PIASI, Pietro de'
PIASI, Pietro de’. – Non conosciamo la data di nascita di questo tipografo che operò come stampatore a Venezia tra la fine degli anni Settanta del Quattrocento e il 1494, ma è nota la sua provenienza cremonese, quasi sempre ricordata nei colophon delle opere sottoscritte.
Forse fratello del celebre fisico e astronomo Battista Piasio (m. 1492; Finni, 1941 pp. 86 s.), nato intorno alla metà del XV secolo, Piasi raggiunse Venezia cercandovi lavoro come altri tipografi cremonesi; qui all’iniziò faticò a condurre autonomamente la sua attività e probabilmente lavorò anche per conto terzi (Scholderer, 1924, pp. XXI s.). Le prime opere che riportano il suo nome lo vedono associato all’alessandrino Bartolomeo de Blavis per la stampa di un Breviarium Romanum a uso francescano che uscì non datato nel 1478, con caratteri gotici rossi e neri (Incunabula short-title catalogue [= ISTC], a cura di The British Library, http://www. bl. uk/catalogues/istc/index.html, ib01118300; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, Leipzig 1925 [= GW], 5128), replicato di lì a poco (ISTC, ib01118500; GW, 5129), e riproposto nell’anno seguente (ISTC, ib01119000; GW, 5130), stavolta con datazione 18 aprile 1479.
In quello stesso anno Piasi, sempre con de Blavis, formò una compagnia con un socio economicamente assai più solido e destinato a lunga e affermata carriera, giunto da poco a Venezia da Asola: Andrea Torresano, futuro socio e suocero di Aldo Manuzio. I tre iniziarono con un Breviarium Romanum datato 12 ottobre 1479 (ISTC, ib01119450). La società produsse almeno sei opere tra il 1479 e il 1481, tra cui alcuni breviari ma soprattutto la bella antologia virgiliana (Bucoliche, Georgiche ed Eneide) licenziata il 1° agosto del 1480 (ISTC, iv00169000), dal testo che presenta rare varianti rispetto alle precedenti edizioni (Venier, 2001, p. 74). In essa esordivano con un carattere romano, utilizzato nel mese seguente dello stesso anno per la stampa dei Rudimenta grammatices del Perotti (ISTC, ip00317300). Nel 1482 o già nei mesi precedenti il Piasi fu rimpiazzato da Maffeo de Paterbonis di Salò, che commerciava in carta (Borsa, 1986, p. 28), e iniziò a stampare da solo. La prima edizione senza collaboratori furono le Decretales cum glossa di papa Gregorio IX (ISTC, ig00455000), in formato in 4° e in caratteri gotici, sottoscritto il 24 aprile 1482. Nel colophon Piasi trovava modo di affermare anche la sua piena autonomia di editore: «summa cum diligentia venetis impressum cura impensique petri cremonensis de plasiis enucleatiusque emendatum». Da questo momento sino all’ottobre del 1494, epoca in cui si riscontra l’ultima sottoscrizione, sono documentate 18 edizioni con il suo nome e altre 8 a lui attribuite, sempre comunque senza collaboratori, tranne il caso del volume pubblicato il 12 dicembre del 1488.
Questo libro metteva insieme un testo di Giovanni di Jandun, Quaestiones in libros Physicorum Aristotelis, curato dal filosofo ebreo di origini cretesi Elia Del Mèdigo, in quegli stessi anni legato all’ambiente dello Studio di Padova, seguito da alcune sue opere, De primo motore quaestio, e De efficientia mundi. Era stampato dal tedesco Johannes Lucilius Santritter e dal veneto Hieronymus de Sanctis che si proclamavano nel colophon soci di Pietro Benzon e Pietro cremonese che «impensis non minimis at curis suis et solicitudinibus diligentissimis impressione compleverunt». Pietro Benzon (o Benzoni) era un mercante che commerciava libri e altro, e che troviamo anche nel ruolo di finanziatore della società editrice di Giovanni da Colonia e di Nicolas Jenson (Brown, 1891, p. 15; Lowry, 1984, p. 132). In questo caso dunque Piasi avrebbe svolto un ruolo di coeditore, forse dietro commissione proveniente dall’ambiente universitario.
La sua produzione autonoma evidenzia la scelta di inserirsi nel mercato con opere di sicuro smercio: si rivolgeva infatti a testi di devozione in volgare, tra cui anche semplici ‘officietti’ (Dondi-Harris, 2013, p. 69), e con la stampa, per esempio, dei Miracoli della Vergine Maria, del dicembre del 1483 (ISTC, im00617600), del celebre Epistolae et Evangelia, in traduzione italiana, del marzo del 1484 (ISTC, ie00093120), del Fiore della Bibbia, del dicembre 1484 (ISTC, if00171950) o ancora della Vita di Gesù Cristo e della Vergine Maria, del gennaio 1485 (ISTC, iv00304250), riproposta nel marzo del 1487 (ISTC, iv00304300). Piasi non disdegnava in effetti di stampare opere di intrattenimento per un pubblico trasversale, delle quali ben poco è sopravvissuto (Lowry, 1991, p. 183).
Gli è attribuita l’edizione della fine di agosto del 1485 del Libro della Regina Ancroia (ISTC, ia00572600), di un libro di ‘historie’, Historia nova delli Francesi et delli Inglesi dell’anno seguente (ISTC, ih00283500), dei Sonetti d’amore di Leonardo Giustinian del 1491 (ISTC, ij00504000), e di due poemetti popolari in ottava rima, entrambi apparsi attorno al 1492. Il primo è di ispirazione boccaccesca e di ignoto autore, Maria per Ravenna (ISTC, im00271250; Cantari, 2002, I, p. XXIX, II, pp. 667-795), il secondo riguarda la storia di Ottinello e Giulia, (ISTC, im00271250; Cantari, 2002, II, pp. 591-613; 921 s.). Stampò inoltre il fortunatissimo Formulario di epistole missive e responsive di colui che si definiva Bartolomeo Miniatore, recentemente identificato nel ferrarese Bartolomeo di Benincà (Guernelli, 2000, pp. 79-86). L’impresa più rilevante in quest’ambito fu la «stampa pirata non autorizzata dall’autore» (Harris, 1987, p. XI) di un’opera di grande successo come i primi due libri dell’Orlando innamorato del Boiardo, usciti il 19 febbraio 1487 in caratteri gotici e a due colonne, esemplati sulla prima edizione di Reggio del 1483 di cui non resta alcun esemplare; anche delle copie tirate da Piasi una sola copia è rimasta (conservata presso la Biblioteca nazionale Marciana).
Questo ben remunerativo filone dovette assicurargli una buona posizione in città, tanto che lo troviamo in carica in qualità di ‘degano’ nella Scuola Grande di San Rocco nel 1488 e nel 1491, con la specificazione di ‘stampador’ e sede a San Salvador (Dondi, 2004, p. 259). La sua affermata posizione nel mercato librario è documentata anche dal diario di vendita del libraio veneziano de Madiis (Brown, 1891, p. 38). Affiancava a tali generi popolari una produzione più raffinata, assai più onerosa e rivolta a un pubblico scelto. Nel 1484 licenziava così un volume di opere di Francesco Petrarca (ISTC, ip00383000) diviso in due parti che potevano essere dunque vendute separatamente: la prima conteneva i Trionfi dedicati a Borso d’Este con il commento di Bernardo da Siena detto Illicino e recava la data «a dì ultimo de marzo» 1484. Nella seconda parte, sottoscritta il 18 di agosto dello stesso anno, compaiono le Canzoni e i Sonetti, per cui Piasi richiese la collaborazione dell’umanista Girolamo Squarzafico che proseguiva il commento del Filelfo, e lasciava un commento sulle sue fatiche alla fine del testo.
Nel 1490 il Piasi ne pubblicava una seconda edizione, sempre distinta nelle due parti (ISTC, ip00386000) apportando però notevoli cambiamenti. Infatti, oltre a utilizzare il carattere romano, abbandonando quello gotico con cui aveva realizzato la precedente edizione petrarchesca, inseriva ad accompagnamento dei Trionfi sei pregevoli xilografie a tutta pagina. Tale apporto, di cui sinora non si è identificato il disegnatore né l’intagliatore, era destinato a lasciare una profonda traccia nella storia dell’illustrazione libraria, soprattutto per il contesto veneziano: «queste xilografie rappresentano una svolta del linguaggio incisorio veneziano, cioè il passaggio da una tecnica d’intaglio a puro contorno, sembra anche o quasi, ad uno ricco di ombreggiatura» (Dillon, 1983, p. 93). Si ispiravano, infatti, a delle illustrazioni ricavate con incisione in rame e di origine fiorentina (Italian book-illustrations, p. 47).
Al testo dei Trionfi seguiva il Canzoniere sempre nell’edizione dello Squarzafico che ampliava la sua nota ricordando che si era trattato di un lavoro ben remunerato: «et così mi alegro per esser giunto al fine et per havere servito gli impressori, de’ quali ne sono stato molto ben pagato» (Trovato, 1991, p. 41). Un’ulteriore revisione del testo era fornita dal prete Girolamo Centone. Piasi pubblicò un’ulteriore ristampa dei Trionfi, corredati dalle sei incisioni, uscita con la revisione del teologo Gabriele Bruno il 10 maggio del 1491, accoppiati al testo del Canzoniere nella revisione precedente, datato invece 1° maggio 1492 (ISTC, ip00387000).
Nel frattempo licenziava, nel novembre del 1491, la Divina Commedia con il commento del Landino (ISTC, id00033000), arricchita di ben cento vignette xilografiche, riprese dall’edizione veneziana del marzo dello stesso anno stampata da Bernardino Benali e Matteo Codeca (Milano, 1993, pp. 68 s.).
L’ultima opera sottoscritta è il testo dell’agostiniano Filippo Mucagata Commenta super artem veterem Aristotelis del 2 ottobre 1494 (ISTC, im00867500); tuttavia Piasi non dovette uscire dal mondo librario: è infatti qualificato come libraio nella mariegola della Scuola di San Rocco nel 1497, quando ricoprì la carica di ‘degano de mezano’.
Rimane da segnalare un dato biografico in passato fonte di confusione: Piasi, dal 1484, nei colophon prese a fregiarsi del titolo di veronese, firmandosi come ‘Piero de Piasi Cremonensis detto Veronese’, oppure come ‘Piero Veronese cremonese’, ma altre volte si nominò unicamente ‘Pietro veronese di Venezia’. Finni lo giustifica con una qualche onorificenza ricevuta da quella città (Finni, 1941, p. 86; Harris, 1987, p. XI). Non sussistono invece rischi identificativi rispetto al cremonese Tommaso de’ Piasi che stampava a Venezia negli anni 1492-1494 in associazione anche con Andrea Torresano. La sua attività è ben distinta; peraltro dovettero essere in relazione o in legami di parentela perché il secondo si servì di materiali della bottega del primo (Scholderer, 1924, p. XXII).
Non si conoscono né la data né il luogo della sua morte.
Fonti e Bibl.: Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Cod. It. XI, 45 (= 7439), Francesco de Madiis, Zornale; Venezia, Biblioteca del Museo Correr, cl. IV, ms. 179, Nomi et cognomi delle Banche di fratelli della schola del glorioso et divoto santo Rocho; Bernardino Baldi, Cronica de matematici, Urbino 1707, p. 104.
B. Soria, La cosmografia istorica, Napoli 1822, p. 48; A. Tessier, Stampatori in Venezia nel secolo XV, in Archivio Veneto, XXXIV/1 (1887) p. 198; C. Castellani, La stampa in Venezia nel secolo XV, I, Venezia 1889, p. 37; D. Bernoni, Dei Torresani, Blado e Ragazzoni celebri stampatori a Venezia e Roma nel XV e XVI secolo, Milano 1890, pp. 12 s.; H.R.F. Brown, The Venetian printing press, London 1891, pp. 15, 38; V. Massena, Les livres à figures vénitiens de la fin du XVe siècle, Florence 1907-14, I, pp. 88-93, 293 s., 296 s.; Italian book-illustrations and early printing. A catalogue of early italian books in the library of C.W. Dyson Perrins, preface by C.W. Dyson Perrins, introduction by A.W. Pollard, London 1914, pp. 45-47, 55; V. Scholderer, Catalogue of books printed in the XV Century now in the British Museum, V, London 1924, pp. XXI s.; Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, V, London 1929, pp. XXII, 267 s.; V. Finni, Pietro e Tommaso Piasi, tipografi cremonesi del secolo XV, in La Bibliofilia, XLIII (1941), pp. 86-110; M.E. Cosenza, Biographical and bibliographical Dictionary of the Italian Printers and of foreign Printers in Italy, Boston 1968, pp. 486 s.; A. Cioni, Blavis, Bartolomeo de, in Dizionario biografico degli Italiani, X, Roma 1968, p. 792; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae, 1465-1600, I, Aureliae Aquensis 1980, p. 257; G. Dillon, Sul libro illustrato del Quattrocento: Venezia e Verona, in La stampa degli incunaboli nel Veneto, a cura di N. Pozza, Venezia 1983, pp. 92-94; M. Lowry, Il mondo di Aldo Manuzio. Affari e cultura nella Venezia del Rinascimento, Roma 1984, pp. 132, 183; G. Borsa, L’attività dei tipografi di origine bresciana, al di fuori del territorio bresciano, fino al 1512, in I primordi delle stampa a Brescia 1472–1511, a cura di E. Sandal, Padova 1986, p. 28; M. Boiardo, Orlando innamorato, a cura di Neil Harris, Bologna 1987 (rist. anast. dell’edizione di Piero di Piasi, 1487); A. Bartòla, Del Medigo, Elia, in Dizionario biografico degli Italiani, XXXVIII, Roma 1990, pp. 117-121; M. Lowry, Nicolas Jenson and the rise of Venetian publishing in the Renaissance Europe, Oxford 1991, p. 183; P. Trovato, Con ogni diligenza corretto. La stampa e le revisioni editoriali dei testi letterari italiani, 1470-1570, Bologna 1991, pp. 41, 61, 64, 100 n., 127, 132 s., 137n.; E. Milano, Libri e opere xilografiche del Quattrocento, in Xilografia dal Quattrocento al Novecento: percorso storico-artistico sui fondi della Biblioteca Estense, a cura di E. Milano, Modena 1993, pp. 48-50, 54, 59, 83; The publications of the Torresani, contrefactions, associated material and addenda, V, Los Angeles 1994, pp. 1 s., 3 s.; Da quella piana terra padana: i soci asolani di Aldo, mostra bibliografica, 9 aprile-8 maggio 1999, a cura di E. Rangognini, Cremona 1999, pp. 12, 15; M. Venier, Per una storia del testo di Virgilio nella prima età del libro a stampa (1469-1519), Udine 2001, p. 74; Cantari novellistici dal Tre al Cinquecento, a cura di E. Benucci - R. Manetti - F. Zabagli, introduzione di D. De Robertis, Roma 2002; C. Dondi, Printers and Guilds in Fifteenth-Century Venice, in La Bibliofilia, CVI/3 (2004), pp. 258 s.; D. Guernelli, Qualche nota sulla miniatura bolognese del terzo quarto del Quattrocento, in Il carrobbio, XXXV (2009), pp. 79-86; G. Crupi, Gli incunaboli italiani in lingua volgare: preliminari di una ricerca, Roma 2012, pp. 56, 58 s.; C. Dondi - N. Harris, Best Selling titles and Books of hours in a Venetian bookshop of the 1480s: the Zornale of Francesco de Madiis, in La Bibliofilia, CXV/1 (2013), pp. 69, 74 s., 78, 80; Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (http://edit16.iccu. sbn.it).