IMBRIACO, Pietro
Nacque a Foria di Centola, presso Palinuro, nel Cilento, il 15 genn. 1845 da Giovannangelo e da Rosa Talento e studiò medicina e chirurgia presso l'Università di Napoli, ove si laureò giovanissimo, nel 1866. Avviatosi subito alla carriera militare, nel 1867 entrò nel corpo sanitario come sottotenente medico e prestò servizio negli ospedali militari di Bologna, Napoli e Firenze: capo dei servizi chirurgici, fu incaricato dal ministero della Guerra di impartire agli ufficiali medici dei vari presidi corsi pratici di anatomia chirurgica e di medicina operatoria sul cadavere. Nel biennio 1871-72 fu in Sardegna, medico di un battaglione di fanteria distaccato presso Nuoro, ed ebbe modo di studiare il miasma palustre dell'isola.
Conseguita la libera docenza in traumatologia presso l'Università di Napoli e quella in medicina operatoria all'Istituto di studi superiori di Firenze, nel 1888 fu promosso capitano ed ebbe l'incarico dell'insegnamento dell'epidemiologia presso la Scuola di applicazione di sanità militare di Firenze. In tale sede nel 1892 gli fu affidata la cattedra di traumatologia di guerra, che resse per otto anni: impresse al corso un carattere decisamente sperimentale e fondò un museo traumatologico che arricchì costantemente con preparazioni anatomopatologiche. Direttore di sanità del corpo d'armata di Firenze, nel 1900 fu trasferito a Roma con il grado di maggiore generale. Dal 1907 al 1909 fu incaricato della direzione del periodico Giornale di medicina militare. Promosso nel 1909 tenente generale medico, esercitò le funzioni di ispettore capo della Sanità militare fino al maggio 1911, quando fu collocato a riposo per raggiunti limiti di età.
L'I. fu un valente chirurgo, autore di interessanti e approfonditi studi di traumatologia, di chirurgia di guerra e di chirurgia generale. Non trascurò, inoltre, argomenti medici ed epidemiologici e si interessò dei problemi relativi all'organizzazione dei servizi sanitari in guerra.
Tra i lavori che dette alle stampe, oltre alla descrizione di alcuni impegnativi casi clinici (Un caso di rottura traumatica della vescica, in Giorn. di medicina militare, XXVI [1878], pp. 1073-1110, 1185-1194; Un caso di meningite spinale tubercolare con tubercolosi in altri organi, ibid., XXIX [1881], pp. 449-469; Due casi di empiema curati coll'applicazione di un apparecchio a fognatura permanente, in Riv. clinica di Bologna, s. 3, IV [1884], pp. 440-447; Storia clinica ed anatomica di un caso di otite media ed interna seguito da meningite purulenta e da pioemia, in Giorn. di medicina militare, XXXIII [1885], pp. 112-128; Note cliniche sopra un caso di frattura della diafisi del femore, in Giorn. medico del R. Esercito e della R. Marina, XXXV [1887], pp. 901-925; Sopra un caso di morte nel primo periodo della cloroformizzazione, ibid., XXXIX [1891], pp. 31-54; Sopra un caso di frattura del bacino con lacerazione della vescica, ibid., XL [1892], pp. 1441-1458) e a studi di carattere epidemiologico e statistico medico e chirurgico (Studj sulla pneumonite e sulla pleurite nell'esercito, in Giorn. di medicina militare, XXX [1882], pp. 1122-1156, 1233-1260; Sulla cura delle ferite nelle guerre passate e nelle guerre future, in Giorn. medico del R. Esercito e della R. Marina, XLII [1894], pp. 36-64; La proporzione dei morti e dei feriti nelle guerre passate e nelle guerre future, in Giorn. medico del R. Esercito, XLIV [1896], pp. 3-25; Rendiconto statistico delle operazioni chirurgiche eseguite negli stabilimenti sanitari militari nell'anno 1906, ibid., LVI [1907], pp. 801-843), sono particolarmente degni di menzione quelli inerenti alla medicina operatoria, alle procedure chirurgiche di guerra e allo studio dell'azione lesiva prodotta da alcune armi da fuoco: introdusse una variante tecnica nella cosiddetta operazione di Langenbeck per la resezione dell'anca onde risparmiare il gran trocantere e modificò il procedimento di disarticolazione del piede per assicurare l'integrità dell'arteria tibiale posteriore e per rendere più pronta ed esatta la resezione delle ossa della gamba e quella del calcagno nei processi osteoplastici calcaneari (Sulla resezione dell'articolazione dell'anca e sulla disarticolazione del piede. Note di medicina operatoria, desunte dalle esercitazioni sul cadavere, in Giorn. medico del R. Esercito e della R. Marina, XXXVIII [1890], pp. 513-530); si occupò delle tecniche di asepsi e antisepsi (Risultati della medicatura antisettica nell'ospedale militare di Bologna, in Giorn. di medicina militare, XXXI [1883], pp. 865-892; L'asepsi e l'antisepsi nella chirurgia di guerra, in Giorn. medico del R. Esercito e della R. Marina, XLII [1894], pp. 1418-1446) e preconizzò l'impiego della radiologia come nuovo mezzo di esplorazione chirurgica delle ferite (L'esplorazione delle ferite nelle guerre moderne ed i nuovi mezzi per praticarla, ibid., XLV [1897], pp. 216-257); studiò sperimentalmente con osservazioni condotte su vari tessuti, su organi isolati e su animali da esperimento le lesioni provocate dalle armi in dotazione all'esercito (Sull'azione degli attuali fucili da guerra e specialmente del fucile italiano di piccolo calibro in confronto con quello di medio calibro, ibid., LI [1903], pp. 161-232; Le moderne armi da fuoco portatili da guerra sotto l'aspetto chirurgico, in Il Policlinico, sez. pratica, XIX [1912], pp. 301-304, 337-342; Le ferite prodotte dalle moderne armi da fuoco portatili da guerra alle varie distanze, ibid., XX (1913), pp. 113-125; Le ferite prodotte dalle moderne armi da fuoco portatili da guerra nei vari tessuti ed organi, ibid., pp. 549-557). Studioso dell'organizzazione dei servizi chirurgici di guerra (La chirurgia operativa nelle guerre moderne, in La Settimana medica dello Sperimentale, LII [1898], pp. 421-425, 433-436; L'azione chirurgica sul campo di battaglia e nelle prime formazioni sanitarie delle guerre moderne, in Giorn. medico del R. Esercito, LI [1903], pp. 801-820; Sulla evoluzione storica della chirurgia militare e sulle difficoltà del servizio sanitario nelle guerre moderne, in Giorn. di medicina militare, LVII [1909], pp. 481-495), nel 1906 propose alle autorità competenti l'opportunità di specializzare alcuni ospedaletti da campo per la cura dei feriti agli organi interni e di fornire di tende da ricovero le sezioni di sanità, prendendo in esame anche le organizzazioni di altri eserciti europei (Sulla organizzazione e funzionamento del servizio sanitario di prima linea nelle guerre moderne, in Riv. militare italiana, LI [1906], pp. 1846-1889; si veda anche Enc. Italiana, II, pp. 809 s., s.v.Ambulanze).
Dell'I. si ricordano ancora le pubblicazioni Sulle operazioni più frequenti nella chirurgia di guerra. Ricordi di anatomia applicata e di tecnica operativa… Lezioni raccolte dagli allievi ufficiali medici dr. C.M. Pertusio e dr. G. Massarotti, Firenze 1895, e Sulle armi da fuoco attuali e sui loro proiettili in rapporto colla chirurgia militare, ibid. 1896.
L'I. fu più volte incaricato dal ministero della Guerra di partecipare a congressi medici militari all'estero. Nel 1913 fu eletto deputato nel collegio di Vallo della Lucania alla XXIV legislatura, poi annullata.
L'I. morì a Foria di Centola il 6 marzo 1918.
Fonti e Bibl.: Necr. in Giorn. di medicina militare, LXVI (1918), p. 261; in Il Policlinico, sez. pratica, XXV (1918), p. 268; A. Casarini, Profili di chirurghi militari italiani. Dalle campagne napoleoniche alla Grande Guerra mondiale, Roma 1930, pp. 50-53; V. Cornacchia, Storia della radiologia medica, in Rivista di storia della medicina, VIII (1964), 1, pp. 118 s.; Enc. militare, IV, p. 313.