MILIONI, Pietro
MILIONI (Millioni), Pietro. – Poco è noto della vita di questo chitarrista, compositore e trattatista italiano del Seicento, nonostante debba aver goduto di una notevole fama, stando al numero straordinario di edizioni e di ristampe delle sue opere e alla diffusione delle sue musiche mentre era in vita.
La sua nascita può essere collocata con buona probabilità alla fine del XVI secolo: la prima opera datata risale al 1627 ed è intitolata Quarta impressione del primo, secondo et terzo libro di intavolatura. Mersenne situa nel 1624 la prima stampa dell’opera.
Stampe delle sue opere si riscontrano su tutto il territorio italiano a partire dal 1627 (ma come già detto si tratta già di una quarta ristampa), fino al XVIII secolo avanzato: al 1737 risale l’ultima edizione del Vero e facil modo …, pure se in una stampa poco chiara e di fatto praticamente inutilizzabile. La sua produzione include brani rappresentativi di ogni genere affrontabile dallo strumento, la chitarra spagnola (detta anche «chitarriglia»): per la gran maggioranza si tratta di danze, pezzi costruiti su bassi celebri, accompagnamenti ad arie.
Il Vero e facil modo d’imparare a sonare, et accordare da se medesimo la chitarra spagnuola fu scritto a quattro mani con il chitarrista bolognese Lodovico Monte (del quale pochissimo è noto), con cui il M. doveva aver avuto un sodalizio musicale (sul frontespizio è scritto «Pietro Milioni e Lodovico Monte compagni») e pubblicato per la prima volta a Roma.
Si tratta di un trattatello pratico che ebbe una grande fortuna per tutto un secolo, anche dopo che la tecnica chitarristica si era evoluta superando la pratica del rasgueado: conobbe infatti oltre dieci edizioni e ristampe. Lo scopo di questo, come di altri libretti analoghi, era quello di permettere di praticare lo strumento anche a chi non conoscesse le note e non avesse nozioni di lettura musicale. Di conseguenza, la prima parte del manuale è dedicata all’assegnazione di una lettera dell’alfabeto a ciascun accordo (vengono utilizzati anche sillabe e simboli) che verrà usato nei brani musicali. Sono presentate due alternative per ogni accordo, a seconda dell’accordatura scelta per lo strumento (la seconda nomenclatura è detta «alfabeto straordinario»). Seguono istruzioni per accordare la chitarra anche in modo da suonare in gruppo (fino a sei chitarre) «ciaschuna per differente chiave», quindi l’antologia di pezzi.
I brani presentati nel metodo sono in realtà in gran parte ripresi da precedenti lavori del solo M., la Quarta impressione del primo, secondo, et terzo libro d’intavolatura, la Seconda impressione del quarto libro d’intavolatura di chitarra spagnola, la Prima impressione del quinto libro d’intavolatura di chitarra spagnola pubblicati a Roma nel 1627, e la Corona del primo, secondo, e terzo libro d’intavolatura di chitarra spagnola (ibid. 1631), con l’aggiunta di nove brani apparentemente inediti. L’edizione veneziana del 1640 (?) presenta per la prima volta l’aggiunta di svariati brani che si riscontrano anche in una raccolta di C. Milanuzzi.
Per lungo tempo si è pensato che gran parte dei brani contenuti nella Nuova corona di intavolatura spagnola del M. (Roma 1661) fossero stati copiati dalla raccolta curata da un certo Floriano Pico, la Nuova scelta di sonate per la chitarra spagnola. Questo era dovuto al fatto che l’anno di pubblicazione dell’opera di Pico era stato interpretato alternativamente come 1608 o 1628. G.R. Boye (2005) porta buone prove per spostare la data al 1698, anno che renderebbe la raccolta di Pico debitrice di quella del Milioni.
Non si conoscono il luogo e la data di morte del M.; Boye ipotizza che proprio la Nuova corona di intavolatura spagnola sia stata pubblicata dopo la morte del Milioni (cfr. The New Grove Dict.). In realtà, la ristampa del Vero e facil modo … del M. e Monte a cura del solo Monte nel 1647 potrebbe indicare l’avvenuta morte del M. già a quella data.
Le poche notizie che si possono ricavare dalle edizioni arrivateci, inseriscono il M. in un contesto ben preciso di sviluppo dello strumento e in un più vasto panorama musicale: merito di C. Gavito l’aver dimostrato come molte delle opere contenute in diverse raccolte risentano fortemente della cultura musicale del Mezzogiorno d’Italia. L’eterogeneo mondo musicale rappresentato in questi brani è confermato anche dall’ipotesi di P. Fabbri che riconosce nel «Ballo del Monte Verde» contenuto nel Vero e facil modo … una probabile trascrizione di una musica d’occasione composta da C. Monteverdi per la corte di Mantova e ora perduta. La gran parte delle edizioni pubblicate a nome del M. non porta una dedica, a riprova del grande successo commerciale che riscuotevano. Tuttavia, la Prima scielta di villanelle (Roma 1627) è dedicata a «Baldassar de Nobili padrone», cosa che prova almeno un periodo di attività a Roma.
Testimonianze della perdurante fama del M. vengono dalla menzione del suo nome in manuali di diverse epoche (dall’Harmonie universelle di Mersenne al trattato La musica strumentale in Italia di Torchi o Il liuto e la chitarra di Maria Rita Brondi), seppure spesso in termini dispregiativi nei confronti di una pratica musicale, quella della chitarra in stile «battuto» o rasgueado, considerata secondaria.
Fonti e Bibl.: M. Mersenne, Harmonie universelle, Paris 1636, II, p. 96; L. Torchi, La musica strumentale in Italia, Milano 1901, p. 149; M.R. Brondi, Il liuto e la chitarra, Torino 1926, p. 93; S. Murphy, Seventeenth-century guitar music: notes on rasgueado performance, in Galpin Society Journal, XXI (1968), pp. 24-32; B. Tonazzi, Liuto, vihuela, chitarra e strumenti similari nelle loro intavolature con cenni sulle loro letterature, Ancona 1971, p. 84; W. Kirkendale, L’Aria di Fiorenza, id est il Ballo del gran duca, Firenze 1972, pp. 24, 26 s., 75-78; P. Fabbri, Inediti monteverdiani, in Rivista italiana di musicologia, XV (1980), pp. 71-86; R. Hudson, Passacaglio and Ciaccona: from guitar music to Italian keyboard variations in the 17th century, diss., University Microfilm International, Ann Arbor, MI, 1981, pp. 43-50; G.R. Boye, G.B. Granata and the development of printed guitar music, diss., Duke University, Durham, NC, 1995, pp. 15-18, 31-37, 192-207; Id., The case of the purloined letter tablature: the seventeenth-century guitar books of Foriano Pico and P. M., in Journal of Seventeenth-Century Music, XI (2005), http://www.sscm-jscm.org/v11/no1/boye.html, paragrafi 3, 7; C. Gavito, The «Alfabeto» song in print, 1610-ca. 1665: Neapolitan roots, Roman codification, and «Il gusto popolare», diss., University of Texas at Austin, 2006, pp. 115-144; Diz. enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 104; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, pp. 697 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XII (2004), col. 221.
C. Fierens