti, il B., adducendo motivi di salute, invocò ripetutamente il ritorno, ottenuto finalmente nel giugno del 1639.
A Roma riprese il suo posto presso il Ceva, a quanto pare con qualche maggiore responsabilità: ottenne infatti la direzione della corrispondenza con le nunziature di Colonia e Vienna, prese parte alle congregazioni plenarie, mantenne i rapporti con gli altri dicasteri, ricevendo in proposito istruzioni dirette dal papa e da Francesco Barberini. Tra le sue incombenze minori era anche quella di agente della repubblica di Ragusa. Collaborò anche alla preparazione del messale glagolitico dei Levakovid del 1631 e forse anche a quella del lezionario croato destinato a Ragusa del 1632.
Il B. morì a Roma nel maggio del 1642.
Fonti e Bibl.: Bibl. Apostolica Vaticana, Ottob. lat. 2483, ff. 1-50: S. Gradi, Vita Petri Benessae; Ottob. lat. 2612, Var. lat. 6916; 6927; 6929; 7852, ff. 416-421; Misc. Arm. II, n. 122; S. Gliubich, Diz. biogr. degli uomini illustri della Dalmazía, Vienna-Zara 1856, pp. 27 s.; E. Fermedžin, Listovi o izdanju glagolskih crkvenih knjiga i o drugih književnih poslovih u Hrvatskoj od god. 1620-1648, Starine XXIV, Zagreb 1891, pp. 18, 25 s.; L. Jelič, Fontes historici liturgiae glagolito-romanae, Veglae 1906, pp. 27 s.; D. Körbler-V. Bogišić, Abatis Stephani Gradii Ragusini ad Consilium Rogatorum reipublicae ragusinae, in Mon. spectantia hist. Slav. merid., XXVII, Zagrabiae-Zagreb 1915, pp. 1-3, s, 6, 88, 93, 272, 279; L. Pastor, Storia dei Papi, XIII, Roma 1931, pp. 265, 297, 492, 496; I. Dujčev, Avvisi di Ragusa, in Orientalia Christiana Analecta, CI (1935), pp. XII s., 12; M. Brlek, Rukopisi knjižnice Male Braće u Dubrovniku, Zagreb 1952, pp. 20, 214; K. Repgen, Die Hauptinstruktion Ginettis für den Kölner Kongress 1636, in Quellen und Forsch. aus Italienischen Archiven und Bibliotheken, XXXIV (1954), pp. 250-287; A. Kraus, Das päpstliche Staatssekretariar unter Urban VIII, in Römische Quartalschrift für christl. Altertumskunde und für Kirchengeschichte, XXIX (1964), pp. 82-90 e passim.