PIETRO di Lando
PIETRO di Lando. – Nato forse intorno al 1330, il senese Pietro di Lando è stato spesso ritenuto figlio del famoso orafo e scultore Lando di Pietro, ipotesi negata dagli studi più recenti (Moretti, 2004, p. 440). Nel 1356, a Firenze, Pietro lavorava a un coro ligneo per la chiesa di Santa Croce, pagato dalla famiglia Alberti (Goldthwaite - Settesoldi - Spallanzani, 1995). All’opera collaboravano, in un ruolo inferiore, Agnolo di Benzo, Giovanni di Santi e un discepolo di Lando, probabilmente un Francesco da Siena forse identificabile con Francesco Del Tonghio. Nel 1366 Pietro sottoscrisse il coro ligneo della chiesa senese di San Domenico, assieme al fratello Lorenzo, con la seguente iscrizione: «Petrus et Laurentius Landi de Senis fecerunt hoc opus MCCCLXVI» (Pecci, 1731, c. 197r). Del fratello Lorenzo non si hanno altre notizie; secondo Milanesi (1873, 1901) sarebbe morto prima della data indicata, nel 1360 o nel 1363.
Smantellato dopo i danni subiti nel terremoto del 1798 (Romagnoli, III, 1976, pp. 198 s.) il coro, per il quale il Comune di Siena concedeva 100 fiorini già nel 1361 (Liberati, 1961), doveva essere un’opera imponente e di accurata fattura, tale da meravigliare ancora gli eruditi che lo citano. In contrasto con questa realizzazione, nello stesso anno 1366 Pietro di Lando risulta però detenuto nelle carceri di Firenze e in una supplica da lui scritta (Milanesi, I, 1854, pp. 262 s.) dichiarava di aver lavorato negli anni precedenti alla costruzione di mura e torri di un ‘castrum’ fiorentino in Val di Sieve, assieme al maestro Buono di Martino; nel documento diceva anche di esser solito risiedere «in populo sancti Pauli de Florentia». Nel 1371 gli veniva allogato il coro ligneo della chiesa maggiore di Fiesole (Borghesi - Banchi, 1898, pp. 36-38; Milanesi, 1901, pp. 60-62), compiuto nel 1373.
Unico possibile frammento sopravvissuto dell’opera è la cosiddetta Cattedra di Sant’Andrea Corsini conservata nella cattedrale fiesolana. È possibile che in precedenza Pietro di Lando abbia lavorato anche ai perduti cori lignei delle chiese fiorentine di S. Pier Maggiore e di S. Miniato fra le Torri, che erano indicati come modello per il coro fiesolano. L’artista è identificabile con il «Pietro Landi» che tra il 1379 e il 1380, assieme a Iacopo di Biagio da Scopeto, eseguì il coro ligneo del Duomo di Firenze (Guasti, 1887, pp. 249 s.; Poggi, 1909, pp. CXX, 232). Collocato nella navata, e pensato come arredo temporaneo per una chiesa ancora in costruzione, il coro è identificabile in quello, definito «vecchio», che fu venduto ai francescani nel 1437 (Poggi, 1909, pp. CXX, 236).
Il 7 agosto 1380 Pietro di Lando (indicato chiaramente, in questo caso, come senese) fu tra coloro che ricevettero venti soldi dall’Opera per essere andati «ad consulendum super fundamento» della cupola del Duomo (Guasti, 1887, pp. 250 s.); nel 1384 Pietro fu tra gli artefici che diedero il proprio parere in merito alle dimensioni delle sacrestie ricavate nei pilastri di sostegno della cupola stessa (pp. 270 s.). Dopo tale data non si conoscono altre notizie relative al maestro; l’anno di morte è ignoto. Secondo Romagnoli (III, 1976, pp. 197-199) Pietro avrebbe ricoperto numerosi incarichi civici di una certa rilevanza a Siena fra il 1360 e il 1385; le notizie riportate dall’erudito necessitano di nuova verifica in quanto risultano spesso non compatibili con l’accertata attività fiorentina e potrebbero riferirsi ad omonimi, vista anche la notevole diffusione del nome.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Siena, Mss., D.6: G.A. Pecci, Raccolta universale di tutte l’iscrizioni, arme, e altri monumenti, sì antichi, come moderni, esistenti nel Terzo di Camollia fino a questo presente anno MDCCXXXI. Libro Terzo, Siena, c. 197r; G. Della Valle, Lettere Sanesi, II, Venezia 1782, p. 139; G. Milanesi, Documenti per la storia dell’arte senese, I, Siena 1854, pp. 262 s.; Id., Sulla storia dell’arte toscana, Siena 1873, p. 67; C. Guasti, Santa Maria del Fiore. La costruzione della chiesa e del Campanile, Firenze 1887, pp. 249 s.; S. Borghesi - L. Banchi, Nuovi documenti per la storia dell’arte senese, Siena 1898, pp. 36-38; G. Milanesi, Nuovi documenti per la storia dell’arte toscana, Firenze 1901, pp. 60-62; G. Poggi, Il Duomo di Firenze, Berlino 1909, pp. CXX, 232, 236; A. Liberati, Chiese, Monasteri, Oratori e Spedali Senesi, in Bullettino Senese di Storia Patria, LVIII (1961), pp. 263-274; E. Romagnoli, Biografia cronologica de' bellartisti senesi 1200-1800. Opera manoscritta in tredici volumi (1835 ca), Firenze 1976, II, p. 71, III, pp. 197-199, 365, 422; I dintorni di Firenze, a cura di A. Conti, Firenze 1983, p. 63; R.A. Goldthwaite - E. Settesoldi - M. Spallanzani, Due libri mastri degli Alberti. Una grande compagnia di Calimala. 1348-1358, Firenze 1995, I, pp. 162 s., II, pp. 469, 485, 570; S. Moretti, Lando di Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXIII, Roma 2004, pp. 438-440; T. Rohark, Intarsien. Entwicklung eines Bildmediums in der italienischen Renaissance, Göttingen 2007, pp. 49 s., 168, 213; R.P. Novello, P. di L., in Opere firmate nell’arte italiana. Medioevo. Siena e artisti senesi. Maestri di legname, a cura di M.M. Donato, in corso di pubblicazione come monografia della rivista Opera, Nomina, Historiae http://onh.giornale.sns.it.