BREA, Pietro
Tipografo, editore e libraio a Messina dal 1594 al 1631. Fu genovese per nascita e cittadino di Messina "per elettione", com'egli stesso dichiara nell'anno 1622 nella dedica con la quale indirizzò al Senato messinese l'opera di Giovan Pietro de Marchese, Breve discorso delle vere qualità di Messina. Ilpiù importante documento rinvenuto, dal quale si possono ricavare notizie sulla vita del B. è la breve notula che ricorda il suo matrimonio con Margherita, vedova del tipografo messinese Fausto Bufalini morto nel 1591.
Appare che il B.. giunto a Messina, fu operaio nella tipografia del Bufalini fin dal 1589, quando appunto iniziò l'attività di quel tipografo, dopo che gli eredi di Pietro Spira avevano cessato nel 1570 e Messina era rimasta senza stampatori. Morto il Bufalini, il B. divenne direttore dell'azienda e la condusse a nome degli "eredi di Fausto Bufalini" sino al 1593, quando sposò Margherita. Gli altri eredi (se ve ne erano) si disinteressarono dell'azienda, che venne proseguita a nome del Brea. Che egli abbia continuato la tipografia del Bufalini è dimostrato dai caratteri delle sue prime edizioni, soprattutto la serie greca con la quale il Bufalini aveva stampato in Messina.
Nelle sue edizioni il B. si dimostra stampatore di buon gusto; anche se talune sue stampe difettano per mancanza di correzione (e ciò era ormai deludente normalità, più che eccezione), la carta usata era sempre ottima e le pagine di stampa avevano giusta proporzione tra bianco e nero; i fregi usati erano di buona fattura, i caratteri sempre freschi.
Per oltre un ventennio il B. fu il solo tipografo che operasse in Messina; durante gli anni 1602-1605 si hanno a suo nome stampe fatte per conto del libraio ed editore Lorenzo Valla; sono sottoscritte: "Ex officina Petri Breae per Laurentium Vallam". Il primo prodotto del B. è dell'anno 1594, per quanto il Mongitore ed i più recenti bibliografi sino al Fumagalli anticipino di un anno questo inizio. L'errore proviene dal Mongitore che datò 1593 un opuscolo di Nicolò Antonio Colosso, Rhegios seu Turcarum expeditio in fretum siculum (Reggio Calabria fu incendiata nel 1594). Un esemplare di questa edizione esiste nella Biblioteca comunale di Catania ed è chiaramente datato 1595. Allo stato attuale delle ricerche bibliografiche, il primo libro stampato dal B. sembra essere il Consiliorum seu responsorum liber primus di Nicolò Intrigliolo (1594). Da quest'anno al 1600 le edizioni del B. furono almeno sedici; tra esse è di notevole interesse il Lexicon graecolatinum ex Hippocrate et Galeno desumptum di Bartolomeo Castelli (1598) e del medesimo: Totius artis medicae compendium (1597) ed Oratio ad Senatum Messanensem in nova erectione Studii messanensis (1596). È parimenti del 1596 il Compendium artis medicae di Gherardo Colomba. Di interesse locale è l'Ordine militare osservato in Messina l'anno 1594 quando l'armata turchesca bruciò Reggio di Vincenzo Ferrarotto (1596). Nel 1597 pubblicò l'Opuslogicum del catanese Lorenzo Bolano e la Canzone in morte del Sig. Torquato Tasso di Cesare De Franchi, L'Elisa,tragedia e la Canzone sopra i successi di Ferrara diFabio Clodio, nonché l'Oratione in morte di Filippo II e descrizione degli avvenimenti miracolosi di Messina di Giuseppe Buonfiglio.
Durante i tre primi decenni del sec. XVII le edizioni del B. si susseguirono con ritmo costante, per cui egli divenne di gran lunga il più attivo tipografo messinese non solo del Seicento, ma di tutti quelli che lo avevano preceduto. Non poche sue stampe sono adorne da frontespizi incisi in rame (consuetudine iniziata in Sicilia dal Bufalini nel 1591) di pregevole disegno e buona fattura.
Pubblicò anche libri musicali. Delle sue edizioni musicali si ricordano: Il primo libro de Madrigali a cinque voci, di M. Drogho (1598), Madrigali concertati a 2, 3 e 4 voci per cantar e sonar nel clavicembalo,chitarrone e altro instrumento di F. Bonaffino (1623) e il libro III delle Sacre canzoni di G. Palazzotto (1631).
Tra le migliori e più interessanti opere pubblicate dal B. nel sec. XVII sono degne di menzione: Memorie della Famiglia e Casa Bologni di Sicilia e di Napoli (1605) del palermitano Baldassarre Bologni, la Storia siciliana di G. Buonfiglio (1613), la Cronica della città di Reggio di Antonio Politi (1617), L'antica Siracusa illustrata del duca di Montalbano Giacomo Bonanni (1624), le Dicerie sacre di Alberto Picciolo (1623), IlCavaliere descritto di Antonio Ansalone (1629) e il Cerriglio 'Ncantato, composto in dialetto napoletano da Giulio Cesare Cortese.
Il Papillon lo ricorda anche come xilografo; il Le Blanc cita le Quattro stagioni (4 tavole); più propriamente Kristeller in Thieme-Becker lo classifica quale intagliatore di forme operante da Tiziano e dal Goltzius (peraltro sconosciuto allo Hollstein) e di vedute di città (interpretando presumibilmente il Papillon). Si può ritenere, a questo proposito, che il B. sia stato più calcografo che xilografo (cfr., ad es., l'excudit nelle Siciliae tabulae del Gualtieri). Il B. morì nel 1631.
Fonti e Bibl.: Messina, Arch. della parrocchia di S. Giubano, Matrimoni, vol. I, anni 1591-1603, p. 59; A. Mongitore, Bibliotheca sicula, Panormi 1797, sub voce;G. Fumagalli, Lexicon tipographicum Italiae, Firenze, 1905, p. 210; G. Oliva, L'arte della stampa in Sicilia dei secc. XV e XVI, Catania 1911, p. 96; O. Tiby, Un musicista cinquecentino: Pietro Vinci siciliano della città di Nicosia, in IlGiornale di Sicilia, 24 ott. 1937; N. D. Evola, Ricerche storiche sulla tipografia siciliana, Firenze 1940, p. 158-166; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina in Italia, Firenze 1953, p. 130; Short-title Catalogue of books printed in Italy..., London 1958, ad Indicem. Per B. xilografo, v. bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 588, e inoltre J. M. Papillon, Traité historique et pratique de la gravure sur bois, Paris 1766, I, p. 136; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 512.