AVOGARO (Dell'Avogaro, Avogari, Avogario, Arvogari, Advogaro), Pietro Buono
Si ignora la data della nascita: è probabile che nascesse nel secondo quarto del sec. XV a Ferrara ove morì, all'età di ottantuno anni, agli inizi del Cinquecento. Dal 1467 al 1506 (ma secondo altre notizie le date andrebbero spostate al 1455-73) fu professore di astronomia all'università di Ferrara; e, per solennizzare il suo insegnamento, fu anche coniata una medaglia con la sua effige e la leggenda: "Petrus Bonus Avogarius Ferrarensis. Medicus. Insignis. Astrologus. Insignior".
La prima notizia documentata sulla sua attività risale però al 1466, quando fu incaricato da Borso d'Este di esaminare alcuni manoscritti latini della Geographia di Tolomeo, in vista dell'edizione che lo stesso A. pubblicò, insieme con altri, nel 1472. E della sua fama, come conoscitore di questo scritto di Tolomeo e illustre fisico, resta un'eloquente testimonianza nel ms. Laur. Plut. XXX, cod. 3 (cfr. A. M. Bandini, Catalogus codicum Latinorum Bibliothecae Mediceae Laurentianae, II, Florentiae 1775, coll. 69 s.), e nel cod. della Bibl. Estense di Modena, VI, H, 7, 463, ove alla traduzione latina della Geographia di Iacopo di Angelo è preposta una lettera dedicatoria di Nicola Donis, monaco benedettino di Reichenbach, a Borso d'Este, nella quale si parla appunto dell'opera e della dottrina dell'A., definito "physicus doctior". Due anni dopo, nel 1468, l'A. rivolgeva una supplica al duca Borso e ricordando la morte recente del padre e di un figlio avvenuta in seguito alla pestilenza, chiedeva al sovrano un particolare aiuto finanziario per sopperire al grave disagio in cui si trovava, dopo che l'epidemia l'aveva costretto a rifugiarsi a Rovigo, interrompendo l'insegnamento.
Il primo scritto astrologico dell'A. che sia ricordato risale invece al 1456 ed è conservato nella Bibl. Naz. di Firenze, cod. XI, 121 (già Strozziano 1127). Poi non possediamo altri suoi scritti anteriori al 1472, quando l'apparizione di una nuova cometa l'indusse a scrivere un trattato sulla natura, ragioni ed influssi delle comete, conservato, fino alla sua dispersione, nel codice manoscritto 356 della Biblioteca Saibanti di Verona (cfr. S. Maffei, Verona illustrata, II, Verona 1731, col. 132; Supplemento alla Cronica di Pier Zagata, II, 2, Verona 1749, p. 157; Bollett. d. Soc. geografica ital., VII, vol. X[1873], p.27). Più tardi, nel 1475, l'ultimo,giorno di febbraio, terminò un altro interessante scritto astrologico consistente in una tavola delle cose da fare o da evitare secondo che la luna si trovi nei diversi segni dello Zodiaco, ed in un elenco di città accompagnato dall'indicazione dei "segni" o pianeti che ne governano la sorte (cfr. Bibl. Apost. Vat., cod. Vat. lat. 1573, c. 4). E sempre alla stessa data risale probabilmente un Computus lunae conservato in un altro ms. Vaticano (Vat. lat. 6253).
Dopo il 1475 l'A. continuò la sua attività di astrologo, pubblicando dei Prognostica annuali, dedicati sempre ad Ercole d'Este, scritti in lingua latina o in volgare, e che possediamo in edizioni a stampa, ad eccezione di quelli relativi agli anni tra il 1477 e il 1487ed al 1489 e 1490. Ignoriamo se tali prognostici siano andati perduti o se invece non abbiano mai avuto un'edizione a stampa; però conosciamo esattamente il luogo di edizione dei prognostici che ci sono pervenuti (1477, Ferrara; 1487-1488, Venezia; 1491-1501, Ferrara, Firenze, Bologna, Roma, Venezia e Milano; e cfr. Gesamtkatalog der Wiegendrucke, nn. 232-259; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, nn. 1132-1137). Inoltre l'A. provvide ad emendare l'edizione della Theorica Planetarum di Gerardo da Cremona, pubblicata a Ferrara nel 1472 (cfr. Atti d. Acc pontificia de' Nuovi Lincei, IV [1850-51], p. 461; B. Boncompagni, Della vita e delle opere di Gerardo da Cremona..., Roma 1851, pp. 77, e L. Hain, Repertorium bibliographicum, Milano 1948, n. 5824) e l'edizione di Ferrara del 1472 della Sphaera mundi di Giovanni da Sacrobosco (cfr. Hain, cit., n. 14100).
Secondo una notizia riferita da Symon de Phares, l'A. durante gli ultimi anni della sua vita sarebbe stato l'astrologo e medico personale di Alessandro VI e, in questa qualità, avrebbe scritto una previsione sull'arrivo di Carlo VIII a Roma, e steso, insieme all'astrologo ebreo-provenzale Banotus o Bonetus de Latis, prognostici "politici" assai interessanti per l'anno 1498. Il fatto che la maggior parte dei suoi Prognostica posteriori al 1493 sia stata stampata a Roma sembra confermare la notizia del de Phares; ma la continuità della loro dedica ad Ercole d'Este, e l'assenza in questi scritti di qualsiasi riferimento al pontefice o a personaggi della corte papale, fa pensare piuttosto che i Prognostica siano stati composti nell'ambiente ferrarese.
Bibl.: Recueil des plus célèbres astrologues... par Symon de Phares du temps de Charles VIII, publiè d'après le manuscrit unique de la Bibl. Nat. par E. Wickersheimer, Paris 1929, p. 269; F. Borsetti, Historia Almae Ferrariae Gymnasii, Ferrariae 1735, I, p. 61; II, pp. 47 s.; G.Baruffaldi, Iacobi Guarini ad Ferrariensis Gymnasii Historiam per Ferrantem Borsettum conscriptam Supplementum et Animadversiones, II, Bononiae 1741, p. 19; G. M.Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, pp. 2412 s.; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, pp. 25 s.; G. Uzielli, Ricerche intorno a P. Dal Pozzo Toscanelli, in Bullett. d. Soc. geogr. ital., VII,vol. X, 1 (1873), pp. 27-28n.; B. Boncompagni, Catalogo dei lavori di Andalò del Negro, in Bullett. di bibliogr. e di storia delle scienze matematiche e fisiche, VII(1874), pp. 339-342; L. Thorndike, A History of magic and experimental Science, IV, New York, 1934, pp. 463-466.