PAGANETTI, Pietro
PAGANETTI, Pietro. – Nacque il 21 febbraio 1729 a Bonassola da Ignazio e Maria Antonia.
In giovane età si trasferì a Genova ed entrò nell’ordine dei chierici regolari minori, che risiedevano nei conventi di S. Fede di Pré e di S. Rocco di Granarolo. Abile e zelante negli studi, frequentò l’Accademia di filologia sacra istituita nel 1746 dall’arcivescovo di Genova Giuseppe Maria Saporiti e là conobbe Bernardo Poch, che nel 1750 lo avvicinò alla ricerca erudita, commissionandogli una memoria Della commenda gerosolimitana detta volgarmente di S. Giovanni di Pré e degli Atti di S. Ugone, che non pubblicò, nonostante un recupero negli anni seguenti.
Approfondì l’interesse per gli studi storiografici nella sua opera maggiore, l’Istoria ecclesiastica della Liguria, che lo impegnò fino agli anni Settanta, ma si concretizzò soltanto con la pubblicazione dei primi due tomi invece dei quattro previsti.
Il progetto completo dell’opera comprendeva la trattazione della storia ecclesiastica dal I secolo al 1771, sei dissertazioni (Dell’arte critica, Della Liguria e della sua religione, De’ martiri della Liguria, De’ vescovi della Liguria, Atti de’ santi, beati, venerabili ed altri servi di Dio e lo studio già citato sulla Commenda di Pré) e alcuni supplementi sulle iscrizioni delle chiese di Luni, Sarzana, Brugnato, Genova, Savona, Noli, Albenga, Ventimiglia e Nizza. Il primo tomo fu composto dalla storia della Chiesa dal I al V secolo, dalle prime tre dissertazioni e dalla raccolta di epigrafi di Luni, Sarzana e Brugnato, mentre furono inseriti nel secondo la storia dei secoli VI-IX, la prima parte della IV dissertazione e il supplemento sulle iscrizioni nell’arcivescovato di Genova; il resto rimase manoscritto (una copia dei volumi II-IV è conservata a Genova, Bibl. civica Berio, Mss., m.r.II.4.1; un altro esemplare è descritto in I manoscritti della raccolta Durazzo, a cura di D. Puncuh, Genova 1979, pp. 127 s.).
Nel 1765, dopo che l’autore aveva concluso le ricerche d’archivio, l’officina genovese di Bernardo Tarigo diede alle stampe il primo tomo, dedicato al patrizio genovese Giovanni Battista Negrone. L’impostazione critico-razionalista dell’opera e una certa libertà di giudizio sulle figure religiose del passato alimentarono però il sospetto di giansenismo, giustificato dall’aderenza di alcuni passi alla controversa Histoire ecclésiastique di Claude Fleury e dall’affinità di pensiero, forse inconsapevole, con i giansenisti Scipione de’ Ricci e Pietro Tamburini, più tardi fautori di una svolta riformista nel sinodo di Pistoia del 1786.
L’intransigenza di cattolici e intellettuali, ma più ancora le riserve dei revisori genovesi su alcune espressioni ritenute lesive del prestigio della Repubblica indussero Paganetti a trasferirsi a Roma, nella sede generalizia dei chierici regolari minori presso S. Lorenzo in Lucina, per la pubblicazione del secondo tomo. Nonostante il favore di papa Clemente XIII, che lo ricevette in udienza, e la protezione del cardinale Domenico Orsini di Aragona, dedicatario del nuovo volume, nel settembre 1766 il governo genovese pretese che la Giunta di giurisdizione effettuasse una nuova revisione dell’opera, sicché il 13 settembre Paganetti compose una lettera apologetica in cui esprimeva meraviglia per la diffidenza della Repubblica, tanto più che alcuni mesi prima il governo aveva già approvato la stampa del secondo tomo. Paganetti dovette incassare anche il parere negativo di Bernardo Poch, che alla lettura del manoscritto rimase poco persuaso della cronologia dei primi vescovi genovesi. Comunque nello stesso 1766 il secondo tomo dell’Istoria venne dato alle stampe presso i tipografi romani Giuseppe e Filippo De Rossi.
Alcune considerazioni sull’elezione dei vescovi contenute nella IV dissertazione, le riserve sull’attendibilità di alcuni episodi miracolosi e i dubbi su qualche fonte mutarono l’atteggiamento dell’ambiente romano, tanto che la sera del 27 febbraio 1767 il luogotenente del governatore di Roma si recò per ordine pontificio a S. Lorenzo in Lucina e sequestrò 912 copie del secondo tomo dell’Istoria e cinque del primo, affidate da Paganetti a padre Sambuceto prima di tornare a Genova. La notizia, prontamente riferita dal ministro Serafino Figari al governo genovese, si diffuse anche tra i cittadini della Repubblica residenti a Roma; fu evidente il coinvolgimento del S. Uffizio e il rischio di proscrizione dell’opera.
Mentre Paganetti progettava di inviare al segretario di Stato pontificio una lettera di ritrattazione che provasse la sua buona fede, la S. Sede minacciò di iscrivere l’Istoria all’Indice dei libri proibiti nel caso l’opera non venisse proseguita secondo i dettami corretti. Il Senato genovese non accettò l’ingerenza e nell’aprile 1767 ordinò a Paganetti di continuare l’Istoria a Genova. La direttiva fu confermata a dicembre, quando Paganetti fu nominato visitatore di S. Fede e di S. Rocco e dunque obbligato a rimanere in città. Proseguì la stesura del terzo tomo, ma nonostante le approvazioni ecclesiastiche ancora risalenti al settembre e al novembre 1766, la Deputazione alle stampe non concesse l’imprimatur e il Senato genovese, in risposta alle nuove suppliche di Paganetti, ribadì il diniego con un decreto del 12 gennaio 1772. Pochi giorni dopo si poté tuttavia sperare in una svolta inaspettata: la Deputazione cambiò giudizio sulla scorta delle correzioni di un suo funzionario e diede parere favorevole alla pubblicazione del terzo tomo. La decisione fu confermata dal decreto del governo del 27 gennaio 1772. A impedire definitivamente la stampa intervennero le autorità romane. Il 26 agosto 1774, anno in cui Paganetti fu di nuovo nominato visitatore di S. Fede, l’Istoria ecclesiastica della Liguria fu inserita nell’Indice e cadde ogni speranza di pubblicare i due tomi restanti. Nella dedica del terzo tomo al legato apostolico in Romagna Michelangelo Cambiaso, Paganetti si era impegnato ancora in una strenua difesa dell’opera, ma il suo sforzo fu vano. La vicinanza di Paganetti con la famiglia del legato pontificio trovò invece conferma in un’altra opera di quegli anni, l’Istoria genealogica della famiglia Dalla Scala Cambiaso, anch’essa mai pubblicata (Grillo, 1873, p. 322).
La travagliata vicenda dell’Istoria si arrestò a questo punto, ma gli anni seguenti non furono più sereni. Nel 1776 Paganetti fu coinvolto in una causa con il reverendo Emanuele Semino per il possesso di una casa nel quartiere genovese di Pré, mentre l’anno successivo, forse a causa dei primi problemi fisici che lo avrebbero condizionato in futuro, fece testamento a favore di un nipote e di un confratello. Nel 1779 fu colpito da quattro attacchi apoplettici che pregiudicarono definitivamente la sua salute.
Si ritirò a Pietra Lavezzara, in val Polcevera, dove morì il 9 novembre 1784. Fu sepolto a Genova nella chiesa di S. Fede.
I primi due volumi dell’Istoria sono disponibili in edizione anastatica (Bologna 1978).
Fonti e Bibl.: Bonassola, Arch. parrocchiale, Registro battesimi, ad annum; Arch. di Stato di Genova, Arti, 179; Iurisdictionalium, filze 1264, 1266, 1267, 1280, 1290, 1305; Genova, Bibl. civica Berio, Mss., m.r. IV.5.12: B. Poch, Miscellanea di storia ligure, c. 286r; G.B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, V, Genova 1858, p. 46; L. Grillo, Elogi di liguri illustri. Appendice, Genova 1873, pp. 56-62, 322; A. Manno, Bibliografia storica degli Stati della monarchia di Savoia, VI, Torino 1898, col. 21476; G. Rossi, P. P. e la «Storia ecclesiastica della Liguria» rimasta in tronco, in Giornale storico e letterario della Liguria, VII (1906), pp. 428-439; E. Codignola, Carteggi di giansenisti liguri, I, Firenze 1941, p. XXXV; V. Vitale, Breviario della storia di Genova. Lineamenti storici ed orientamenti bibliografici, II, Genova 1955, pp. 10 s.; A. Giordano, Il terzo volume della «Istoria ecclesiastica della Liguria»(901-1300) di P. P., in La Berio, XXVIII (1988), 3, pp. 3-19; M.G. Angeli Bertinelli, La cultura antiquaria, fra ricerca erudita e riflessione storiografica, in Erudizione e storiografia settecentesche in Liguria, Atti del convegno ... 2003, a cura di C. Bitossi, Genova 2004, pp. 349 s.; G. Assereto, Storiografia e identità ligure tra Settecento e primo Ottocento, in Politica e cultura nel Risorgimento italiano. Genova 1857 e la fondazione della Società ligure di storia patria, a cura di L. Lo Basso, in Atti della Società ligure di storia patria, n.s, XLVIII (2008), p. 68; V. Polonio, La storia ecclesiastica. Parte I (1867-1948), in La Società ligure di storia patria nella storiografia italiana. 1857-2007, a cura di D. Puncuh, ibid., L (2010), pp. 256 s.