CASELLA (Caselli), Pietro
Nacque a Pieve nell'Umbria nel 1769, e conipì gli studi primari a Spoleto, e poi a Roma. Nel 1787 si trasferì a Napoli, ed entrò nel conservatorio di S. Onofrio a Capuana, dove per dieci anni approfondì lo studio della musica, affidato principalmente all'insegnamento di G. Insanguine. Indirizzatosi presto alla composizione di melodrammi, ottenne a Napoli un vivo successo nel 1801 con la rappresentazione de L'Innocenza conosciuta (libr. di D. Piccinni) al teatro Nuovo, più volte replicata, e nel 1804 con L'equivoco (libretto di G. B. Lorenzi), al teatro del Fondo, che gli valsero una scrittura per il S. Carlo, per il quale compose il Paride (libr. di Mauro), opera accolta anch'essa molto favorevolmente il 12gennaio del 1806. Il trentasettenne musicista, ormai famoso e apprezzato, fu allora chiamato a Roma - dove già nel 1803 una sua opera buffa, Il cantante per amore (libretto di E. Pace), era andata in scena - con La donna di buon carattere (libr. anon., autunno 1806) che ottenne anch'essa buone accoglienze. Per il teatro alla Scala di Milano scrisse poi l'opera seria Virginia (libretto di L. Romanelli; 26dic. 1811) e per quello alla Pergola di Firenze una Maria Stuarda regina di Scozia (libretto di F. Gonnella; primavera 1813) rimasta famosa e molto lodata dai contemporanei.
Tornato a Napoli e ivi stabilitosi, l'8 apr. 1817 il C. fu nominato ispettore delle scuole esterne del Collegio di musica di S. Sebastiano per la classe di partimento ed accompagnamento, e mantenne tale carica fino alla morte, sopravvenuta a Napoli il 12dic. 1843.
In Napoli il C. aveva svolto anche attività di maestro di cappella presso varie chiese, assumendosi di conseguenza il compito di comporre un gran numero di lavori musicali sacri e liturgici, tra i quali meritano di essere ricordati la Piccola messa in do maggiore e il Magnificat in fa maggiore, entrambi a quattro voci e orchestra. Il C. fu anche autore di varia musica strumentale, di opere didattiche - tra le quali si segnala il Primo libro dei solfeggi per soprano e basso continuo (ms. presso il conservatorio G. Verdi di Milano) - e di molta musica vocale da camera.
Buon didatta e dignitoso esponente della scuola napoletana, il C. fu molto stimato dai contemporanei, che lo apprezzavano soprattutto come autore di opere buffe. Tra i suoi non numerosi melodrammi, quello che godette di maggiore notorietà fu la Maria Stuarda, il cui argomento, tratto dall'onionimo dramma di F. Schiller, documenta il sorgere nel musicista di un interesse, rimasto tuttavia senza seguito, per il teatro romantico d'Oltralpe. Più interessante della produzione profana, la musica sacra del C. - che comprende messe, mottetti, inni, antifone (conservati in ms. autografo nella Bibl. del conservatorio di musica di S. Pietro a Maiella di Napoli) - fa generalmente impiego di voci e orchestra, o di coro o doppio coro, soli e orchestra (poche sono le composizioni a cappella), rivelando un sapiente senso della costruzione musicale e una ricerca costante di effetti dialogici tra le voci.
Tra le composizioni strumentali si conservano nella Biblioteca del conservatorio G. Verdi di Milano: Sinfonia in si bem. (1802), Sinfonia in re (1834), Sinfonia in do (1839);si ricordano inoltre: Cimarosa agli Elisi (testo di G. Schmidt) per voce e pianoforte (Napoli 1817 c.); Ode per voce e strumenti (testo di G. Filioli), arie, duetti e altra musica vocale.
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