GROCCO, Pietro
Nacque ad Albonese Lomellina, nel Pavese, il 27 giugno 1856 da Luigi, un modestissimo artigiano che alternava il mestiere di sarto a quello di barbiere, e da Maddalena Amiotti. Le condizioni socio-culturali ed economiche della famiglia erano tali da non consentirgli un decoroso livello di istruzione e solo grazie all'aiuto di uno zio sacerdote, il parroco don Giuseppe Grocco, riuscì a compiere gli studi superiori. Nel 1874 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Pavia e per mantenersi impartì lezioni di latino e di anatomia. Allievo di F. Orsi, direttore della clinica medica pavese e uno dei maggiori clinici dell'epoca, si laureò nel 1879 e fu subito nominato dal maestro assistente presso la sua cattedra.
Nominato aiuto e conseguita la docenza, nel 1881 ottenne, per interessamento di Orsi, l'incarico dell'insegnamento della propedeutica clinica nella facoltà pavese (Importanza della propedeutica medica e mio indirizzo nella stessa, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, s. 8, V [1883], pp. 517 s.; VI [1884], pp. 3-5). Frequentò poi, per brevi periodi, la clinica di J.-M. Charcot, a Parigi, nel 1881, e a Vienna, nel 1882, l'istituto diretto da C.W.H. Nothnagel acquisendo un'approfondita preparazione in campo neurologico. Tornato a Pavia nel 1883, oltre al corso del quale era incaricato, il G. tenne anche come supplente quello di clinica medica, in sostituzione di Orsi indisposto. Nell'ottobre 1884 si recò nuovamente a Vienna, per frequentarvi il gabinetto di elettroterapia dell'Allgemeine Krankenhaus diretto da M. Rosenthal (Note raccolte presso il prof. M. Rosenthal in Vienna, ibid., pp. 443-445, 503-505). Nel 1884 il G. fu chiamato alla direzione della cattedra di patologia speciale medica dell'Università di Perugia: qui divenne amico del fisiologo A. Marcacci, con il quale completò la propria formazione fisiologica, che riteneva di importanza fondamentale per l'esercizio della medicina. Trasferitosi all'Università di Pisa a dirigervi la cattedra di clinica medica nel 1887, nel 1892 fu chiamato alla direzione della cattedra di clinica medica dell'Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze: riorganizzò, allora, e rese più efficiente la clinica, che arricchì di nuovi locali e dotò di moderni laboratori e, in seguito, di sezioni di terapia fisica e di un reparto radiologico, fondandovi inoltre un istituto antirabbico (La sezione per la cura antirabica istituita dal prof. G. nella clinica medica generale di Firenze nell'anno 1899: relazione al soprintendente del R. Istituto di studi superiori, Firenze 1900; La sezione antirabica della clinica medica di Firenze nel triennio 1899-1901, ibid. 1903). Nello stesso anno 1892 il G. fu anche nominato ispettore governativo e direttore sanitario delle terme di Montecatini: curò allora la ristrutturazione dell'edificio che ospitava la stazione termale, rielaborò e precisò le norme per il corretto uso delle acque e dei bagni, provvide alla sistemazione delle sorgenti secondo moderni criteri igienici e a quella dell'annesso ospedale e del laboratorio di ricerca per le indagini cliniche e sperimentali, proseguendo l'opera già avviata dai precedenti direttori F. Fedeli e C. Federici (v. S. Vicario, Fedeli, Fedele, in Diz. biogr. degli Italiani, XLV, Roma 1995, pp. 600 s.).
Formatosi alla scuola di Orsi, il G. predilesse il metodo clinico, al quale rimase costantemente fedele; lontano da ogni forma di orientamento teorico o dogmatico e in aperto contrasto con quelli che chiamava i "filosofi della medicina", egli fu sempre ispirato al "sano empirismo clinico" ereditato dal maestro. Seppe comunque apprezzare le conquiste della batteriologia e della chimica applicata alla medicina e non disconobbe l'ausilio offerto dal laboratorio alla pratica medica; considerò, tuttavia, l'esperienza acquisita al tavolo anatomico e al letto del malato la base insostituibile per l'esercizio della medicina e ritenne che il minuzioso rilievo dei sintomi e la loro corretta interpretazione costituissero la sola possibilità di giungere a formulare la diagnosi e a prescrivere l'opportuna terapia.
Semeiologo finissimo, il G. descrisse numerosi metodi di delimitazione fisica degli organi interni e sintomi di importanza fondamentale per l'orientamento diagnostico: in particolare, per quanto riguarda il sistema cardio-circolatorio si ricordano il cosiddetto metodo percussorio di Orsi-Grocco per la delimitazione dell'aia cardiaca, la zona di ipofonesi in corrispondenza del terzo spazio intercostale sinistro determinata dalla dilatazione dell'atrio sinistro nei casi di stenosi mitralica nota come cappuccio di Grocco, il rilievo auscultatorio dei toni cardiaci e dei soffi aneurismatici in prossimità del canale laringo-tracheale nei portatori di aneurisma interessante la faccia postero-mediale dell'arco aortico noto come segno di Grocco e Drummond, il rilievo palpatorio del battito presistolico nel galoppo presistolico e quello auscultatorio di rumori crepitanti ritmici col cuore solitamente sistolici a livello parasternale al disopra della terza costola sinistra nei casi di aorto-pericardite, il rumore presistolico apprezzabile in corrispondenza della punta nei casi di insufficienza aortica conosciuto come rumore di Flint-Grocco, il polso capillare venoso di Grocco riscontrabile nell'insufficienza della tricuspide, l'interpretazione del battito cardiaco diastolico (Appunti di semejotica sull'apparato circolatorio, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1884, vol. CCLVII, pp. 489-505; Di una apparente emisistolia e di una nuova forma di polso capillare, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, s. 8, VII [1885], pp. 65-68; Sulla patogenesi del battito cardiaco diastolico, in Riv. di clinica e terapeutica, VIII [1886], pp. 337-341; Sulle varie linee di diffusione del rumore d'insufficienza aortica, e sul rarissimo rumore mitralico e presistolico causato dallo stesso vizio cardiaco, in Rivista clinica, XXVII [1888], pp. 466-476; Ricerche cardio-sfigmografiche, in Annali dell'Università libera di Perugia, III [1887-88], pp. 162-172; Studi di semeiotica nei vizi di cuore, I, Battito cardiaco diastolico e modificazioni del ritmo auricolare; II, Sul rumore presistolico in genere ed in ispecie su quello che si avverte in alcuni casi di insufficienza aortica; III, Sulle varie linee di diffusione del rumore d'insufficienza aortica e sul rarissimo rumore mitralico e presistolico causato dallo stesso vizio cardiaco, ibid., pp. 131-161; Sull'importanza diagnostica dei rumori aorto-pericardici, in Riv. critica di clinica medica, XI [1910], pp. 1-4).
Per quanto riguarda l'apparato respiratorio, si ricordano: il notissimo triangolo paravertebrale di Grocco, che descrisse dettagliatamente al Congresso internazionale di medicina di Roma del 1902, consistente in un'area ipofonetica triangolare con apice in alto e base sul corrispondente emidiaframma delimitabile percussoriamente sull'emitorace controlaterale in caso di versamento pleurico essudativo in rapporto allo sbandamento mediastinico determinato dal versamento stesso (A proposito del triangolo paravertebrale opposto, ibid., X [1909], pp. 1-5; Di un caso di pleurite essudativa destra metaepatica. Il triangolo di ottusità paravertebrale opposto o triangolo di Grocco, ibid., XVII [1916], pp. 137-146; si veda anche Enc. medica italiana, XI, coll. 2379 s., s.v.pleuriti); il metodo di ricerca dell'ottusità epatica paravertebrale sinistra per delimitare il margine superiore del fegato nei casi di ottusità basale destra dovuta a cause respiratorie (Sull'ottusità epatica vertebrale e paravertebrale sinistra, in La Riforma medica, XXVII [1911], pp. 31 s.); e il rilievo di linfonodi dolenti non suppurati in sede ascellare in alcuni casi di tubercolosi polmonare latente e il respiro interciso di Grocco dipendente dalla mancata coordinazione tra diaframma e muscoli intercostali causata da grave perturbazione dei centri respiratori bulbari.
Dette anche un notevole contributo alla patologia e alla terapeutica, facendo seguire agli studi sull'impiego diagnostico e terapeutico di alcuni metalli in particolari forme morbose, che segnarono l'inizio della sua attività scientifica (Influenza della metalloscopia sulla linea sfigmica, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, s. 8, II [1880], pp. 189 s.; Studi composti di metalloscopia, ibid., pp. 319-325, 340-344, 351-355, 360-362, 379-384, 409-412, 429-434, 439-448; Nuove ricerche sull'azione dei metalli e della pilocarpina in casi d'anestesia, ibid., IV [1882], pp. 69-71, 83 s.), numerose descrizioni di interessanti casi clinici e accuratissime indagini anatomo-cliniche di varie forme morbose. Notevoli furono i suoi lavori sulla patologia neurologica (Studj clinici sull'atetosi, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1882, vol. CCLIX, pp. 3-35; Note cliniche ed anatomiche intorno ad affezioni del sistema nervoso, ibid., 1884, vol. CCLXIX, pp. 238-271; Studii e considerazioni sulla corea elettrica o malattia del Dubini, ibid., pp. 429-460), in particolare quelli sulle nevriti (Contribuzione allo studio clinico ed anatomico della nevrite multipla primitiva, ibid., 1885, vol. CCLXXI, pp. 3-31; Di nuovo sulla nevrite multipla primitiva, ibid., vol. CCLXXIII, pp. 87-100, in collab. con R. Fusari; Una terza contribuzione allo studio clinico ed anatomico della nevrite multipla primitiva, in Rivista clinica di Bologna, s. 3, VI [1886], pp. 671-689, in collab. con R. Fusari; Polinevriti e nevriti ascendenti, in Il Morgagni, XXX [1888], pp. 545-574; Sulle polinevriti, in La Riforma medica, VI [1890], pp. 1525-1527, in collab. con G. Rummo); sulle complicanze delle pleuriti (Di alcune rare complicazioni e successioni morbose della pleurite, in Gazzetta degli ospitali, V [1884], pp. 589-591, 595-598, 603-606, 623-629); sulla miastenia grave (Della malattia di Erb o di Erb e Goldflam, in Arch. italiano di clinica medica, XXXV [1896], pp. 273-299; La malattia di Erb, in Boll. delle cliniche, XIII [1896], pp. 433-453); sulla patologia cardiaca, con l'acuta distinzione dei casi di angina in rapporto a primitive alterazioni dei nervi cardiaci da quelli determinati da alterazioni sclerotiche vascolari (Sulla patologia dei nervi cardiaci, in Rivista clinica di Bologna, s. 3, VI [1886], pp. 881-898; Sull'angina di petto, in La Settimana medica dello Sperimentale, L [1896], pp. 1-3, 13-15, 109-112, 169-172, 181-183); sulle malattie dei reni, nel cui trattamento, nei casi decorrenti con notevole albuminuria ed edemi periferici, raccomandò tra l'altro l'impiego di fasciature degli arti inferiori che determinando l'espulsione dei liquidi tessutali favorissero la circolazione reflua e limitassero la perdita di albumina con le urine (Il mixoedema e la malattia di Bright, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1883, vol. CCLXIII, pp. 3-24; Di alcuni fatti nuovi in contribuzione alla patologia ed alla cura delle malattie renali, in Gazzetta medica di Torino, XLIII [1892], pp. 721-728, 761-770, 781-789); e su alcune rare forme di colelitiasi (Cenni sopra alcune sindromi meno comuni e sulla cura delle colelitiasi, in Riv. critica di clinica medica, I [1900], pp. 141-145, 353-357; II [1901], pp. 1-5).
Sono ancora degni di menzione i suoi studi sulle forme pseudo-reumatiche (Pseudo-reumatismi articolari e muscolari causati da nevrite, in Arch. italiano di clinica medica, XXXII [1893], pp. 232-239), anche se il cosiddetto pseudo-reumatismo tubercolare, da lui descritto come forma di sofferenza poliarticolare nel corso di affezione tubercolare senza segni di flogosi specifica e noto come pseudo-reumatismo di Grocco-Poncet (A. Poncet era il chirurgo francese che a sua volta descrisse tale quadro morboso), ha col tempo perso il significato di entità patologica autonoma ed è attualmente considerato per lo più come una forma tubercolare latente (si veda M. Giordano, Reumatologia, Napoli 1982, pp. 184 s.); e quelli di interesse psicologico, base del suo approccio umano e medico al letto del malato (Suggestioni ed ipnotismo, in Giornale di neuropatologia, VI [1888], pp. 241-269). Va infine ricordata l'attenzione prestata dal G. all'ausilio recato alla clinica dal laboratorio: condusse infatti interessanti osservazioni su alcuni metodi analitici e introdusse l'impiego dei cristalli di fenilglucazone per la determinazione del glucosio nelle urine (Sulla peptonuria, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1883, vol. CCLXV, pp. 401-416; Di una nuova causa d'errore nella ricerca dell'albumina nelle urine, in Annali di chimica applicata alla farmacia ed alla medicina, 1884, vol. LXXVIII, pp. 76-83; Di una nuova reazione per la ricerca del glucosio nelle urine, ibid., vol. LXXIX, pp. 257-264; Di nuovo sulla peptonuria, in Gazzetta degli ospitali, V [1884], pp. 138-156; La creatinina in urine normali e patologiche, in Annali di chimica e di farmacologia, s. 4, III [1886], pp. 211-228; Di una causa di errore nella ricerca dell'albumina in urine itteriche, in Riv. generale italiana di clinica medica, III [1891], pp. 278-285). Il G. aveva inoltre iniziato a raccogliere gli argomenti trattati nelle sue lezioni, ma riuscì a pubblicare soltanto il primo volume: Lezioni di clinica medica, Milano 1905.
Valente caposcuola, il G. ebbe tra i suoi allievi numerosi futuri primari e direttori di cliniche, tra i quali C. Frugoni, R. Baduel, E. Greppi, R. Silvestrini. Presidente dell'Accademia medico-fisica fiorentina e della Società d'idrologia, fondò i periodici Rivista critica di clinica medica e La Settimana medica dello Sperimentale. Nel 1905 fu nominato senatore. Rimase sempre molto legato al paese natio, nel quale nel 1906 fondò un asilo infantile che intitolò al padre.
Gravemente malato di una forma di tubercolosi polmonare, morì a Courmayeur il 12 febbr. 1916.
Fonti e Bibl.: Necrologi in: Riv. critica di clinica medica, XVII (1916), pp. 87-136; Lo Sperimentale, LXX (1916), pp. 187-208; R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze, Annuario per l'anno accademico 1916-1917, Firenze 1917, pp. VI s.; V. Busacchi - G. Dagnini, La cardiologia italiana nell'Ottocento, in N. Latronico, Il cuore nella storia della medicina, Milano [1952?], pp. 121-134; A. Castiglioni, Il contributo degli Italiani alla fisiologia e alla patologia del cuore, in Nuova Antologia, 1° dic. 1930, p. 376; A. Ferrannini, Medicina italica (Priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, pp. 51, 114, 117, 123 s., 155; V. Genty, G. P. (1856-1916), in Les médecins célèbres, a cura di R. Dumesmil - F. Bonnet-Roy, Genève-Paris 1947, p. 339; G.P. Arcieri, Figure della medicina contemporanea italiana, Milano 1952, pp. 209-213; C. Arrigoni, Nel centenario della nascita di P. G., in Minerva medica, XLVII (1956), 2, parte varia, pp. 500-505; P. Castellani, Un grande maestro: P. G., ibid., pp. 505 s.; M.G. Nardi, P. G. commemorato a Montecatini Terme nel centenario della nascita, ibid., pp. 894-903; W.B. Bett, P. G. (1856-1916) of Grocco's triangle, in Medical Press, CCXXXV (1956), p. 567; C. Frugoni, P. G., in Scienze mediche italiane, V, Roma 1957, pp. 393-397; M. Merlo, P. G. (1856-1916), in Fatebenefratelli, XXVII (1962), pp. 212-214; C. Frugoni, Ricordi e incontri, Milano 1974, pp. 161-177; C. Pogliano, P. G., in Diz. biogr. della storia della medicina e delle scienze naturali. Liber amicorum, II, Milano 1987, p. 131; G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia. Dalla peste europea alla guerra mondiale, 1348-1918, Roma-Bari 1987, pp. 379, 382, 384 s., 388; Id., Medicina e sanità in Italia nel ventesimo secolo. Dalla "spagnola" alla seconda guerra mondiale, Roma-Bari 1989, pp. 72, 74, 76, 90, 108, 121, 169, 253; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, I, p. 537; Enc. Italiana, XVII, p. 978.
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