CASTELLI, Pietro Filippo
Nato a Vicenza nel 1724 da Benedetto e da Leoneda Cappellari Vivaro, studiò nelle scuole cittadine sotto la guida di Vincenzo Vicari e Girolamo Lombardi, due ottimi professori che gli ispirarono il gusto e la passione per le lettere classiche e la severa disciplina filologica. Insegnante in istituti pubblici e poi precettore nella famiglia del conte Francesco Chiericati, trascorse a Vicenza tutta la sua esistenza, priva di eventi significativi e tutta dedicata agli studi e alle ricerche erudite. Fornito di una vasta e solida cultura. fu consapevolmente lontano per educazione e temperamento da una convinta adesione o anche solo simpatia per le nuove idee illuministiche che stavano modificando il quadro delle convinzioni religiose, economiche e politiche dell’Italia settecentesca. Le sue esperienze di ricerca e di studio si indirizzarono sin dall’inizio a temi di erudizione locale nel tentativo di recuperare e valorizzare le memorie antiche e le più illustri glorie letterarie del capoluogo berico, nel quadro di una generale tendenza della cultura veneta ad esaltare, talvolta in consapevole funzione antiveneziana, le tradizioni storiche dei centri di Terraferma. La sua opera più nota e che più a lungo ha resistito all’usura del tempo è La vita di Giovangiorgio Trissino (Venezia 1753), stesa dopo anni di accurato lavoro, con cui il C. si prefisse di correggere alcuni errori rilevati in precedenti scritti, tra cui un articolo di Apostolo Zeno apparso sulla Galleria di Minerva (1696).
L’attenta e precisa biografia del C. analizza minutamente le opere del Trissino e traccia un ampio panorama storico della loro fortuna, nello spirito di una puntigliosa e un po’ campanilistica rivendicazione dei meriti dell’illustre concittadino; al saggio non difetta però un ragionevole spirito critico che consente ad esempio di valutare in modo equilibrato l’Italia liberata da’ Gothi, appesantita da una eccessiva imitazione di Omero (p. 99). Completa lo scritto un catalogo dettagliato delle opere in prosa ed in versi. edite, inedite ed attribuite, particolarmente prezioso, insieme alle lunghe note dense di minuziosa crudizione, per i successivi biografi del Trissino.
Nel 1754 il C. scrisse per la Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici diretta dal Calogerà un breve profilo di Conti Pigatti detto Conti di Monte, medico e poeta vicentino del sec. XVI, nuova testimonianza del suo dotto amore per la città natale (Notizie istoriche intorno alla vita e scritti di Conti Pigatti detto Conti di Monte medico e poeta, in Racc. d’opuscoli..., L [1756], pp. 467-490). Nel giugno del 1765 venne ordinato sacerdote e per l’occasione dedicò al vescovo di Vicenza Antonio Marino Priuli una Istoria genealogica della Serenissima Casa Priuli di Venezia, rimasta poi inedita (Vicenza, Bibl. Bertoliana, ms. Gon. 24.10-36), che riprende ed amplia, nell’ambito di un interesse esclusivamente genealogico, le notizie raccolte dall’avo materno G. A. Cappellari Vivaro nel famoso Campidoglio veneto.
Negli ultimi anni della sua vita una sistematica esplorazione degli archivi pubblici e privati di Vicenza gli consentì di raccogliere ed ordinare un vasto ed eterogeneo materiale destinato a costituire la base documentaria di un’ampia raccolta di Notizie letter. ed istor. degli scrittori vicentini da lui annunciata sin dal 1753.
La morte improvvisa nel 1770 gli impedì però di portare a termine il lavoro; le schede accumulate vennero ampiamente “utilizzate” dal carmelitano Angiolgabriello di Santa Maria, al secolo Paolo Calvi, che ne ricavò i sei tomi della sua Biblioteca, e storia di quei scrittori così della città come del territorio di Vicenza che pervennero fin’ad ora a notizia (Vicenza 1772-1782).
Fonti e Bibl.: G. A. Moschini, Della letteratura venez. del secolo XVIII fino a’ nostri giorni, I, Venezia 1806, p. 210; S. Rumor, Gli scrittori vicentini, I, Venezia 1905, pp. 383 s.; Id., Bibliografia stor. della città e Provincia di Vicenza, Vicenza 1916, pp. 109, 400; A. Bardella, P. F. C. e la “Istoria geneal. della Serenissima Casa Priuli”, in Ateneo veneto, CXXXII (1941), pp. 525.