GENERALI, Pietro
Compositore, più noto così che col vero nome di Pietro Mercandetti; nacque a Massarano presso Vercelli il 4 ottobre 1783 e morì il 3 novembre 1832 a Novara. Esordì come autore di musica sacra, dedicandosi poi specialmente al teatro. Dal 1817 al 1821 fu direttore della musica in un teatro di Barcellona e poi, sino alla morte, maestro di cappella nella cattedrale di Novara.
La prima delle sue cinquanta e più opere, Gli amanti ridicoli, fu rappresentata nel 1802 a Roma, ma la fama del G. come operista si affermò meglio con Baiazet (Torino 1814). Tra i giovani compositori del primo Ottocento il Generali godette di speciale favore per la vivacità, la facile vena, la freschezza dell'armonia e del giuoco delle modulazioni. Anche il G., come altri immediati predecessori del Rossini, fu oscurato assai presto dal grande Pesarese, alla cui stilistica egli aveva pure, in certi elementi, contribuito. Egli subì anche troppo l'influenza prepotente del nuovo stile rossiniano, come attestano, oltre all'oratorio Il voto di Iefte (Firenze 1823, poi Trieste, ecc.), l'opera Adelaide di Borgogna e soprattutto Francesca da Rimini, l'ultima sua fatica per il teatro, rappresentata il 26 dicembre 1829 alla Fenice di Venezia. Tra le opere più fortunate si ricordano: Le lagrime di una vedova (Venezia 1808, poi Parigi, Monaco, Dresda, ecc.), I baccanali di Roma (Venezia 1816), La contessa di Colle Erboso (Venezia, Monaco, Vienna, ecc.). Il G. scrisse anche molte composizioni sacre e religiose, tra le quali il ricordato oratorio e alcune cantate.
Bibl.: C. Piccoli, Elogio del maestro P. G., 1833; L. Schiedermair, in Liliencron Festschrift, 1910; G. Radiciotti, G. Rossini, III, Tivoli 1929.