MENGARINI, Pietro. –
Nacque a Roma il 30 luglio 1869 da Silvestro e da Eulalia Maria del Pinto, primo di tre fratelli (Bernacchia, p. 6). Dopo aver frequentato l’istituto tecnico del collegio Massimo, dove si era iscritto nel 1882 (ibid., p. 8), si formò nello studio di G. Rolland, decoratore e pittore giunto a Roma nel 1896.
È probabile che durante l’apprendistato Rolland chiamasse il M. ad aiutarlo nelle opere di committenza pubblica o privata: potrebbe essere questo il caso degli affreschi neorinascimentali dell’aula magna dell’Università di Macerata (1890 circa). È invece impropria l’attribuzione a Rolland e al M. del soffitto del teatro di Macerata, realizzato da L. Samoggia che lo terminò nel 1870 (Il teatro Lauro Rossi, a cura di D. Baroni, Macerata 1989).
Studio di nudo, presentato nel 1892 alla LXIII Esposizione di belle arti della Società degli amatori e cultori di Roma, segnò l’inizio di un’assidua partecipazione del M. alle esposizioni nazionali e internazionali della Società. Tra le opere più interessanti si ricordano Vita e Morte esposta nella LXVI mostra (1895-96) e poi L’agguato e Il giardino degli amori presentate nel 1922 (Bernacchia, pp. 118-124).
La prima opera divisionista del M. è Attesa, del 1904, dipinto segnalato in La Vita artistica di aprile di quell’anno, cui fece seguito La signora con ombrellino (1905: collezione privata, ripr. in Ruscio), delicato mezzo busto dove la densa pennellata e la dolcezza della luce rendono appieno la ricerca estetica del Mengarini.
La sua fama di divulgatore del divisionismo a Roma è confermata dalle lettere del 14 ott. 1905 e del 9 marzo 1906, scritte da G. Pellizza da Volpedo ad A. Morbelli (F. Bellonzi - T. Fiori, pp. 239, 241).
Nel 1905 il M. partecipò all’Esposizione internazionale d’arte di Venezia. L’anno successivo espose alla Mostra nazionale di belle arti per l’inaugurazione del valico del Sempione, tenutasi a Milano, Il vaso turchino, La solitaria e Nel vapore dell’acqua, dipinti intimisti e surreali, frutto dei lunghi viaggi effettuati in Europa e in Africa nel 1902 e 1903.
Sempre nel 1905 il M. fu eletto consigliere dell’Associazione artistica internazionale, costituitasi nel 1890, carica che conservò fino al 1909 (Bernacchia, p. 18). Nella sede dell’associazione, dotata di una ricca biblioteca e di una sala per lo studio dal vero, il M. respirò un clima internazionale e vi rimase socio attivo fino alla morte, tenendovi anche numerose conferenze tra cui, il 2 luglio 1905, quella dal titolo Fonti di poesia della pittura moderna, nella quale rivisitò la ricerca artistica dall’antichità ai suoi giorni (Roma 1905).
Tra i suoi dipinti più apprezzati si ricorda Nudo alla finestra, conservato a Ginevra, Musée d’art moderne (Da Segantini a Balla…).
Il nudo è quello di una figura femminile, colta di spalle, le braccia appoggiate a una grande vetrata, pudicamente ambrata fino all’altezza delle ascelle, intenta a scrutare l’esterno. Vi si colgono l’intimità del momento, la spontaneità della posa, l’equilibrio precario dell’appoggio. «Le tonalità viola, o lilla, di questa bellissima figura nuda, fanno pensare a certe sfumature adoperate da Bonnard in epoca certamente più tarda» (Vescovo).
A questo periodo dovrebbe risalire l’inizio della relazione con Ida Magliocchetti (Roma, 1871-1938), pittrice impegnata nell’associazionismo femminile, direttrice dell’organo di stampa del Consiglio nazionale delle donne italiane. Dopo nove anni di convivenza il M. e Ida si sposarono il 22 febbr. 1922 e il loro sodalizio sentimentale, artistico e politico proseguì fino alla morte del Mengarini.
Nel secondo decennio del Novecento il M. partecipò alle quattro esposizioni internazionali d’arte della Secessione romana (Marangoni).
Prese parte alla prima (1913) con I caricatori di carbone, tela analitica, in cui quattro uomini svolgono il pesante lavoro su un barcone ancorato con funi alla banchina, in un’atmosfera calma, luminosissima, piena di trasparenze, e in cui una fuga di altre barche e il lungo palazzo sullo sfondo rimandano all’ospizio di S. Michele, dove insegnò Rolland, e al porto di Ripa Grande. Nella seconda (1914) espose Pomeriggio d’autunno, scorcio di un’ansa del Tevere davanti al S. Michele, e Altra sponda, chiara e lucida composizione dominata dalla diagonale del ponte davanti alla chiesa di S. Rocco. Nella terza (1915) presentò Molo e Pesca alla canna, quest’ultimo dipinto acquistato da re Vittorio Emanuele III e oggi nella proprietà del Quirinale a Castel Porziano. Nella quarta (1916) partecipò infine con Occhi azzurri e Fra due luci (Bernacchia, pp. 118-124).
Tra le esposizioni cui prese parte nella maturità si ricordano: la Mostra nazionale d’arte di Sarzana del 1916; la mostra di pittura e scultura «Bimbi e fiori» (Roma, 1918); la I Biennale romana del 1921, dove presentò Aria aperta e Mercato a piazza dell’Unità.
Il M. morì a Roma il 15 marzo 1924.
Nel 1925, alla III Biennale romana vennero esposti cinque suoi dipinti, e alla I Mostra nazionale d’arte marinara di Roma (1926-27) fu presentato Tramonto nel porto di Anzio.
La moglie gli intitolò l’Opera pia Pietro Mengarini, essendo i coniugi sempre stati attenti anche all’aspetto educativo e assistenziale della vita sociale.
Fonti e Bibl.: Necr., in Italianissima, I (1924), 1, pp. 25 s.; Roma, Università La Sapienza, Biblioteca Alessandrina, C. Bernacchia, P. M. e il divisionismo, dattiloscritto s.d. (ma post 1990); All’Esposizione di belle arti, in La vita artistica, 5 apr. 1904; R. Angeletti - E. Natali, Gli artisti a Roma, Sulmona 1904, p. 66; L. Callari, Storia dell’arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 287; G. Marangoni, Esposizione nazionale di arte in Venezia, in Natura e arte, XIX (1910-11), p. 151; Id., Esposizioni romane. Dalla Secessione alla Probitas, ibid., XXI (1912-13), pp. 73, 797-805; A. Colasanti, Le esposizioni di belle arti a Roma. La mostra della Società amatori e cultori. La Secessione, in Emporium, XXXVII (1913), 220, p. 436; F. Bellonzi, Il divisionismo nella pittura italiana, Milano 1967, p. 22; F. Bellonzi - T. Fiori, Archivi del divisionismo, Roma 1969, pp. 239, 241, 397; R. Ruscio, in Divisionismo romano (catal.), Roma 1989, p. 129; E. Crispolti, La pittura del primo Novecento a Roma (1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1, 1900-1945, Milano 1992, I, pp. 479, 483, 486, 492, 562; I. Millesimi, ibid., II, p. 970; Da Segantini a Balla un viaggio nella luce (catal.), a cura di M. Vescovo, Torino 1999, pp. 128, 201; Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e incisori italiani, IX, p. 443.
M.P. Fiorensoli