BERTELLI, Pietro
Attivo a Padova dal 1580 circa fino al 1616 come editore calcografico, dal 1589 al 1596 come tipografo. Per lui lavorarono anche i tipografi di Venezia, di Vicenza e di Milano. La produzione del B. fu conforme al gusto dell'epoca. Nel 1589 iniziò l'incisione ("opera Petri Bertelli") di una serie di costumi a cui collaborò per alcune tavole anche Giacomo Franco e che fu edita in collaborazione con Alciato Alciato col titolo Diversarum nationum habitus… con il numero delle tavole spesso variante secondo gli esemplari; le tirature posteriori, spesso ritoccate, hanno creato confusione tra i bibliografi. Al primo tomo del 1589, edito a Padova (in genere di centosei tavole - 104 più due grandi ripiegabili con la Processione del pontefice e la Pompa del doge a Venezia - ristampatepoi nel 1592 e 1594) con la dedica del B. al conte Joh. Reinhard von Hanau, seguì il secondo nel 1591 (di settentanove tavole, con alcune raffigurazioni di Turchi ricopiate da quelle di Nicolas Nicolay d'Arfeuille e con una grande tavola ripiegabile con la Pompa regis Turcarum; la stessa tiratura fu pubblicata anche con data 1592, mentre una seconda tiratura, uscì con data 1594), con la dedica a Wolfgang von Hutten e con alcune tavole (26, 63, 64 e 65) incise dal Franco, e il terzo tomo nel 1596 (settantotto tavole) con la dedica a G. Hartman von Teuffenbach.
Questi due ultimi tomi fornirono materia ai Diversarum nationum ornatus e all'Additio ad duos superiores libros de habitibus diversarum nationum, pubblicati da Alessandro Fabri a Padova, fra la fine del sec. XVI e il 1604.
Dei due primi tomi furono certamente tirati alcuni esemplari in 4°,su carta bellissima, ove le figure campeggiano al centro delle pagine; una di queste copie (forse l'unica superstite e della quale stranamente non fanno menzione i bibliografi) si conserva in Roma, nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele. Pochi sono oggi gli esemplari completi dell'intiera raccolta, che è pregevole dal punto di vista documentario ed artistico, anche per la qualità dei rami, opera di più incisori rimasti anonimi.
La fortuna commerciale dell'opera, e l'influenza che ebbe su altri incisori (come su G. Franco e la sua serie di costumi), lo spinse a "dare in luce" una serie di tavole di un argomento allora alla moda, le Vite degli Imperadori de' Turchi con le loro effigie intagliate in rame, Vicenza 1599, per i tipi di Giorgio Greco, con quindici ritratti da Othman I a Maometto III, ben disegnati ed accuratamente incisi "ad instancia di P. B.", che compilò anche il testo e che dedicò l'opera al generale Bald von Wense. Nello stesso anno (1599) fece seguire il Theatrum urbium Italicarum, "collectore P. B.", serie di cinquantanove tavole con piante e vedute prospettiche adespote, di mano di più incisori, accompagnate da una descrizione latina, che uscirono isolatamente stampate a Venezia (forse nella bottega di Francesco Bertelli), ma con la dedica datata sempre da Padova. Ignoto è l'autore del testo, anche se è stato affacciato (Mazzuchelli) che ne sia autore lo stesso Bertelli. L'edizione, comunemente considerata seconda, uscì a Vicenza, nel 1616, per i tipi di Domenico Amadio, con titolo italiano (Teatro delle città d'Italia), con l'aggiunta di alcune tavole (67 anziché 59), ma fu preceduta da una edizione non datata costituita dai rami senza testo.
Fra le opere a stampa, pubblicate a Padova "apud P. B.", uscirono i Condulmeria virtutis panegyricus di Nuzio Nussio (1595), il Novo teatro di machine… di Vittorio Zonca (1607), con quaranta tavole nel testo, elegantemente incise, identificabile con l'anonimo Libro delle macchine (citato dai repertori) e l'Uso della squadra mobile… di Ottavio Fabri (1615). A Vicenza, "sumptibus P. B. bibliopolae Patavii", uscirono nel 1600 la Phoenix di Pietro Tommasi e la Plutosofia di Filippo Gesualdo; nel 1601, in coedizione con Francesco Bolzetta, l'Itinerarium nobiliorum Italiae regionum di Andrea e Francesco Scoto (ristampato nel 1610, identificato con l'Itinerario d'Italia latino citato dai repertori); e, nel 1610, una guida di Roma eiusque admiranda. Nel 1607 era stata pubblicata a Milano e a Vicenza la Fisionomia naturale di Giovanni Ingegneri. Fra i rami da lui posseduti e pubblicati figura quello di Gesù Cristo e la Samaritana di Agostino Carracci (tiratura posteriore al 1580) e una S. Margherita, daTiziano.
Il figlio Francesco, incisore, tipografo, editore calcografico e cartografico, che firmò "Fra.co Ber.li fece" e "Fra.co Bertelli formis" o con le sole sigle, è dai repertori dato operante a Padova nella prima metà del Seicento: perciò è assai dubbio che sia lui il Francesco Bertelli incisore, operante nel 1581, del Giacobbe e Rachele al pozzo (da invenzione di B. Calvaert, Bibl. Marucelliana), del Famosissimo triumpho di Bacco del 1594 (da Raffaello), della Madonna glorificante il Signore di Agostino Carracci e di una serie di Vedute di Roma (cfr.: Arrigoni-Bertarelli). Queste furono in parte edite a Padova verso il 159o e furono poi ristampate da Francesco, figlio del B., nel 1629 con tavole aggiunte. Certo è che, con rami già logori, Francesco ristampò nel 1621, e poi nel 1627 e nel 1656, il Novo Teatro delle machine dello Zonca, nel 1629 il Theatro delle città d'Italia, con le vecchie tavole grossolanamente ritoccate e con altre nuove (Aggiunta al teatro delle città d'Italia), incise da lui, da Mathias Dregsellius e da Giacomo Franco. Le altre sue produzioni sono di carattere ancor più corrente, se pur storicamente interessanti: nel 1638 uscì a Vicenza una serie di sette tavole con giochi e feste popolari venete (finora nota in un esemplare senza frontespizio nella raccolta del Castello sforzesco di Milano) e nel 1642 fu stampato, forse a Venezia, il Carnevale italiano mascherato con ventitré tavole, in parte copia alterata di alcune figure dei Diversarum nationum habitus del padre Pietro. Francesco ha inoltre inciso o pubblicato l'Entrata del duca di Savoia in Torino, l'Apparato per la venuta di Enrico III (Museo Correr di Venezia), il Ritratto di Sperone Speroni e numerosi santi fra cui una Santa in preghiera.A lui il Boffito attribuisce l'incisione allegorica del frontespizio, siglato "F. B.", per il Parallelo politico delle repubbliche antiche e moderne di Pompeo Caimo, Padova 1627, e dubitativamente quello per la Scielta di varii tempietti. Libro I di G. B. Montano, Roma 1624.
Se si accetta che la sua attività sia iniziata nel Seicento, si può anche mantenergli il raro mappamondo, Universale descritione di tutta la terra conosciuta fin qui, Venezia 1650 circa (raccolta Olschki).
Bibl.: Oltre alla bibliografia citata in U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, Leipzig 1909, pp. 487 (per Francesco), 488 (per Pietro), cfr. G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 136 s.; A. Bartsch, Le peintre graveur, XVIII, Vienne 1818 (sub voce Ag. Carrache), pp. 54 n. 26 (per Pietro), 59 n. 35 (per Francesco); L. Cicognara, Catal. ragionato dei libri d'arte e d'antichità, Pisa 1821, n. 1589 (per Pietro), n. 971 (per Francesco); G. A. Moschini, Dell'incisione in Venezia [prima del 1830], Venezia 1926, pp. 34-37 (per Francesco); E. A. Cicogna, Saggio sulla bibliografia veneziana, Venezia 1947, n. 250; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1850, p. 310 (inesatta è la datazione di alcune opere); P. Riccardi, Bibl. matem. ital.,[1870-80], Milano 1952 (ripr. anast.), I, coll. 434, 668 (669 per Francesco); Catalogo delle incisioni in legno e in rame… nella collezione stampe di G. B. Cadorin, Venezia 1876, p. 1; A. Anselmi, La pianta panoramica di Roccacontrada, in La bibliofilia, VIII(1906-1907), pp. 178, 282, 286 ss., 367, 460; A. Bertarelli-H. Prior, Il biglietto da visita italiano, Bergamo 1911, p. 71; G. Boffito, Frontespizi incisi nel libro ital. del Seicento, Firenze 1923, p. 56; E. Pastorello, Tipografi, editori, librai a Venezia nel sec. XVI, Firenze 1924, p. 9; L. Schudt, Die Guiden von Rom, Wien-Augsburg 1930, n. 405; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Piante e vedute della Lombardia, Milano 1931, nn. 8, 110, 494, 652, 788, 990, 3507; Id., Stampe storiche conservate nella raccolta del Castello Sforzesco, Milano, 1932, n. 260 (per Francesco); R. Colas, Bibl. générale du costume, Paris 1933, nn. 316 e 317; C. Pasero, Giacomo Franco, in La Bibliofilia, XXXVII(1935), pp. 343 s.; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio, Milano 1939, v. Indice; Autori italiani del Seicento, Milano 1948, nn. 1326, 1648, 2196, e, per Francesco, n. 359; B. Saraceni Fantini, Prime indagini sulla stampa padovana del Cinquecento, in Miscell. di scritti di bibl. e di erudiz. in mem. di L. Ferrari, Firenze 1952, pp. 424, 464 e ss., nn. 435, 470, 505, 520, 529; M. Cristofari, Tipografia vicentina nel sec. XVI, ibid., pp. 208 e ss., nn. 240, 256, 260; F. Ascarelli, La ripografia cinquecentina in Italia, Firenze 1953, p. 220; F. Borroni, Il Cicognara, Bibliogr. dell'archeol. classica e dell'arte ital., II, 3, Firenze 1959, pp. 110 s.; II, 4 (3), ibid. 1962, p. 133. Oltre alle raccolte citate nella bibl., cfr. le collezioni della Bibl. Marucelliana di Firenze e della Bibl. Universitaria di Bologna, e i fondi Palat.e Magl. della Biblioteca Nazionale di Firenze.