Zocol, Pietro da
Letterato (Pordenone 1426; morto nel 1506 circa), citato spesso con altri nomi (Petrus Haedus, Pietro Edo, Cryshaedus, Zoccolo, Capretto, Cavretto), sacerdote nella confraternita di Santa Maria dei Battuti della propria città natale, autore di laudi, di sacre rappresentazioni, di un Uffizio della Vergine e di altre opere; partecipe della trattatistica sull'amore della sua epoca col dialogo, ricchissimo di allegorie, Anterotica, nel quale esiste una descrizione dell'Inferno che prescinde in modo singolare dalla descrizione offerta dalla Commedia; autore di un poemetto di 19 canti in terzine (inedito, con larghi frammenti, tuttavia, pubblicati dal Fabbrovich), in cui descrive viaggi nei regni di Amore e della Fortuna, risentendo del modello dantesco così fortemente da intercalare nel testo intere terzine della Commedia (mescolando peraltro a quella del poema dantesco l'imitazione dei Trionfi e dell'Amorosa Visione).
Bibl. - E. Fabbrovich, Il poema inedito d'un friulano dantista del Quattrocento, Udine 1931 (recens. di B. Chiurlo, in " Giorn. stor. C (1932) 166-167). Sulla figura dello Z.: F. Flora, P. da Z. autore drammatico pordenonese del sec. XV, in " Pagine friulane " VI (1894); V. Zabughin, Petri Haedi sacerdotis portusnaensis Anterotica, in " Giorn. stor. " LXXIII (1919) 313-317.