UBALDI, Pietro
di Matteo di Pietro degli (Pietro II Baldeschi, Petrus de Perusio). – Nacque intorno al 1410 a Perugia dal giurista Matteo (I), figlio del canonista perugino Pietro (I) degli Ubaldi. Non è noto l’anno esatto di nascita, ma lo si può dedurre approssimativamente dal fatto che Pietro dovette rinunciare al suo incarico di professore all’Università di Perugia nel 1493 a causa dell’età.
Anche il padre Matteo fu un giurista, che però non raggiunse il prestigio del famoso padre Pietro (I) degli Ubaldi e degli ancor più famosi zii Angelo (I) e Baldo (I) (v. le voci in questo Dizionario). Non ci sono prove di una sua attività come professore; è tuttavia documentato come sottoscrittore di un consilium di Pierfilippo della Corgna (Siena, Archivio dell’Università, ms. senza segnatura, c. 205v; Ascheri, 1971, p. 137).
Matteo si distinse soprattutto per le presenze politiche al servizio della sua città natale, Perugia, e potrebbe essere identificato con quel Matheus Petri porte Sancte Petri che tra il 1402 e il 1411 è frequentemente attestato nei servizi comunali, anche nei mesi di aprile e settembre come inviato presso il duca di Milano (Archivio di Stato di Perugia, Consigli e Riformanze, 47, cc. 44r, 46r, 82v, 110r; Bellini, 2006-07, pp. 394 s.): lo suggerisce la residenza porta S. Petri attestata per Pietro (I) e lo stesso Matteo in occasione di un prestito comunale (dicembre 1410 e marzo 1411; Consigli e Riformanze, 55, c. 10rv; 56, cc. 30v-31r; Bellini, 2006-07, p. 552).
Certa è invece l’identificazione di Matteo di Pietro Baldeschi con un uomo politico perugino citato più volte tra il 1416 e il 1420, menzionato nel 1416 e 1418 come membro di una commissione comunale o magistrato e che fu inviato come ambasciatore di Perugia al neoeletto papa Martino V nel 1417 e nel 1418 (Pellini, 1664, pp. 226, 231, 250). Chiese invano al papa di acconsentire all’assoggettamento di Perugia al condottiero Braccio Fortebracci e nel 1420 mediò una pace tra Braccio, il papa e i Bentivoglio di Bologna. Almeno in una delle sue legazioni si recò anche presso re Sigismondo: fu autore in queste occasioni di due orazioni (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, ms. 3530, cc. 1r-2r: Oratio (nomine civitatis Perusinae) coram caesare Sigismundo; e cc. 3r-3*r: Oratio coram Martino V papa); tale manoscritto conserva inoltre altre opere di un Matthaeus de Perusio che gli possono essere attribuite (una Epistola ad Guidonem de Interamne praeceptorem suum e una Oratio in introitu Francisci de Ferrettis Perusini praetoris). Inoltre Matteo potrebbe essere l’autore di un discorso tenuto all’università di Perugia conservato nella Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 1495, cc. 13r-16v (Oratio Mathioli perusini habita ante summos viros rectorem et omnes Perusiae interpraetes in novatione annua studiorum). È documentato infine ancora una volta nel 1421 quando, come membro di una commissione, esaminò le condizioni strutturali della chiesa di S. Francesco al Prato, dove si trovava la tomba della famiglia Baldeschi.
Le prime notizie relative a Pietro risalgono al 1436 e riguardano il possesso di una torre nei pressi di Assisi (Bini, 1816, p. 304). Tra il 1441 e il 1447 è poi segnalato come professore di diritto. Nell’anno accademico 1441-42 lesse il Digestum vetus, nell’orario pomeridiano, e nel 1443-44 insegnò diritto civile. Ma anche il diritto romano fu al centro dell’attenzione del giurista, che è in ogni caso menzionato come doctor utriusque iuris. Il suo stipendio era in questo periodo piuttosto modesto, tra i 45 e i 57 fiorini annui (Sini - Zucchini, 2014, pp. 137-139). Anche negli anni e decenni successivi Pietro continuò a insegnare a Perugia.
Per il 1448 sappiamo solo che gli fu parzialmente assegnato quanto restava dello stipendio del defunto Angelo Perigli (Archivio di Stato di Perugia, Consigli e Riformanze, 84, cc. 17v-18r; Bellini, 2006-07, p. 554), ma non sappiamo cosa insegnò. Nel 1451 dovette, come gli altri professori, giurare di non portare davanti ad altri tribunali le cause che rientravano nella giurisdizione urbana (Consigli e Riformanze, 87, cc. 54v-55r). Nel 1459 Pietro fu come uno dei garanti della Casa della sapienza (Consigli e Riformanze, 95, c. 161v). Alla fine degli anni Sessanta del Quattrocento, in competizione con il suo ex allievo Benedetto Capra, lesse il secondo libro delle decretali (Treggiari, 2010, p. 495).
Per i vent’anni successivi mancano informazioni, ma all’inizio del 1489, in una raccomandazione per il giurista Sigismondo degli Ubaldi per l’Università di Pisa, viene menzionata anche la reputazione della famiglia e nell’ambito di essa anche Pietro II viene altamente lodato: «e della degna casa donde fu Baldo veccio, Piero et Angelo: tanto da legisti nominati et al presente è uno zio m. Pietro chiamato dottor veritatis» (Verde, 1973, p. 633). Tale titolo, che era già stato attribuito a Pietro I, rimase così ‘in famiglia’. In questo periodo, negli anni accademici 1489-90 e 1492-93, Pietro II tenne la lettura ordinaria di diritto canonico di mattina, con un compenso di 200 fiorini per ciascun insegnamento. Nel 1489 anche Tomaso Diplovatazio studiò con lui.
Lungo tutto il corso della sua carriera è testimoniato in diverse occasioni al servizio della città.
Già nel 1442 ricoprì la carica di iudex super communi dividundo (Bellini, 2006-07, pp. 503, 554). Nel 1443 e 1458 fu membro di commissioni per la riforma degli statuti di Perugia. Nel 1464 fu inviato a Siena presso Pio II, con l’incarico di presentare le scuse per lo scarso contributo di Perugia alla guerra contro i turchi (Consigli e Riformanze, 100, c. 32v; Bellini, 2006-07, p. 21). Nel 1482 fece parte di una commissione per le trattative di pace con il vescovo di Assisi. Nel settembre del 1486 si adoperò invano per il rientro in città di un cugino recentemente esiliato da Perugia, Angelo Novello, e dei suoi figli (Cronaca perugina..., a cura di O. Scalvanti, 1903, p. 257).
Negli anni Novanta, ormai ultraottantenne, si ritirò progressivamente dagli impegni accademici e civici. Nel 1493 dovette infatti abbandonare la sua cattedra propter senectutem e ciò provocò una crisi nello Studio, poiché anche Baldo Bartolini e Pierfilippo della Corgna erano morti poco prima (Bistoni Colangeli, in VI Centenario della morte di..., 2005, p. 553). Due anni dopo (1495) rinunciò alla carica di avvocato del comune per motivi di età. L’ultimo segno di vita è il testamento del 1499; probabilmente morì poco dopo.
L’elenco delle opere di Pietro è finora noto solo in modo frammentario. A lui sono attribuite le lezioni sul secondo e terzo libro delle decretali (Bologna, Collegio di Spagna, mss. 95, cc. 1r-473v; 110, cc. 2r-211v; Napoli, Biblioteca nazionale, ms. I.H.22, cc. 139r-155v; XIII.A.16) e a diverse sezioni del Digesto (Bologna, Collegio di Spagna, ms.. 127, cc. 402r-494v [Dig. 45.1.6-11.5], 500r-528v [Dig. 41.3.1-30]; 171, cc. 472r-533r [Dig. 17-19]; 244, cc. 233r-283v [Recollecta super secunda parte Digesti Veteris]).
Un suo consilium, scritto probabilmente poco dopo il 1460, è stato tramandato a Siena, Archivio dell’Università, ms. senza segn., cc. 217r-220r (Ascheri, 1971, p. 137). Un altro consilium originale è conservato a Bologna, Collegio di Spagna, ms. 81, cc. 94r-98r (De decima exigenda ab hebraeis).
Pietro II ha ottenuto il maggior successo con il suo Tractatus de duobus fratribus, un trattato monografico sul diritto delle società private. Il testo è fortemente ispirato a due consilia del nonno Pietro I e di Lodovico Pontano (morto nel 1439), anch’essi inclusi nell’opera. Il trattato è tràdito da una lunga serie di manoscritti (per esempio Bologna, Collegio di Spagna, ms. 252, cc. 373r-451v; Lucca, Biblioteca capitolare Feliniana, ms. 170, cc. 193r-240v; Napoli, Biblioteca nazionale, I.H.22, cc. 51r-131r; II.A.3, cc. 53r-120r; IV.H.21, cc. 131r-176v; XIII. A.16; S.Q., VIII.I.5, cc. 122r-135v; Parigi, Bibliothèque nationale de France, lat., 4584, cc. 1r-82r). Fu ben presto stampato (già intorno al 1483: Pinerolo, Jacobus Rubeus; ISTC, iu000500000000) e poi incluso, nel Cinquecento, anche nei Tractatus Universi Iuris (VI, 1, Venetiis 1584, cc. 133r-173v).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Perugia, Consigli e Riformanze, 47, cc. 44r, 46r, 82v, 110r; 55, c. 10rv; 56, cc. 30v-31r; 84, cc. 17v-18r; 87, cc. 54v-55r; 95, c. 161v; 100, c. 32v. Cronaca Perugina inedita di Pietro Angelo di Giovanni (già detta del Graziani). Parte seconda (anni 1461-1494), a cura di O. Scalvanti, in Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria, IX (1903), pp. 27-113, 141-380 (in partic. p. 254); Thomae Diplovatatii Liber de claris iuris consultis, a cura di F. Schulz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, Bononiae 1968, pp. 410 s.
C. Alessi, Elogia civium Perusinorum..., Romae 1652, pp. 313 s.; P. Pellini, Dell’Historia di Perugia, II, Venetiis 1664, pp. 226, 231, 233 s., 243, 250, 265, 643, 674, 705, 713, 796; V. Bini, Memorie istoriche della Perugina Università degli studi e dei suoi professori, I, 2, Perugia 1816, pp. 303-306; G.B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini e notizie delle loro opere, I, Perugia 1829, pp. 148 s., 160-163; M. Ascheri, Saggi sul Diplovataccio, Milano 1971, p. 137; G. Ermini, Storia della Università di Perugia, I-II, Firenze 1971, pp. 515, 546; A.F. Verde, Lo Studio fiorentino, 1473-1503. Ricerche e documenti, II, Firenze 1973, p. 633; P. Monacchia, “La casa che habitiamo”. Riflessioni patrimoniali su Baldo e sua famiglia, in Ius commune, XXVII (2000), pp. 3-25 (in partic. p. 13); VI Centenario della morte di Baldo degli Ubaldi, 1400 - 2000, a cura di C. Frova - M.G. Nico Ottaviani - S. Zucchini, Perugia 2005 (in partic. F.F. Mancini, Pro maiori familie de Ubaldis amplitudine et doctorandorum commoditate. Il palazzo cinquecentesco di via Baldeschi a Perugia, pp. 171-192, in partic. p. 186; C. Frova, Carriere universitarie dei Baldeschi, pp. 523-538, in partic. p. 527; M.G. Bistoni Colangeli, La famiglia Baldeschi nel contesto socio-politico cittadino, pp. 539-554, in partic. p. 553); E. Bellini, Comune e studio a Perugia nel Quattrocento, tesi di dottorato, Università di Perugia, 2006-07, pp. 329, 331, 336 s., 339, 394 s., 409, 498, 503, 554 s., 568, 577, 593; S. Zucchini, Università e dottori nell’economia del Comune di Perugia..., Perugia 2008, pp. 115, 117, 145, 147; F. Treggiari, Giuristi tra scienza e pratica, in Giuristi dell’Università di Perugia. Contributi per il VII centenario dell’Ateneo, a cura di F. Treggiari, Roma 2010, pp. 461-518 (in partic. p. 495); C. Frova, P. degli U. jr., in Dizionario biografico dei giuristi italiani, II, Roma 2013, p. 1581; D. Sini - S. Zucchini, Il finanziamento pubblico dello Studio perugino nella documentazione della Camera apostolica (secoli XV-XVI), in Annali di storia delle Università italiane, XVIII (2014), pp. 115-139 (in partic. pp. 137-139).