BERNINI, Pietro
Scultore e pittore. Nacque a Sesto Fiorentino il 6 maggio 1562, morì a Roma il 29 agosto 1629. Iniziò la sua vita d'artista come pittore, istruito nell'arte prima dal Sirigatti, poi dal cavalier d'Arpino, cioè in ambiente di puro manierismo; con Antonio Tempesta dipinse nel palazzo Farnese di Caprarola e per Scipione Borghese restaurò sculture antiche. Nel 1584 andò a Napoli, dove lo si trova cinque anni dopo collaboratore di Michelangelo Naccherino, seguace di Giambologna, occupato in opere prevalentemente decorative come i mostri marini della Fontana Medina o del Nettuno in piazza Bovio (1600); le statue della Fontana dell'Immacolatella a S. Lucia (1601), le statue della Carità e della Sicurezza sulla facciata della cappella del Monte di Pietà (1601), le quattro statue della cappella Ruffo nella chiesa dei Gerolamini (1603-05); forse suo ultimo lavoro a Napoli fu il gruppo della Vergine col Bambino e S. Giovannino (1605?) cominciato dal Naccherino e rilavorato nel 1624 da C. Fanzaga, ora nel museo napoletano di S. Martino. Tornato nel 1605 a Roma, dove l'aveva chiamato Paolo V, si mise a lavorare col gruppo di scultori lombardi che erano al servigio del papa; è del 1606-11 il suo rilievo marmoreo dell'Assunzione di Maria nella cappella del Battesimo in S. Maria Maggiore, del 1611 l'altro dell'Incoronazione del papa e le quattro cariatidi sul sepolcro di Clemente VIII nella cappella Paolina della stessa basilica. Nel 1616 il cardinale Maffeo Barberini gli commetteva la statua di S. Giovanni Battista per la cappella della propria famiglia che egli faceva fare in S. Andrea della Valle, prima di divenire papa Urbano VIII. Nel 1620 il cardinale Escoubleau de Sourdis gli commise un'Annunciazione che è oggi nella chiesa di S. Bruno a Bordeaux. Infine nel 1622 fece le due figure allegoriche per la tomba del card. Delfino nella chiesa di S. Michele in Isola a Venezia e nel 1623 lavorò alla sepoltura del card. Bellarmino nella chiesa del Gesù in Roma.
La figura di Pietro B. si fa piccola accanto a quella maestosa del figlio suo Gian Lorenzo, natogli a Napoli da Angelica Galante. Molto operò nella sua vita, ma pochissimo da solo, ché sempre gli piacque d'associarsi nel lavoro con altri, con i pittori manieristi a Caprarola, con gli scultori toscani a Napoli, con i Lombardi e poi col figlio a Roma, quasi che non si sentisse l'animo d'ideare da sé. I suoi lavori confermano ciò che di lui scrisse il Baglione: "Pietro con ogni franchezza maneggiava il marmo, sicché in ciò pochi pari egli ebbe". Ma l'arte sua si giovò più dei riflessi altrui che del proprio immaginare, soverchiato dalla facilità del mestiere; fu l'arte d'un ambiente più che quella d'un artista e passò dal manierismo della seconda metà del Cinquecento alla vivacità del barocco, quando dall'orbita degli scultori ufficiali del viceré di Napoli e dei papi passò nell'orbita del figlio, al quale aveva pur insegnato come si maneggi il marmo con franchezza. Se è di lui, come afferma il Baglione, la fontana della Barcaccia in piazza di Spagna a Roma, una tale opera, forse l'ultima che fece, ce lo mostra ormai conquiso dai capricci del barocco. La migliore scultura di P. B. è il S. Giovanni Battista in S. Andrea della Valle, ché nel gruppo della Certosa napoletana di S. Martino non si sa quanta parte, e probabilmente notevole, abbiano avuto i ritocchi del Fanzaga. Artista probo, dunque, e abile e alquanto superficiale, che al contatto del figlio si ravvivò; ma era tardi poiché troppe abitudini contratte dal manierismo trascinava con sé, proprio quelle abitudini contro cui reagiva per istinto l'arte impetuosa del giovane Gian Lorenzo (v. tavv. CXCVII e CXCVIII).
Bibl.: Fra i biografi cfr. G. Baglione, Le vite de' pittori, scultori e architetti, ecc., Roma 1642; D. Bernini, in Vita del cav. G. L. Bernini, Roma 1713; F. Baldinucci, in Vita del cavaliere G. L. Bernini ecc., Firenze 1682. Tra i più recenti, v. A. Muñoz, Pietro Bernini, in Vita d'arte, IV (1909), pp. 94-96; G. Sobotka, Pietro Bernini, in L'Arte, XII (1909), pp. 401-22; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909; M. Reymond, Les sculptures du B. à Bordeaux, in Revue de l'art anc. et mod., XXXV (1914), pp. 45-60; A. E. Brinckman, Barock-skulptur, Berlino 1921.