RONZONI, Pietro Maria
– Nacque a Sedrina (Bergamo) il 28 novembre 1781 da Bartolomeo e da Francesca Badala, secondo quanto risulta dai registri parrocchiali. Tuttavia, in una breve autobiografia Ronzoni dichiara di essere nato il 29 novembre 1782 (Ronzoni, in Vecchi angoli, 1965, p. 15; Rea - Zanardi Ricci, 1993, p. 311). Ai primissimi dell’Ottocento, secondo i suoi ricordi, fu condotto dal padre a Roma, città che questi visitava periodicamente per il suo lavoro di corriere della Repubblica Veneta. Antonio Canova e Angelica Kauffmann, conoscenze paterne, lo affidarono come apprendista al pittore Luigi Campovecchio (Ronzoni, in Vecchi angoli, 1965, p. 15), presso il quale rimase non oltre il 1804. Al 1806 è datato un album autografo intitolato Libro di disegni tratti dal vero in Roma e d’intorni (Bergamo, Accademia Carrara; ora in Roma 1806 - Bergamo 1858-59, 1963). Sempre nel 1806 è attestato che Canova apprezzava il suo lavoro (Bassi Rathgeb, 1944, pp. 24, 57 s.). Durante il soggiorno romano entrò in contatto anche con François Marius Granet, che, secondo quanto scrisse lo stesso Ronzoni, lo aiutò economicamente (Ronzoni, in Vecchi angoli, 1965, p. 15). Nel 1809 tornò a Bergamo, come si desume da alcune lettere del pittore Pelagio Palagi (Vecchi angoli, 1965, pp. 25 s.). Nel 1812, con Vincenzo Bonomini, lavorò alle scenografie per alcuni spettacoli al teatro Riccardi di Bergamo. L’anno seguente, nuovamente insieme al suo collega, realizzò la scenografia per uno spettacolo rappresentato al teatro Sociale di Bergamo in occasione del Carnevale (Rea - Zanardi Ricci, 1993, p. 312; Mangili, 1995, pp. 10, 103). Nel 1814 dipinse Paesaggio (o Campagna romana; Bergamo, Pinacoteca Carrara), avvalendosi della collaborazione dell’amico Giuseppe Diotti.
È forse la tela più nota dell’artista, ma all’attuale stato degli studi non si comprende con certezza l’intero tema narrativo della scena (Rossi, 1996, p. 249). L’opera fu restaurata nel 1863 da Giuseppe Fumagalli (Trichies et al., 1997), nell’importante bottega bergamasca della sua famiglia. Nel quadro, influenzato dai paesaggi di Claude Lorraine (ibid.), sono presenti le principali caratteristiche delle vedute di Ronzoni. È evidente l’attenzione alle tonalità luminose del cielo, sul quale emergono i volumi delle architetture, avvolte dall’atmosfera, in uno sfumato di lontana matrice leonardesca. La descrizione botanica, in primo piano, irradiata dalla luce del tramonto, fa da quinta teatrale ai personaggi, che formano vari nuclei narrativi nel paesaggio. Una viandante con la cesta in testa si volge verso l’uomo seduto (figura simile a un satiro), mentre il bambino che le è accanto viene distratto dal cane che lo insegue. Più indipendenti dall’episodio centrale appaiono i tre filosofi sulla sinistra e i due bagnanti sulla destra, mentre la firma del pittore, come un viaggiatore che ha attraversato la campagna, è stata lasciata sopra un masso staccatosi dal ponte.
In questi anni Diotti procurava varie commissioni a Ronzoni (Mangili, 1995, pp. 10 s.) e i due artisti collaboravano nelle stesse tele: il primo realizzava le figure e il secondo i paesaggi. Dal 1815 Ronzoni si stabilì a Verona presso il conte Giovan Battista Persico (Ronzoni, in Vecchi angoli, 1965, p. 15; Locatelli, 1869, p. 470; Rea - Zanardi Ricci, 1993, pp. 312, 322, 324). Nel 1818 portò a termine l’album di disegni Memorie segnate dalla verità in Verona e sue adiacenze (riproduzione anastatica a cura di L. Cortesi, Bergamo 1979). Nel 1819 l’Accademia di Verona lo nominò accademico d’onore (Rea - Zanardi Ricci, 1993, pp. 313, 329). Nel 1820 terminò due album di disegni intitolati Vedute de’ paraggi di Bergamo e 1820, Albano e Venezia (entrambi a Milano, in collezione privata). Nel 1821 collaborò con Diotti nella tela intitolata La tempesta (Bergamo, collezione privata; Mangili, 1995, pp. 450, 486 scheda 18). Nel 1824 ritornò nella sua città natale, dove iniziò a dare lezioni private di pittura (Ronzoni, in Vecchi angoli, 1965, pp. 15 s.). In questi anni è attestata la stretta frequentazione con il pittore Giovanni Carnovali , detto il Piccio. Nel 1827 sposò Giacinta Ceresoli (Vecchi angoli, 1965, pp. 61 s., 67 s.; Rea - Zanardi Ricci, 1993, pp. 315, 327, 329, 331). Nel 1828 fu nominato socio onorario dell’Ateneo di scienze, lettere e arti di Bergamo (Vecchi angoli, 1965, p. 11). Nel 1834 partecipò alla prima delle esposizioni annuali dell’Accademia Carrara (Zanardi, 1995, p. 270). A partire dal 1840, secondo quanto affermato da lui stesso, avendo frequentato le esposizioni di pittura che si tenevano nella città di Milano, sotto la spinta del suo amico Agostino Caffi riprese a lavorare più assiduamente (Ronzoni, in Vecchi angoli, 1965, p. 16; Rea - Zanardi Ricci, 1993, p. 329).
Alcune vedute del 1844 risultano costruite maggiormente attraverso masse di colore, più che per sottili velature, e rivelano, secondo la critica, un certo aggiornamento stilistico derivante dall’arte del Piccio.
Negli anni Cinquanta produsse molte serie di disegni (ora in collezioni private; ibid., p. 318), ma non riusciva a lavorare a grandi opere, molto probabilmente per la malattia mentale della moglie, sempre più ingravescente, al punto che la donna dovette essere interdetta nel 1854 (pp. 318, 331). Nel 1861 partecipò all’Esposizione italiana agraria industriale e artistica di Firenze, come risulta dal relativo catalogo.
Allo stato attuale degli studi non si conoscono le esatte ragioni dei rifiuti di Ronzoni a prender parte alle esposizioni contemporanee, e a quelle braidensi in particolare. Dalla corrispondenza con i suoi amici sembra che volesse evitare di sottoporsi al giudizio delle commissioni giudicatrici e, probabilmente, temeva il confronto con i colleghi.
Morì a Bergamo il 29 aprile 1862 (pp. 318, 332 s.).
La maggior parte delle opere di Ronzoni si conserva in collezioni private, soprattutto lombarde e dell’Italia settentrionale. Fra le collezioni pubbliche non citate sopra si segnalano il Museo civico di Castelvecchio (Verona) e i Musei civici di Pavia. Poche decine le opere apparse fino a oggi nel mercato delle aste.
Fonti e Bibl.: P. Locatelli, Illustri bergamaschi. Studi critico-biografici. Pittori, II, Bergamo 1869, pp. 469-471; R. Bassi Rathgeb, Paesisti bergamaschi dell’Ottocento, Bergamo 1944, pp. 18-20, 23-28, 57-59, tavole non numerate; Roma 1806 - Bergamo 1858-59. Disegni inediti del pittore bergamasco P.M. R. (1781-1862), Bergamo 1963; Angoli di terra bergamasca. Disegni inediti. Pietro Ronzoni (1781-1862), Bergamo 1965; Vecchi angoli di Italia e Svizzera. Disegni inediti di P.M. R. (1781-1862), Bergamo 1965 (in partic. Cronobiografia, pp. 9-12; P. Ronzoni, Lettera a Girolamo Novati, Bergamo 1851, pp. 15 s.; con documenti e ricco epistolario); F. Rea, La pittura bergamasca da Marco Gozzi a Silvio Poma, Bergamo 1983, pp. 13-17, tavv. VII-XVII; I. Marelli, Ronzoni Pietro, in La pittura in Italia. L’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, II, Milano 1991, p. 996 (con bibliografia); P.M. R. e il suo tempo, a cura di Diego Gimondi - Osvaldo Gimondi, Clusone 1992; F. Rea - M. Zanardi Ricci, Pietro Ronzoni, in I pittori bergamaschi dell’Ottocento, a cura di R. Bossaglia, I, Il primo Romanticismo e l’Accademia, Bergamo 1993, pp. 311-336 (con fonti e bibliografia); IV, La generazione del Novecento, 1993, ad ind.; R. Mangili, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Il Settecento, a cura di R. Bossaglia, V, Bergamo 1995, pp. 10 s., 14, 92, 103, 107, 448, 452, 461, 482 s., 486 scheda 18, 492 scheda 42, 500 e ad ind.; M. Zanardi, ibid., pp. 240, 265; P. Angelini, ibid., IV, Bergamo 1996, pp. 253, 271 nota 130 e ad ind.; F. Rossi, in Maestri e artisti. 200 anni dell’Accademia Carrara (catal., Bergamo), a cura di F. Rossi, Milano 1996, pp. 50-56, schede pp. 249 s. (con bibliografia); M. Zanardi, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, cit., IV, p. 526; F. Rossi, Il segno romantico... (catal.), Bergamo 1997, pp. 10-31; S. Trichies et al., R. P., scheda OA di Soprintendenza, numero di catalogo generale (NCTN) 03-00643645, Bergamo 1997 (con bibliografia e documenti); L. Ravelli, La bergamasca e dintorni di P. R. (catal., galleria Previtali), Bergamo 2002 (con bibliografia); Id., P. R. e una raccolta inedita di 60 disegni, in Atti dell’Ateneo di scienze, lettere ed arti di Bergamo, 2002-2003, vol. 66, pp. 351-370; F. Noris, R. P., in Dizionario biografico dei pittori bergamaschi, a cura di F. Noris, Azzano San Paolo 2006, pp. 460-463; R. Mangili, Piccio. Tutta la pittura..., Bergamo 2014, pp. 37, 48-50, 57-60, 114 nota 70, 116 nota 146, 123, 269, 301, 363 e ad ind.; Riscoperta di P. R., a cura di G. Viviani, Bergamo 2015.