BERCICH, Pietro
Scultore e architetto dalmata, ricordato come "Petrus magistri Georgii de Barberio", cioè di Bribir, nato intorno al 1430. Documenti d'archivio lo ricordano nell'agosto 1453 come aiutante di Andrea Alessi nella costruzione della cappella della famiglia Cernotta nella chiesa dei francescani, S. Giovanni Battista, ad Arbe. In Sebenico, di cui divenne cittadino nel 1455, lo troviamo assieme ad A. Alessi e a Giovanni di Pribislavo a lavorare nel duomo, sotto la direzione di Giorgio da Sebenico. Nello stesso anno si impegnò a costruire "una balconata con colonna" (una bifora) per la casa di ser Bartolo Sporcich, quindi con l'Alessi restaurò il campanile della cattedrale di Spalato. Nel 1457 sposò Simonetta figlia di Floriano di Pietro da Sebenico; tra il 1457 e il 1476 abbiamo notizia d'una sua bottega di lapicida nella quale lavorarono parecchi scolari: Biagio Radiščev (1460), Tommaso di Bartolo (1472), Giorgio di Rado (1475) e Martino di Cosma (1476). Gli sono perciò attribuiti i graziosi portali delle case Protti (1459), Ciccara e Rachich, tutte di Sebenico. Nel 1459 a Pago stipulò insieme con Matteo Stoislaflich un contratto, impegnandosi a fornire vari lavori di scultura per il duomo e per il palazzo vescovile, che si costruivano secondo il progetto di Giorgio da Sebenico. Nel luglio 1472 il B. stipulava un contratto col vescovo di Zara Maffeo Vallaresso (il quale nutriva ambiziosi progetti artistici e intendeva chiamare a lavorare nel suo palazzo Donatello) per la demolizione e la costruzione d'una nuova facciata della chiesa di S. Maria Maggiore, col compenso cospicuo di 800 ducati d'oro. Di tale facciata, demolita un secolo dopo per far posto ai bastioni della cinta muraria, rimane solo un pilastro d'angolo nella cappella di S. Simeone, recante il caratteristico motivo della nicchia scanalata a conchiglia. Ancora a Zara il B. fu probabilmente il costruttore dell'episcopio del Vallaresso, non più esistente, e di varie palazzine nello stile di transizione tra il gotico veneziano e il rinascimentale: palazzo Nassi e un'altra casa Nassi, di cui restano al Museo un portale datato al 1486 e un davanzale.
Il B. morì intorno al 1486.
Bibl.: L. Fondra, Istoria della insigne reliquia di S. Simeone, con note e aggiunte di C. F. Bianchi, Zara 1855, p. 168; V. Molé, Urkunden am Regesten zur Geschichte der dalmatinischen Kunst aus dem Notariatsarchiv von Sebenico, in Jahrbuch des kunsthistorischen Institutes der k.k. Zentral Kommission für Denkmalpflege, VI (1912), p. 151; A. Dudan, La Dalmazia nell'arte italiana. Venti secoli di civiltà, I-II, Milano 1921-1922, pp. 140, 144, 181, 183, 249, 262 s., 317; G. Praga, Documenti intorno ad Andrea Alessi, in Rass. marchigiana, VIII (1929-30), pp. 5, II (doc. 5, 12 ag. 1453); C. Fisković, Nekoliko dokumenata o našim starim majstorima, in Vjesnik za archeologiju i historiju dalmatinsku, 1949, pp. 197-199, 214.