TOMAI, Pietro Francesco
TOMAI (Tommai, Tomasi, Tommasi), Pietro Francesco (Pietro da Ravenna). – Nacque intorno al 1448 a Ravenna da Gioacchino; non si conosce il nome della madre.
Per studiare diritto si trasferì a Padova, dove seguì le lezioni di Alessandro Tartagni da Imola e si addottorò in utroque iure nel 1472, anno in cui fu stampata a Venezia, presso Nicolas Jenson, una sua Oratio pro patria. La prodigiosa memoria dimostrata durante gli studi gli procurò una grande fama, al punto che fu invitato a dar prova delle proprie abilità mnemoniche in numerose città, fra cui Venezia (dove incontrò Cassandra Fedele), Brescia, Piacenza e Ferrara. Insegnò inoltre diritto a Pavia, Bologna e Pistoia, dove rimase dal 1477 al 1481, ottenendo anche la cittadinanza. Rientrò quindi a Padova tra il 1482 e il 1483 per ricoprire la cattedra di diritto canonico, con uno stipendio iniziale di 80 ducati, portato a 150 nel 1484 e aumentato di altri 50 ducati nel 1492 in ragione dei suoi numerosi figli (non se ne conosce il numero esatto) avuti da due mogli (è noto solo il nome della seconda, Lucrezia Azzoni). In questi anni si fregiò del titolo di eques auratus e pubblicò una silloge di Carmina (Padova, M. Cerdonis, 1485 circa) e il fortunatissimo manuale di mnemotecnica Phoenix (Venezia, B. de Choris, 1491), uno dei primi testi a ottenere il privilegio dell’esclusiva di stampa, più volte ripubblicato fino al XVII secolo.
Nel novembre del 1497 fu scelto dal duca di Pomerania Boghislao X per insegnare diritto civile e canonico presso l’Università di Greifswald. Dopo aver fatto visita all’imperatore Massimiliano I a Innsbruck, nell’aprile del 1498 giunse con la famiglia a Greifswald, dove rimase fino al 1503, ricoprendo anche il ruolo di rettore dell’Università a partire dal 1501. In Germania soggiornò ad Amburgo e Lubecca (dove fu stampato nel 1499 il trattato Repetitio C inter alia de emunitate ecclesiae), pubblicò la raccolta di Aurea opuscula, comprendente anche la Phoenix e nuovi carmi latini (Lipsia, W. Stökel, 1502) e fu chiamato a corte dal re Giovanni di Danimarca, invito che declinò. A seguito di un’epidemia che causò la morte di alcuni dei suoi figli, fra cui Margherita, ottenne il permesso di tornare in Italia con la moglie e i figli sopravvissuti Giambattista e Vincenzo.
Il principe elettore Federico di Sassonia gli offrì però la cattedra di diritto all’Università di Wittenberg, ruolo che ricoprì dal 1503 al 1506. In questo periodo pubblicò a Ettlinger la Lectio de potestate pontificis maximi et romani imperatoris (s.t. 1503) e il Compendium iuris civilis (s.t. 1503), e a Wittenberg il Clypeus contra doctorem Caium (N. Marschalk, 1503), i Sermones extraordinarii et pulcherrimi (H. Trebelius, 1505) e il Compendium pulcherrimum iuris canonici (W. Stökel, 1504-1506).
Per fuggire alla peste riparò a Colonia, dove insegnò diritto dal 1506 al 1508; nel 1507 entrò insieme alla moglie nell’Ordine dei terziari francescani, e l’anno successivo diede alle stampe sempre a Colonia, presso Heinrich Quentel, il Compendium [...] in materia consuetudinum feudorum e l’enciclopedia giuridica Alphabetum aureum. Quest’ultima opera generò un ampio dibattito in ambito domenicano e accuse di eresia da parte di Jacob van Hoogstraten, ragioni che nell’aprile del 1508 spinsero Tomai a raggiungere Magonza, dove continuò a insegnare diritto canonico e pubblicò nello stesso anno presso Johann Schöffer il trattatello polemico Contra Gherardum de Zutphania et fratrem Jacobum theologie professores.
Sempre desideroso di rientrare in Italia, si trasferì a Worms, dove morì tra il 1509 e il 1510.
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