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Pietro Colletta e Gino Capponi

di Maria Fubini Leuzzi - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
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Pietro Colletta e Gino Capponi

Maria Fubini Leuzzi

Tra i protagonisti della vita intellettuale del tempo che ebbero un ruolo politico di rilievo e aderirono ai movimenti prerisorgimentali, figura di spicco è quella di Pietro Colletta (Napoli 1775-Firenze 1831), convinto bonapartista che perseguì l’attuazione di riforme politiche e sociali guidate dall’alto. A Napoli ricoprì incarichi militari e civili di grande responsabilità negli anni napoleonici. Fu vicino al re, Giuseppe Bonaparte, e soprattutto al suo successore Gioacchino Murat, di cui fu consigliere nelle controverse decisioni dopo la disfatta di Lipsia assumendo anche alti compiti militari. Membro del consiglio di Reggenza, trattò la pace con gli austriaci; nel 1818 fu impegnato nella repressione del brigantaggio in Basilicata e a Salerno, come anni prima lo era stato in Calabria. Scoppiati i moti costituzionali del 1820, dopo un’iniziale perplessità si schierò in loro sostegno in qualità di generale. Ritornato il Regno sotto il controllo austriaco venne esiliato in Boemia e dal 1823 a Firenze.

Fu in questi anni che si dedicò alla scrittura, specialmente della Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825, pubblicata postuma (1834) dall’amico Gino Capponi. Si tratta piuttosto di una cronaca in cui l’autore ricostruisce gli avvenimenti cui fu parte senza celare la polemica contro i vincitori e le loro proscrizioni. Le pagine dedicate a Carlo di Borbone (1734-1759), sono viceversa di appoggio al sovrano illuminato. Conservano interesse anche quelle dedicate alla lotta al brigantaggio. L’opera ebbe molto successo presso i democratici e non solo, considerata stimolo contro i principi reazionari. Apprezzamento fu rivolto per altro riguardo all’eleganza della lingua, per la quale Colletta si era giovato delle competenze di Pietro Giordani, Capponi, e poi anche di Giacomo Leopardi.

Più defilato rispetto alle vicende politiche, Gino Capponi (Firenze 1792-ivi 1876) fu una figura significativa della cultura moderata toscana del 19° secolo. Di ricca e illustre famiglia fiorentina, devota ai granduchi, ricevette un’educazione letteraria, di impronta cattolica. Dopo aver intensamente viaggiato nel periodo della giovinezza, intorno agli anni Venti animò un vivace circolo di uomini di cultura, che comprendeva Cosimo Ridolfi, Niccolò Tommaseo, Raffaello Lambruschini, Giordani, Leopardi.

Fu vicino a Giovan Pietro Vieusseux, direttore del Gabinetto letterario, pubblicando sull’«Antologia» (1821-32), finanziata dallo stesso Vieusseux, una parte dei suoi scritti pedagogici, in cui inseguiva l’idea di un’educazione virile improntata alla religione romana quale la più adatta a formare gli italiani. Messa a tacere «L’Antologia» dalla censura, continuò negli studi, ma, rimase sempre sensibile a quanto accadeva. Nel 1842, ancora con Vieusseux fondò l’«Archivio storico italiano» che prese ad accogliere contributi e documenti di storia italiana, e specialmente toscana, partecipando, attraverso lo studio della storia, ai crescenti fermenti risorgimentali. La fedeltà alla dinastia lorenese e l’atteggiamento prudente tenuto durante i fatti del 1847-48 lo portarono per brevi settimane a presiedere il governo che nel 1848 (agosto-ottobre) dovette cedere a Francesco Domenico Guerrazzi. Estraneo alla politica piemontese per l’Unità e a Cavour, con difficoltà accettò la sparizione del Granducato. Da senatore continuò a impegnarsi per l’istruzione, in nome del rispetto della persona. In politica si mantenne ostile alla politica ecclesiastica governativa.

Fra gli Scritti editi ed inediti (2 voll., 1877) occorre ricordare le cinque lettere a Pietro Capei Sulla denominazione dei Longobardi in Italia (1844), in cui per un verso assegna ai Germani il totale rinnovamento della civiltà italiana, per l’altro nega l’origine germanica delle istituzioni comunali, ricordando lo «splendore» da loro portato all’Italia dalle città guidate dalla Chiesa gregoriana e la Storia di Pietro Leopoldo, non completata, che fa del granduca illuminato un modello per il Risorgimento d’Italia. Affronta nell’Introduzione all’istoria civile dei papi la ricostruzione dell’origine dell’affermazione del papato, attraverso il confronto con la cultura filosofica e religiosa precedente. La Storia della Repubblica di Firenze (1875), a cui lavorò a lungo, intende ripercorrere l’esempio storico di una «vera» democrazia, alla cui ricerca stava andando l’Europa. Elaborata con ricchezza di fonti narrative, fece limitato ricorso alle testimonianze documentarie, diffuse dalla scuola di Leopold von Ranke. Nonostante la precoce cecità, Capponi intrattenne anche una larghissima corrispondenza (pubblicata negli anni 1884-1890), che costituisce ancora oggi una significativa documentazione fra politica e cultura dei ceti più colti in Italia nel 19° secolo.

Vedi anche
Giacomo Leopardi Poeta (Recanati 29 giugno 1798 - Napoli 14 giugno 1837). Tra i massimi scrittori della letteratura italiana di tutti i tempi, nella sua opera risulta centrale il tema dell’infelicità costitutiva dell’essere umano, intesa come legge di natura alla quale nessun uomo può sottrarsi. Lo Zibaldone di pensieri  ... Guglielmo Pépe Generale e patriota (Squillace 1783 - Torino 1855), fratello di Florestano. Combatté nella Repubblica Napoletana (1799), poi contro i Borboni a fianco di Napoleone e di G. Murat. Guidò i moti carbonari del 1820, ma, vinto, fu costretto all'esilio. Amnistiato da Ferdinando II, diresse infine la resistenza ... Florestano Pépe Generale (Squillace 1778 - Napoli 1851). Servì la Repubblica napoletana; emigrato, passò al servizio della Francia, e per Giuseppe Bonaparte e Murat combatté in Spagna (1808-11); ritornato a Napoli, ebbe l'incarico di reprimere il moto insurrezionale degli Abruzzi. Nel 1815 partecipò al conflitto contro ... Gino Cappóni Storico, pedagogista e uomo politico (Firenze 1792 - ivi 1876). Figura di grande rilievo per la storia della cultura toscana, rappresentante del pensiero politico moderato, fu senatore e presidente del Consiglio del granducato di Toscana e poi senatore del Regno. Tra gli scritti, il Frammento sull'educazione ...
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Altri risultati per Pietro Colletta e Gino Capponi
  • Colletta, Pietro
    Dizionario di Storia (2010)
    Storico e generale (Napoli 1775-Firenze 1831). Partecipò all’insurrezione napoletana del 1799, poi alle campagne del 1814 e 1815. Alla caduta di Murat, rimase al servizio di Ferdinando IV ma si tenne in disparte. Durante la rivoluzione del 1820-21, passò dalla parte degli insorti: fu a capo del corpo ...
  • Collètta, Pietro
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    Storico e generale (Napoli 1775 - Firenze 1831); ufficiale del genio, partecipò alla campagna del 1798 contro i Francesi, ma nel 1799 fu per la repubblica. Nel decennio francese fu giudice di famose cause politiche, partecipò all'impresa di Capri (1808) e alle campagne del 1814 e 1815; trattò, con gli ...
  • COLLETTA, Pietro
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 27 (1982)
    Alfonso Scirocco Nacque a Napoli il 23 genn. 1775 da Antonio, avvocato, e da Maria Saveria Gadaleta, terzo di sette figli. Di indole vivace e ribelle, fu poco seguito dai genitori. A tredici anni si iscrisse alle scuole pubbliche, ove ebbe tra gli insegnanti P. L. Castriota per il latino e Gennaro ...
  • COLLETTA, Pietro
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Vocabolario
collètta
colletta collètta s. f. [dal lat. collecta «raccolta», der. di collectus, part. pass. di colligĕre «raccogliere»]. – 1. a. Raccolta di offerte, di solito in denaro, tra più persone, a scopo di beneficenza, o per fare un regalo collettivo...
gino-
gino- e -gino [dal gr. γυνή «donna», e in composti, come 2° elemento, -γυνος (come 1° elemento, era usato soltanto γυναικο-, dal tema dei casi obliqui: v. gineco-)]. – Primo o secondo elemento di parole composte della terminologia dotta...
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