FABRIS, Pietro
Attivo a Napoli fra il 1756 e il 1792, fu probabilmente di origine inglese.
Mancano dati biografici più articolati e specifici; anche la sua nazionalità è attestata unicamente dal fatto che egli stesso in molti quadri si definisce, accanto alla firma, "English painter". Un'ulteriore incertezza riguardante il nome di battesimo - interpretato da taluni come "Pio" in virtù di una erronea lettura di alcune firme - è invece da ritenersi definitivamente superata.
L'attività del F. si svolse, con la probabile interruzione di alcuni soggiorni londinesi, interamente a Napoli, nella cui corrente culturale egli risulta pienamente inserito. La sua vasta produzione artistica conosciuta va compresa dunque fra la data del 1756, apposta su una Scena napoletana (Londra, Trafalgar Galleries: cfr. Spinosa, 1987, p. 162), e quella del 1792, esecuzione del Pellegrinaggio al santuario della Madonna dell'Arco (mercato antiquario, già Matthiesen, Londra, pubbl. in Spinosa, 1987, fig. 410).
Tale produzione comprende numerosi oli su tela, gouaches e disegni, ispirati a vedute e paesaggi napoletani e a scene popolari, feste e costumi dell'Italia meridionale. Nella fase iniziale sono marcati i riferimenti a Carlo Bonavia e Gabriele Ricciardelli, arricchiti in seguito dalle collusioni col vedutismo scenografico di Antonio Joli (col quale il F. è stato spesso confuso), per poi stabilizzarsi infine con i modi rigorosi del tedesco Jakob Philipp Hackert, presente quest'ultimo a Napoli dal 1770. Rare deviazioni da questo percorso sono due tarde tele di soggetto sacro (un S. Francesco d'Assisi e un S. Antonio da Padova) nella chiesa di S. Chiara a Bari, ispirate alla maniera di Francesco Celebrano e Fedele Fischetti.
Numerosi quadri del F., oltre a quelli già citati, sono firmati e datati, il che consente di seguirne lo sviluppo artistico; tra questi: 1757, Venditori di cocomeri presso il porto (Londra, Trafalgar Galleries); 1766, Colazione in riva al mare e Colazione sulla spiaggia di Posillipo (Edimburgo. Holyroodhouse); 1773, Ferdinando IV di Borbone alla caccia del cinghiale, in cui è presente l'autoritratto dell'artista (Caserta, palazzo reale); 1778, Scene di vita popolare sulla spiaggia di Posillipo (già mercato antiquario londinese; pubbl. in Spinosa, 1987, fig. 408).
In questo percorso spiccano, per costanza tematica, le varie illustrazioni di feste, tarantelle, colazioni, scenette di genere, tutte in formati piuttosto contenuti, che incontravano in particolare il gusto di collezionisti e viaggiatori stranieri. Importanti serie di questi soggetti, databili tra l'ottavo e il nono decennio del Settecento, sono conservate presso la reggia di Caserta (Colazione a Posillipo, Gita a Baia, Ritorno dalla festa della Madonna dell'Arco, Colazione a Marechiaro, Popolani alla Gaiola, Pescatori alla Gaiola) ed il Museo di S. Martino a Napoli (Colazione alla Gaiola e Pescatori a Marechiaro).
Nell'ambito di un differente filone tematico, di tendenza marcatamente documentaria, spiccano i due dipinti raffiguranti interni dell'appartamento di lord Fortrose a Napoli (Edimburgo, National Gallery of Scotland, Portrait Gallery).
Riproducono una Lezione di scherma ed un Concerto (quest'ultimo con autoritratto dell'artista) e testimoniano fedelmente il gusto del committente, importante collezionista di oggetti d'arte, antichità e curiosità. In essi è raffigurato sir William Hamilton, ambasciatore britannico a Napoli, col quale il F. collaborò ad illustrare a gouache il volume Campi Phlegraei (Napoli 1776-79; cfr. ed. a cura di G. Briganti, Napoli 1985), opera di vulcanologia estesa all'osservazione delle zone vulcaniche della Campania e della Sicilia. Fu questo uno tra i libri più ammirati del Settecento tra le varie cerchie di viaggiatori, scienziati, conoscitori d'arte.
Nella assoluta scarsità di dati biografici acquistano notevole importanza i rapporti del F. con i collezionisti ed i mercanti inglesi: nel 1768 espose alcuni quadri alla Free Society e nel 1772 due vedute alla Society of artists, entrambe di Londra. Ugualmente a Londra, tra il 1777 e il 1782, furono edite le incisioni con le vedute di Napoli e dintorni della serie Twenty views of Naples and its environs engraved by Sandby and Robertson.
Un altro campo di attività del F. fu quello dell'illustrazione di costumi e scene popolari della Campania e delle restanti regioni del Regno.
L'opera più importante è senz'altro il raro volume di stampe Raccolta di vari vestimenti ed arti del Regno di Napoli, edita a Napoli nel 1773 e dedicata anch'essa a sir William Hamilton, nella quale il F. collezionò in trentacinque tavole altrettante fogge di costumi di popolani ed artigiani dei borghi di Napoli, Gaeta, Torre del Greco, Puglia, Calabria e delle isole di Ischia, Procida, Lipari.
Va ricordata infine la vasta produzione di gouaches sciolte e disegni, ovviamente ispirata a tutti i temi prevalenti della pittura e della illustrazione a stampa dell'artista. Gli esemplari più numerosi sono conservati presso il Museo di S. Martino a Napoli, alla Società napoletana di storia patria ed in raccolte private napoletane.
Dopo il 1792 non abbiamo più notizie del F. e ignoriamo anche il luogo della sua morte.
Bibl.: G. Doria-O. Ferrari, Vedute napoletane della raccolta Lemmermann (catal.), Napoli 1952, pp. 16 s., 54-62; M. Rotili, Achille Vianelli (catal.), Napoli 1954, p. 16; R. Causa, Pitloo, Napoli 1956, p. 37; R. Colas, Bibliographie generale du costume et de la mode, New York 1963, n. 1022; S. Ortolani, G. Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all'800, Napoli 1970, pp. 127 ss., 233 n. 49; M. Winquist, Hjalmar Mörner, artista svedese a Napoli, in Napoli nobilissima, s. 3, IX (1970), 4-5, pp. 169 s.; N. Spinosa, La pittura napoletana da Carlo a Ferdinando IV di Borbone, in Storia di Napoli, VIII, Napoli 1971, pp. 525, 547; M. Causa Picone, Disegni della Società napoletana di storia patria, Napoli 1974, pp. 62 s.; A. Negrospina, L'incisione napoletana dell'Ottocento, Napoli 1976, pp. 48 s., 57 n. 16; M. Paone, Ilcostume popolare salentino. Storia, arte, poesia, Galatina 1976, pp. 8, 33; J. Urrea Fernandez, La pintura italiana del siglo XVIII en España, Valladolid 1977, p. 327; N. Spinosa, in Civiltà del Settecento a Napoli (catal.), Firenze 1979, I, pp. 290 s.; II, p. 434; R. Causa, ibid., I, p. 330; Id., Sterminator Vesevo, in FMR, II (1983), 15, p. 76; H. Acton, Three extraordinary ambassadors, London 1983, p. 63; C. Knight, Ilcontributo di P. F. ai "Campi Phlegraei" di Hamilton, in Napoli nobilissima, XXIII (1983), pp. 100-110; Gouaches napoletane del Settecento e dell'Ottocento (catal.), Napoli 1985, pp. 56 s., 61, 101, 206 s.; M. Fabiani-L. Fino, Scene di vita popolare a Napoli nell'età romantica, Napoli 1985, pp. 61-67; R. Middione-F. Navarro, A Nàpolyifestészet aranykor (L'età d'oro della pittura napoletana; catal. mostra Budapest), Napoli 1985, p. 132; N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal rococò al classicismo, Napoli 1987, ad Indicem; M. Magnifico-M. Utili, Vedute italiane del '700 nelle collezioni private italiane (catal.), Venezia-Milano 1987, p. 92; R. Middione-B. Daprà, Realtà e fantasia nella pittura napoletana (catal.), Napoli 1987, pp. 78-84; Id-Id., Reality and imagination in Neapolitan painting of the 17th to 19th centuries (catal.), Edinburgh 1988, pp. 26-29; F. W. Haweroft, Travels in Italy. 1776-1783. Based on the "Memories" of Thomas Jones, Manchester 1988, pp. 81 s., 88; N. Spinosa, in La pittura in Italia. Il Settecento, II, Milano 1990, pp. 514 s., figg. 743, 745; A. Spinosa, ibid., p. 710; U. Thieme-F. Becker, künstlerlexikon, XI, p. 170; Diz. enc. Bolaffi dei pittori... ital., IV, pp. 259-261.