FERRETTI, Pietro
Patriota, nato in Ancona il 15 luglio 1790, morto a Firenze il 1 aprile 1858. Figlio del conte Oliverotto e di Flavia Manciforte-Perelli, seguì la famiglia durante le vicende rivoluzionarie. Tornato in patria, vi rivestì uffici pubblici, finché il governo pontificio restaurato gli tolse ogni carica. Più tardi ebbe l'incarico di direttore di polizia in Romagna (1817-1819). Dopo lunghi viaggi all'estero, tornò in Ancona, ove attese a studî di architettura civile. Durante la rivoluzione del 1831 il suo temperato liberalismo lo fece designare dal governo provvisorio come preside di Ancona. Attivo ed energico, fece buona prova, tenendo a freno gli elementi più eccitati, e, con l'arresto del cardinale Benvenuti, prevenendo lo scoppio di un movimento controrivoluzionario. Restaurato il governo papale, il F. fu dei 33 esclusi dall'amnistia. Fu esule a Corfù, in Francia e in Egitto. Chiamato a Napoli (1834) da suo fratello Gabriele (v.), si occupò di affari bancarî e di esportazione. Quando il fratello divenne segretario di stato a Roma, egli lo seguì come consigliere, benvisto dai liberali. Notevoli incarichi ebbe in Roma, ma, rivelatosi impari alla gravità dell'ora, nel febbraio 1848 tornò a Napoli, ove dal 3 aprile al 10 maggio 1848 fu ministro delle Finanze. Deputato al parlamento napoletano, firmatario della protesta del 15 maggio 1848, dopo la definitiva dissoluzione della Camera, fu costretto a riprendere la via dell'esilio e si stabilì a Firenze.
Bibl.: M. d'Azeglio, Studî sul carattere e sugli atti di P. F., in Gazzetta piemontese, 1858, nn. 126-127; D. Spadoni, Il conte P. F., in Il Risorgimento italiano, I (1908), pp. 776 segg.