PASSERINI, Pietro Maria
PASSERINI, Pietro Maria. – Stando al Liber receptorum del convento domenicano di Cremona (cit. in Domaneschi, 1767, p. 304), nacque a Sestola, diocesi di Modena, il 18 giugno 1597, da Michele, forse un artigiano, e da Mattea Boselli, sorella di Giovanni Battista, frate predicatore, provinciale dell’Ordine e vicario del giudice della fede di Reggio. Fu battezzato con il nome di Francesco il 28 giugno (secondo i registri della parrocchia di Sestola, cit. in Ricci, 1923, pp. 165 s. nota).
Il 25 febbraio 1612, all’età di quattordici anni, mentre era priore Pietro Casaroli, fu ammesso nel cenobio cremonese di S. Domenico per seguire le orme dello zio. Presi i voti, si trasferì nello Studio domenicano di Bologna per completarvi la formazione in teologia e raggiungere così il grado di maestro. Tornato a Cremona, fu protetto dal cardinale Pietro Campori e predicò molte volte per i fedeli della città, secondo quanto è attestato dalle memorie manoscritte del convento, nel quale fu anche lettore. Ne divenne priore nel 1640 e nei due anni in cui tenne la carica stilò in volgare una storia del cenobio, in nove libri, oggi conservata nell’Archivio di Stato di Milano, Fondo di religione, Registri, b. 284, e il Della fabbrica del convento (ibid., Cremona, conventi, S. Domenico, b. 4284, di 33 carte). Fu lettore di teologia anche nel convento di Bosco Marengo. Eletto generale dell’Ordine Tommaso Turchi da Cremona, fu chiamato ad affiancarlo in qualità di socius e di consultore e lo accompagnò nei viaggi compiuti in Italia, in Francia, nelle Fiandre e in Spagna. Tornato in Italia, fu provinciale di Terra Santa dal 1649 e assunse per un breve periodo la carica di inquisitore di Bologna (8 settembre 1650 - novembre 1651), succedendo a Vincenzo Preti e occupandosi tra l’altro dei reati di sollicitatio, del controllo delle immagini, della vigilanza dei forestieri, del pietoso caso di una presunta strega, l’anziana Valeria, uccisa da un accusatore e di un processo di negromanzia contro Giovan Battista Capponi e altre figure di spicco della città.
Durante il generalato di Giovanni Battista de Marinis, in qualità di procuratore dell’Ordine (1651), si stabilì a Roma nel convento della Minerva, di cui divenne filius, e, da consultore del S. Uffizio, fu forse ascoltato dai membri domenicani del gruppo creato dall’assessore Francesco Albizzi per stilare la costituzione Cum occasione di Innocenzo X, che nel 1653 condannò cinque proposizioni gianseniste. Nel 1651 iniziò anche l’insegnamento di teologia alla Sapienza, che avrebbe tenuto fino al 1670, anno in cui fu iubilatus per restare in ruolo fino al 1676.
Durante quel periodo pubblicò per i tipi romani di Niccolò Angelo Tinassi numerosi scritti: il Tractatus de electione canonica, in 40 capitoli, riguardante le procedure elettive degli Ordini regolari (1661, ristampato nel 1682, 1692, 1693, 1694); le De hominum statibus et officiis inspectiones morales ad ultimas septem quaestiones Secundae Secundae D. Thomae, in tre volumi, dedicate al diritto ecclesiastico e all’ordine clericale (1663-65, ristampate a Lucca 1732); i Sacri sermones primis Adventus, et Quadragesimae Dominicis habiti in Sacello Pontificio (1666: 27 prediche, seguite da una prolusione tenuta alla Sapienza nel 1661 e da un discorso in lode di Leone X pronunciato il 30 gennaio 1663, poi ristampate nel 1674); i Commentaria in Tertiam Partem D. Thomae a quaest. 72. usque ad quaest. 82 (1669, dedicati al cardinale Rinaldo d’Este), che nel pieno della lotta all’atomismo ingaggiata da Roma si occupavano di materia eucaristica; i Commentaria in primum [-quintum] librum Sexti Decretalium, in quattro tomi, che rivelano una profonda conoscenza dei canoni antiereticali e della prassi inquisitoriale (1667-73). Ristampati a Venezia nel 1698, una parte di essi passò al vaglio del S. Uffizio, che era solito controllare i trattati di diritto nel timore che, in materia di eresia, si violasse il segreto procedurale che avvolgeva l’attività della Congregazione (Roma, Archivio della congregazione per la Dottrina della fede, S.O., Censura Librorum 1673-1675, fasc. 11, cc. 240r-242v: lettera di Passerini, 13 settembre 1673; parere di Lorenzo Brancati di Lauria e approvazione dei cardinali, 8 novembre 1673).
Il 13 maggio 1669, alla morte di Marinis e per sua volontà, con un breve di Clemente IX fu vicario dell’Ordine: titolo non previsto dagli istituti domenicani (Bullarium, VI, 1735, pp. 247 s.). Ma nel capitolo tenutosi a Roma nel maggio del 1670 mancò l’elezione a generale e gli fu preferito Juan T. Rocaberti. Conservò tuttavia le cariche di vicario e procuratore generale, favorì la carriera del nipote, frate Giacinto Maria Passerini, e fu consultore del S. Uffizio dal 29 maggio 1669 alla morte. Chiamato subito a fornire un parere sul De la fréquente communion del giansenista Antoine Arnauld, in linea con la posizione dell’Ordine si schierò contro un provvedimento di netta proibizione (Roma, Archivio della congregazione per la Dottrina della fede, S.O., Censura Librorum 1669-1672, fasc. 7, 10 luglio - 20 novembre 1669, cc. 169v, 198r, 221v).
Negli ultimi anni di vita apparvero per i tipi di Tinassi gli scritti forse più rilevanti di Passerini: un Tractatus de electione Summi Pontificis (1670), originale opera di carattere storico-giuridico in 34 quaestiones in cui, sulla scia delle pagine del cardinale Gaetano (Tommaso de Vio) e di Roberto Bellarmino, e partendo dalla dottrina della potestas indirecta, si discute delle norme non de iure divino del conclave, delle costituzioni papali regolanti gli scrutini e la loro segretezza, del cerimoniale, del cardinalato, dell’eventualità di un pontefice eretico e dei casi di nullità, della possibile rinuncia e, più in generale, della natura del potere papale; un Tractatus de indulgentiis (1672, ristampato a Venezia nel 1695), in 124 quaestiones; e il Regulare tribunal seu Praxis formandi processus nedum in foro regularium sed etiam secularium (1677, ristampato a Colonia nel 1694 e nel 1695 con il titolo Regulare tribunal sive Praxis formandi processus inquisitionis, denuntiationis et accusationis..., nedum in foro regularium, sed etiam secularium), dedicato al processo inquisitorio e composto di 32 quaestiones con l’aggiunta di una praxis in dieci capitoli.
Scelto dal nuovo generale Antonio de Monroy per fare parte della speciale commissione incaricata di ricompilare la selva di costituzioni e leggi dell’Ordine, Passerini si spense a Roma il 21 giugno 1677 e fu tumulato nella chiesa di S. Sabina.
Raimondo Conti ne pronunciò l’orazione funebre (Dolor virtutis, lacrymae religionis. Oratio habita Romae in funere r.mi p. f. Petri Mariae Passerini de Sextula, Roma 1677); Vincenzo Maria Fontana gli dedicò il De Romana Provincia Ordinis praedicatorum (Roma 1670). Secondo i repertori dell’Ordine, lasciò manoscritti nel convento di Modena un trattato in otto tomi De gratia contra Jansenium, una Oratio de laudibus doctrinae Divi Thomae, una raccolta di Resolutiones casuum conscientiae, un Opusculum de mutationibus factis in Breviario Ordinis praedicatorum e alcune prediche. Non si ha traccia di un De incarnatione dominica e di un De sacramentis che sarebbero stati pubblicati in vita forse come tomo I e II dei Commentaria in Tertiam Partem D. Thomae.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio della congregazione per la Dottrina della fede, S.O., Juramenta, 1575-1655, c. 656r; Decreta, 1649, c. 64r; Decreta, 1650, cc. 133v, 136r; Juramenta, 1656-1700, cc. 167r, 168v; Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 7884: P.L. Galletti, Necrologium Romanum, XVII, c. 32r; Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Mss., B.1869: Litterae Sacrae Congregationis annorum 1650 usque ad finem 1653, cc. 42r-138r (diverse lettere indirizzategli dal S. Uffizio romano); B.1875: Liber expeditorum S.ti Officii Bononiae 1635-1600, cc. 55r-61r; B.1879: Acta S.ti Officii, cc. 1r-3v; V.M. Fontana, Sacrum Theatrum Dominicanum, Roma 1666, p. 559; Id., Monumenta Dominicana, Roma 1675, p. 682; A. Rovetta, Bibliotheca chronologica illiustrium virorum Provinciae Lombardiae Sacri Ordinis praedicatorum, Bologna 1691, pp. 186 s.; J. Quetif - J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum, II, Parigi 1721, pp. 674, 827; Bullarium Ordinis FF. Praedicatorum…, a cura di T. Ripoll - A. Bremond, VI, Roma 1735, pp. 247 s., 266; F. Arisi, Cremona literata, III, Cremona 1741, pp. 288 s.; P.M. Domaneschi, De rebus coenobii Cremonensis Ordinis praedicatorum, deque illustribus, qui ex eo prodiere, viris commentarius, Cremona 1767, pp. 304-313; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, IV, Modena 1783, pp. 65-67; P.T. Masetti, Monumenta et antiquitates veteris disciplinae Ordinis praedicatorum, II, Romae 1864, p. 189; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d’altri edificii di Roma, VII, Roma 1876, p. 316; Acta capitulorum generalium Ordinis praedicatorum, a cura di B.M. Reichert, VII, Romae 1902, pp. 238, 276, VIII, Romae 1903, pp. 1, 49, 97, 113; A. Battistella, Il S. Officio e la riforma religiosa in Bologna, Bologna 1905, pp. 116 s., 201; J.J. Berthier, Le couvent de Sainte-Sabine à Rome, Rome 1912, p. 464; D.A. Mortier, Histoire des maîtres généraux de l’Ordre des frêres precheurs, VII, Paris 1914, pp. 8 s., 83-87, 163; I. Taurisano, Hierarchia Ordinis praedicatorum, Romae 1917, p. 105; B. Ricci, Un grande teologo e canonista domenicano del secolo XVII (Francesco Pier Maria Passerini), in Memorie domenicane, XL (1923), pp. 165-182, 436-443; A. D’Amato, I domenicani a Bologna, II, Bologna 1988, pp. 734 s.; I maestri della Sapienza di Roma dal 1514 al 1787. I rotuli e altre fonti, a cura di E. Conte, II, Roma 1991, p. 962; G. Villa D’Andezeno - P. Benedicenti, I domenicani nella ‘Lombardia Superiore’ dalle origini al 1891, a cura di V. Ferrua, Torino 2002, pp. 227, 230, 232, 236, 239, 249; G.L. Betti, Il processo per magia di un ‘bellissimo ingegno’ nella Bologna del Seicento, in Bruniana & Campanelliana, XII (2006), p. 119; P. Stella, Il Giansenismo in Italia, I, Roma 2006, p. 66; Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongregation, XVII. Jahrhundert, a cura di H.H. Schwedt, in corso di stampa.