GNOCCHI, Pietro
Nacque ad Alfianello, presso Brescia, il 27 febbr. 1689 da Costanzo e da Caterina. Secondo di quattro figli maschi, lo G. apparteneva a una famiglia di piccoli proprietari terrieri che da oltre un secolo risiedeva ad Alfianello.
Dopo i primi studi nel suo paese natale, quasi certamente sotto la guida dello zio Giuseppe Gnocchi, sacerdote della parrocchia, si trasferì a Brescia insieme con i fratelli Lorenzo e Francesco, al fine di intraprendere gli studi letterari e musicali. Il 2 apr. 1707 ottenne la licenza di vestire l'abito clericale e, dopo aver compiuto gli studi filosofici e teologici, venne ordinato sacerdote insieme con il fratello Francesco, che morì prematuramente.
Nel biennio 1712-13 lo G. fu corista della cappella del duomo di Brescia. La passione per la musica lo condusse a Venezia dove, nella cappella di S. Marco e probabilmente sotto la guida di A. Biffi, studiò armonia e contrappunto.
Rientrato per un breve periodo a Brescia, intraprese un viaggio attraverso l'Europa. Ottenute adeguate credenziali e una lettera di raccomandazione di un ufficiale al servizio del principe Eugenio di Savoia, si recò in Austria, Germania, Ungheria, Boemia e Polonia, entrando così in contatto con alcune tra le più prestigiose accademie musicali del tempo. Non è da escludere, nonostante l'assenza di documentazione al riguardo, che in tale periodo lo G. abbia conosciuto J.S. Bach e G.F. Händel, e apprezzato la loro produzione musicale.
Rientrato a Brescia, costituì una "scuola di suono e di canto" alla quale si formarono musicisti come G. Tira, N. Caretta, P. Pellegrini, G. Piossi e D. Trevisan. Come didatta e compositore lo G. raggiunse una notorietà che si diffuse per l'intera penisola, ricevendo particolari elogi anche dal padre G.B. Martini di Bologna.
Il 16 giugno 1723 venne nominato all'unanimità maestro di cappella nella cattedrale di Brescia, succedendo così al frate carmelitano G.A. Lorandi. A tale incarico dovette successivamente affiancare, nella stessa cattedrale, anche quello di organista, affidatogli il 10 apr. 1762, e ricoperto dopo la sua morte dai suoi allievi Caretta e Trevisan (Sala, 1981, pp. 63-66).
Contemporaneamente all'attività musicale svolse quella sacerdotale come vicario in una delle più antiche parrocchie di Brescia, la chiesa di S. Giorgio.
Uomo di grande erudizione storica, letteraria, geografica e archeologica, nonché profondo conoscitore delle lingue classiche e moderne, ricercò le iscrizioni romane della città e dell'agro bresciano raccogliendole in numerose opere manoscritte, molte delle quali ancora oggi conservate presso la Biblioteca civica Queriniana di Brescia. Di grande interesse, inoltre, è la sua ricostruzione dell'antico aspetto urbanistico della città in epoca romana.
Morì a Brescia il 9 dic. 1775 e, secondo i suoi desideri, venne sepolto nella chiesa di S. Giorgio.
Nel 1802 don C. Cristoni, amico del musicista, commissionò un busto in terracotta dello G., mentre l'abate S.A. Morcelli gli dedicò tre epigrafi latine; il busto e le prime due iscrizioni, a lungo conservate nella sala del Capitolo della cattedrale, oggi non sono più rintracciabili. Inoltre, dalla Bibl. civica Queriniana risulta scomparsa una delle più importanti fonti biografiche riguardanti lo G., il manoscritto del Cristoni Informazioni dell'antica prosapia del sac. don P. G. maestro e organista de' più insigni della cattedrale di Brescia (Lascito Gussago-Ducos, ms. 81; cfr. Bertoni, p. 9).
Come memoria iconografica dello G. ci rimane soltanto un disegno di anonimo del XVIII sec. (riprodotto in Die Musik in Gesch. und Gegenwart e in Bertoni).
Da quel che sappiamo, dell'ampia produzione musicale dello G., perlopiù di genere sacro, vennero stampate solamente le Messe concertate, a quattro voci, con il basso per l'organo, e violini se piace (Brescia 1740), e il frontespizio con dedica dei Salmi brevi per tutto l'anno a otto voci pieni con violini a beneplacito (ibid. 1750).
Le altre composizioni sono in maggior parte conservate manoscritte in archivi della città di Brescia: nell'Archivio musicale del Duomo, nella Biblioteca musicale del Seminario vescovile, nell'Archivio musicale del Santuario delle Grazie e nella Biblioteca del Conservatorio. Si ricordano oltre 70 messe e requiem a 4-8 voci con accompagnamento di organo o di altri strumenti; Dies irae, per soli, coro e orchestra; inni, offertori, responsori, vespri, litanie, Magnificat ecc.; sonate a tre (1774) per clavicembalo e 2 violini; concerti per archi; arie buffe (Insegnamento alli scolari: Qui venite; Divertimento a tre voci: Questo giorno di contento; Anacreontica a tre voci: Festosi siam; Campana che suona; ecc.).
Nel comporre la sua musica, e in particolare quella sacra, lo G. venne fortemente influenzato dalla scuola veneziana, nella quale lo stile "a cappella" di stampo palestriniano conviveva con lo stile "moderno" concertato. Lo G. si collocò in una posizione intermedia, cercò cioè di rispettare il severo stile osservato senza, tuttavia, rinunciare al nuovo stile moderno concertato, in cui si faceva largo uso di strumenti musicali (come l'oboe, il flauto, il corno, la tromba) proibiti dall'enciclica Annus, qui hunc emanata nel 1749 da Benedetto XIV.
In molte composizioni fece largo impiego della tecnica tipicamente veneziana del doppio coro, ampiamente utilizzata nella basilica di S. Marco, e meglio conosciuta come tecnica dei "cori spezzati" o "cori battenti". Inizialmente utilizzata solo nei salmi, tale pratica venne in seguito applicata dallo G. anche negli inni, nelle litanie, nelle messe e nei requiem.
Delle opere storico-letterarie dello G. ancora oggi reperibili si ricordano: Le antiche iscrizioni bresciane nuovamente riscontrate e corrette con l'aggiunta di non poche finora inedite (1753 circa, Brescia, Bibl. civica Queriniana, Mss., Di Rosa 116, 2 voll.); Le imperatrici romane, ovvero La storia della vita, e de' maneggi segreti delle mogli de' dodici cesari, di quelle degli imperatori di Roma, e delle principesse del loro sangue, manoscritto autografo (Ibid., Mss., H.VI.10, 3 voll.).
Fonti e Bibl.: Brescia, Bibl. civica Queriniana, Mss. K.V.14: G.J. Gussago, Elogi istorici di alcuni dotti ecclesiastici bresciani che fiorirono nel secolo XVIII; L.I.21: V. Elena, Repertorio musicale dell'abate Gnocchi per uso della Cappella della cattedrale di Brescia, 1887; A. Valentini, Repertorio musicale sacro del maestro abate P. G. di proprietà del rev.mo capitolo della cattedrale di Brescia, in Id., I musicisti bresciani e il teatro Grande, Brescia 1894, pp. 54 s.; Id., Un insigne musicista bresciano del secolo XVIII, in Illustrazione bresciana, VII (1908), p. 9; V. Brunelli, Elenco delle opere esistenti nell'Archivio musicale della cattedrale di Brescia, in Memorie storiche della diocesi di Brescia, XXVIII (1961), 3, pp. 73-87; G. Fornasini - V. Peroni, G. P., in Biblioteca bresciana, II, Bologna 1968, pp. 130 s.; M.T.R. Barezzani, La musica nelle antiche stamperie bresciane, in La musica a Brescia, a cura di A. Mazza, Brescia 1979, p. 143; R. Prestini, Momenti del Settecento musicale bresciano: le "arie buffe" di P. G., in Feste devozionali, spettacoli, divertimenti nel Settecento a Brescia. Appunti per una cronaca, Brescia 1981, pp. 118-131; M. Sala, Le cappelle musicali, in La musica a Brescia nel Settecento, Brescia 1981, pp. 58-67; Id., Catalogo del fondo musicale dell'Archivio capitolare del duomo di Brescia, Torino 1984, pp. VIII-XV, XX-XXII; G. Bignami, G. P., in Enc. dei musicisti bresciani, Brescia 1985, pp. 129 s.; O. Termini, Organists and chapel masters at the cathedral of Brescia (1608-1779), in Note d'archivio per la storia musicale, III (1985), pp. 73-90; P. Guerrini, Un grande musicista di Alfianello, don P. G., in Note storiche e problemi musicali, IV (1986), pp. 721 s.; P. G. (1689-1775). Il vespro della domenica, Cellatica 1987; R. Prestini, Quell'estroso maestro di cappella: P. G., musicista, didatta, letterato, in Brescia musica, II (1987), pp. 6 s.; G.B. Bertoni, P. G. (1689-1775) nel terzo centenario della nascita, Alfianello 1989; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, V, coll. 384 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 242; The New Grove Dict. of music and musicians (2ª ed., 2001), X, p. 65.