FLORIDIA, Pietro
Nacque a Modica, nel Ragusano, il 5 maggio 1860 da Francesco e da Anna Napolino. Iniziò lo studio del pianoforte, sotto la guida della madre, e nel 1873 si iscrisse al conservatorio "S. Pietro a Majella" di Napoli, dove studiò pianoforte con B. Cesi, composizione con P. Serrao e L. Rossi, storia ed estetica musicale con F. Polidoro. Nel 1879, a soli diciannove anni, conseguì brillantemente il diploma di composizione, di pianoforte e di direzione d'orchestra, mentre già da tre anni sue composizioni per pianoforte venivano pubblicate dalla casa editrice Lucca di Milano.
Nella primavera del 1882 il F. fece rappresentare, al Circolo nazionale di Napoli, la sua prima opera, Carlotta Clepier: in tre atti, su libretto di G. Castelmezzano, riportò un notevole successo e fu rappresentata anche in altre città. Il F. però non ne rimase soddisfatto: rifiutò di cederla all'editore, bruciò addirittura la partitura e si ritirò in Sicilia a studiare.
Apprezzato pianista, per un anno, dal 1885 al 1886, il F. si esibì in una serie di concerti. Nel 1888 ottenne, presso il conservatorio di Palermo, la cattedra di pianoforte che conserverà fino al 1892.
Nel 1899 vinse il concorso bandito dalla Società del quartetto di Milano, con una sinfonia, che venne eseguita a Zurigo nel 1904, per l'inaugurazione della manifestazione musicale internazionale Neue Tonhalle. L'anno successivo sposò Lina Bickel, di Zurigo, che aveva conosciuto a Palermo e alla quale dedicò la fortunata sinfonia sopra menzionata.
Questi furono anni particolarmente intensi e impegnativì per il F.: si esibì come pianista, compositore, direttore; collaborò, sotto lo pseudonimo di Beguardo, a numerosi giornali e riviste musicali, tra le quali la Gazzetta musicale di Milano, allora diretta da G. Ricordi. Proprio la Casa Ricordi pubblicò vari lavori del F.: si trattò in particolare dì composizioni per pianoforte e arie da camera, tra le quali è nota soprattutto l'aria "Marche sauvage".
Nel 1892 il F. si trasferì a Milano dove strinse amicizia con A. Boito; entrambi, per tre anni, furono incaricati dal conservatorio di Milano di esaminare i candidati in sede di diploma. Intanto il F. lavorava all'opera Maruzza, su proprio libretto, che andò in scena al teatro Malibran di Venezia il 23 ag. 1894. Dopo il successo ottenuto, il libretto fu tradotto in tedesco da L. Hartrnann e l'opera rappresentata al teatro Municipale di Zurigo il 13 nov. 1896. In questo periodo, particolarmente felice per l'attività creativa del F., si manifestarono i primi dissapori con la Casa Ricordi, che cercò di imporgli un rimaneggiamento dell'opera Maruzza al fine di renderla più commerciale.
Nel maggio 1899 venne rappresentata al teatro Costanzi di Roma La colonia libera, opera in quattro atti su libretto di L. Illica, che segnò un nuovo successo per il F. e il debutto ufficiale dei soprano Emma Carelli; l'anno successivo, messa in scena al teatro Carignano di Torino, ottenne nuovi consensi. In seguito però divenne oggetto di aspre critiche e non fu più rappresentata.
Nel frattempo il F. aveva cominciato a prendere in considerazione l'idea di abbandonare l'Italia e trasferirsi in America: la rinuncia alla direzione del conservatorio di Bergamo nel 1897 e il successivo rifiuto della direzione del conservatorio "B. Marcello" di Venezia nel 1902 possono essere interpretati come segni del disagio che egli avvertiva ormai nell'ambiente musicale italiano.
Dopo aver composto nel 1902 The scarlet letter, un'opera che non fu mai rappresentata, nel 1904 il F. decise di emigrare, insieme con la moglie, negli Stati Uniti. Si stabilì a New York, dove inizialmente si adattò a fare orchestrazioni per fonografo. Nel 1906 si trasferì a Cincinnati, dove insegnò pianoforte e composizione al Music College. Nel 1908 fece ritorno a New York, dove continuò ad insegnare, a dare concerti e a comporre: scrisse diverse sinfonie, musica da camera, per pianoforte ed altro. Nel 1910 compose Paoletta, un'opera commissionatagli dal Comune di Cincinnati: su testo inglese di P. Jones, fu rappresentata la prima volta, sotto la direzione dello stesso F., alla Music hall di Cincinnati, riscuotendo grande successo.
Nel 1913 furono offerte al F. la direzione dei conservatorio di Palermo e la cattedra di alto perfezionamento in composizione al conservatorio "S. Pietro a Majella" di Napoli: egli rifiutò entrambe le proposte, preferendo rimanere in America. Nello stesso anno organizzò e diresse l'Orchestra sinfonica italiana a New York, ma non ebbe successo. Nel 1917 scrisse intermezzi per A Florentine tragedy di O. Wilde e nel 1923 pubblicò, per le edizioni Ditson di Filadelfia, due volumi dal titolo Early Italian songs and airs. Nel 1930 la American Opera Society di Chicago gli assegnò la David Bispham medal.
Nel 1932, poco prima di morire, il F. portò a termine una nuova orchestrazione dell'opera Maruzza; quest'ultimo lavoro, intitolato Malia, è rimasto inedito.
Il F. morì a New York il 16 ag. 1932.
La critica ha giudicato negativamente la produzione musicale del F. ritenendola piena di accenti patetici e caricata di eccessivo verismo. Si deve comunque rilevare che egli fu profondo conoscitore dell'opera wagneriana e tra i primi a farla conoscere in Italia. Fu anche un valido insegnante e rappresentò, negli Stati Uniti, un punto di riferimento essenziale per numerosi musicisti. Le sue composizioni sono state pubblicate da Ricordi, Schirmer, Fischer, Carisch & Jänichen, Ditson e altre case editrici.
Fonti e Bibl.: G.E. Schiavo, Italian-American hitory, I, New York 1947, pp. 325 ss.; G.B. Floridia, F. musicista di Sicilia, in L'Illustr. siciliana, 25 apr. 1949, pp. 6 s.; V. Prajese, Dal Costanzi all'Opera, I, Roma 1977, pp. 161 ss.; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Milano 1928, p. 214; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, p. 550, e Suppl., p. 312; H. Riemanns Musiklexikon, I, p. 519; Diccionario de la música Labor, I, Barcelona 1954, p. 936; Enciclopedia della musica Ricordi, III, p. 6; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 783.