PIETRO di Blois
Scrittore latino del Medioevo, nato a Blois verso il 1135, morto dopo il 1204. Di nobile famiglia, seguì gli studî monastici a Tours; passato a Parigi, divenne discepolo e ammiratore di Giovanni di Salisbury, che infatti insegnò in quella città negli anni 1140-1150; indi frequentò i corsi di giurisprudenza a Bologna, spingendosi fino a Roma. Di ritorno a Parigi, si dedicò interamente agli studî teologici, nei quali acquistò larghe conoscenze. Verso il 1166 passava in Sicilia, dove l'anno seguente diventò precettore del giovane re Guglielmo II. La grande influenza politica che si era acquistata per tramite del suo delicato ufficio, gli attirò così forti ostilità che fu costretto a ritornare in Francia. Chiamato alla corte inglese da Enrico II, divenne cancelliere dell'arcivescovo di Canterbury, che rappresentò in parecchie e importanti missioni a Roma presso il papa. Dal 1191 fino al 1195, rivestì l'ufficio di segretario della regina Eleonora rimasta vedova di Enrico II. La sorte che gli era stata sempre benevola, gli rese aspri e oscuri gli ultimi anni della sua vita.
P. di B. è uno dei più fecondi rappresentanti di quell'evoluzione culturale e politica a cui era pervenuta la società normanna che dalla Francia si trapiantava in Inghilterra; cosicché la sua attività, specie l'epistolario, riveste un valore di documento. Dietro esortazione di Enrico (1190-1192), P. di B. s'indusse a curare un'antologia delle sue lettere, sia di quelle scritte a nome suo, sia delle altre dettate in nome degli alti prelati e dei principi di cui era stato segretario: sono 183 epistole disposte senza ordine cronologico e tanto meno contenutistico; peraltro la raccolta non è completa, poiché di P. di B. ci sono pervenute 234 lettere, le quali tuttavia rappresentano soltanto una parte della sua vasta e multiforme corrispondenza. Essa c'informa della vita morale, intellettuale e politica delle varie classi, soprattutto di quelle aristocratiche ed ecclesiastiche (importante, fra le altre, l'epistola diretta a suo fratello Guglielmo di Blois, ch'essa rivela autore della commedia Alda). Di P. di B. ci è pervenuta anche una feconda produzione apologetica: 65 sermoni, di stile impersonale e di contenuto generico; una serie di opuscoli teologici e polemici (De transfiguratione Domini; Compendium in Job, scritto a richiesta di Enrico II e con finalità puramente moralistiche; De utilitate tribolationum; Invectiva in depravatorem; Contra perfidiam iudaeorum; De Jerosolymitana peregrinatione acceleranda, esortazione alla crociata, ecc.). Fra tutti il trattato mistico De amicitia Christiana è forse l'opera sua più personale. Rivestono un particolare interesse il Libellus de arte dictandi rhetorice e le sue brevi poesie di gusto umanistico (fra cui De commendatione vini).
Ediz. e bibl: Migne, Patr. Lat., XXVII. Cfr. inoltre, M. Manitius, Gesch. der lat. Liter. des Mittelalters, III, Monaco 1931, pp. 293-300; cfr. anche N. Iung, in Dictionn. de théol. cath., fasc. CVI-CVII, 1934, coll. 1884-89. Inoltre: E. Braunholtz, Die Streitgedichte P. von B. über d. Wert des Weines u. Bieres, in Zeit. f. rom. Philol., XLVII (1927), pp. 30-38; M.-M. Davys, Un traité de l'amour au moyen âge (Testo, trad. del De amicitia Christiana), Parigi 1932.