ABBATI, Pietro Giovanni
Parmense, figlio di Bernardo, visse tra la seconda metà del sec. XVII e la prima del XVIII.
Le date di nascita e di morte (1708-1790) riportate dallo Jannelli, che cita come fonte lo Scarabelli, sono evidentemente errate, perché in contrasto con i documenti riferiti nel suo manoscritto dallo stesso Scarabelli, il quale non può, quindi, aver fornito tali erronei elementi.
Allevato dai domenicani della chiesa di S. Pietro Martire a Parma, fu da questi affidato a Ferdinando Galli-Bibiena, da cui apprese la scenografia. La prima notizia certa su di lui è quella che lo ricorda quale testimone in un atto del 25 ag. 1683; nel 1703 fa disegni per le scene al R. Teatro di Torino; il 28 genn. 1706 è già in buone relazioni con la corte di Parma e ne ottiene una commendatizia per Venezia; nel 1707 fa una raccolta di prospettive del Bibiena e nel maggio 1714 le scene "di bizzarra invenzione" per il dramma per musica Carlo, Re di Alemagna di G. Orlandini, rappresentato al teatro ducale di Parma. Qui il suo nome e accompagnato dalla denominazione di "servitor familiare del serenissimo Duca di Parma"; nello stesso anno dipinge altre scene per il teatrino privato dei duchi Farnese. Ma solo dal 25 nov. 1718 riceve una provvigione fissa mensile di lire 73 in "moneta corrente di Parma", provvigione che gli viene tolta nel 1727. Un altro pagamento di lire 1500 viene registrato al suo nome il 26 genn. 1733 per l'assistenza da lui data al vestiario della danza a cavallo nella farsetta recitata in onore del duca.
Questa è l'ultima data certa della sua attività di scenografo operante per teatri di numerose città, oltre che a Parma: in Urbania, ove fa "tutto uno scenario" per il teatro; a Torino, a Bologna ed a Vienna; ma si sa che fu anche incisore all'acquaforte e M. Oretti lo dice, pur senza darne documento, ancora operante nel 1745. Alcune notizie ne tratteggiano poi il carattere; infatti nel 1727 promette di beneficiare dopo la sua morte con lire 10.000 l'opera pia per i figli illegittimi (vedi Borra, Diarii). Ebbe a Parma due discepoli, Giuseppe Pellizzoli ed Agostino Filippi, "coi quali per naturale suo umore allegro, anziché da maestro, da fratello trattando, di burle e arguti motti arricchiva il conversare".
Rimangono di lui: Disegni delle scene che servono alle due opere che si rappresentano l'anno corrente (1703) nel R. Teatro di Torino, invenzione di Ferdinando Bibiena, poste in opera, dipinte e dedicate da me Pietro Giov. Abbati all'Altezza Reale di Carlo Ernenuele Duca di Savoia. Carlo Antonio Buffagnotti intagliò; e Varie opere di prospettiva inventate da F. Galli raccolte da P. Abbati e intagliate da G.A. Buffagnotti, Bologna 1707.
Fonti e Bibl.: Arch. comunale di Parma, ms. 88: G. Borra, Diarii parmensi, V, alla data 13 ott. 1727; Bologna, Biblioteca comunale, ms. B. 132: M. Oretti, Notizie dei professori del disegno... bolognesi et forestieri, tomo X, c. 203; Biblioteca del Museo nazionale di Antichità di Parma, ms. 12: E. Scarabelli Zunti, Documenti e memorie di Belle Arti parmigiane, VI (1651-1700), cc. 1-4; Parma, Biblioteca Palatina, ms. 1106 (senza paginazione): notizie sull'A. tratte da note ms. dell'Affò; G.Bertolucci, Cenni intorno ad artisti specialmente parmigiani; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 1, Parma 1819, p. 291 (ricorda l'A. solo come incisore e architetto e senza alcuna datazione); A. Ilg, Die Fischer von Erlach,Wien 1891, p. 626 (con ulteriore bibl. e con notizie di dipinti dell'A. conservati tra l'altro a Sibiu e a Graz, dove tuttavia essi non sono attualmente identificabili); J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon, I, p. 10; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 11; G. G.Jannelli, Diz. biogr. dei Parmigiani illustri, Genova 1877, p. 1; Enciclopedia dello Spettacolo, I, p. 7.