PIETRO II imperatore del Brasile
Nato a Rio de Janeiro il 2 dicembre 1825, morto a Parigi il 5 dicembre 1891. Figlio di Pietro I e di Leopoldina, arciduchessa d'Austria, della quale ultima rimase orfano quando aveva appena un anno, dopo l'abdicazione del padre (7 aprile 1831), ebbe per tutore il primo ministro José Bonifacio de Andrada e Silva; poi fu affidato a un consiglio di reggenza, spesso rimaneggiato, e che durò fino al 1840, quando il giovine imperatore fu dichiarato maggiorenne. Fu incoronato il 18 luglio del 1841. Sia durante il periodo della reggenza, sia nei primi anni di governo, il suo regno fu travagliato da gravi lotte intestine, per cui si dovettero sedare parecchie insurrezioni in senso federalista (v. brasile), fra l'altre quella, assai lunga, del Rio Grande do Sul (1835-45), dove Garibaldi combatté dalla parte dei rivoluzionarî. Dal 1844 al 1848 il regno di P. fu abbastanza calmo; ma quando al partito liberale succedette il conservatore, avvenne un nuovo moto insurrezionale a Pernambuco, che tuttavia fu facilmente represso. Spirito eminentemente liberale, amante delle abitudini democratiche, mente aperta alle idee di civiltà e di progresso, nel 1840 abolì la tratta degli schiavi che negli anni precedenti era stata motivo di attriti tra il Brasile e l'Inghilterra; ma dovettero passare lunghi anni prima che un deciso passo fosse fatto per l'abolizione della schiavitù (28 settembre 1871) e solamente con la legge del 13 maggio 1888 i Negri furono ufficialmente dichiarati liberi (v. brasile). Tra il 1851 e il 1852 intervenne in favore del Paraguay e dell'Uruguay contro le violenze del dittatore Rosas e nel 1862 dovette risolvere un grave dibattito con l'Inghilterra per colpa del residente inglese a Rio de Janeiro. La questione fu sottoposta all'arbitrato di Leopoldo I del Belgio e decisa in favore del Brasile; tuttavia le relazioni con l'Inghilterra non furono riprese prima del 1865. Conflitto più grave fu quello contro il Paraguay, col quale il Brasile rimase in guerra dal 1865 al 1870, alleandosi con l'Argentina e l'Uruguay (la triplice alleanza) e riuscendo vittorioso. Dopo la conclusione della pace, P. intraprese un viaggio in Europa, intrattenendosi a Parigi, a Lisbona, a Madrid, oltre che con sovrani, con artisti, letterati e storici. Tornato al Brasile nel 1872, quattro anni dopo fece un secondo viaggio in Europa, dopo di avere visitati gli Stati Uniti; percorse la Francia, l'Italia, la Turchia, accolto e ammesso nelle più insigni accademie scientifiche e letterarie, incontrandosi con artisti, poeti, letterati, con gli uomini più in vista in altri campi. Altri viaggi compì tra il 1887 e il 1888. L'indirizzo eminentemente liberale da lui dato alle istituzioni brasiliane gli aveva procurato molte simpatie; ma nell'attuare i suoi vasti disegni aveva dovuto urtare contro interessi e pregiudizî, abilmente sfruttati dal partito repubblicano, alleato con una parte dell'elemento militare. Specialmente la legge che aboliva la schiavitù gli schierò contro tutto il potentato dei fazendeiros e persino gli agricoltori medî: e la conseguenza immediata fu il rapidissimo sviluppo dell'idea repubblicana. Una congiura, capeggiata da Deodoro da Fonseca, spalleggiata dal partito repubblicano, preparò un moto rivoluzionario che scoppiò il 15 novemhre 1889, costringendo P. ad abdicare. Il giorno dopo lo spodestato imperatore, insieme con la sua famiglía, s'imbarcò per l'Europa; e trascorse gli ultimi anni di vita a Lisbona e a Parigi, rinunziando a una vistosa pensione che il governo repubblicano gli aveva assegnato.
Bibl.: Vedi specialmente gli studî raccolti nell'opera miscellanea, Contribuçoẽs para a biographia de d. Pedro II, a cura dell'Inst. hist. brasileiro, Rio de Janeiro 1925; B. Mossé, D. Pedro II, empereur du Brésil, Parigi 1889.