PANCRAZI, Pietro
PANCRAZI, Pietro. – Nacque a Cortona il 19 febbraio 1893, da Vittorio, imprenditore agricolo, e da Eugenia Serlupi Crescenzi, appartenente a un’aristocratica famiglia romana.
Secondogenito di sette figli – gli altri fratelli e sorelle furono Maria (1892), Filippo (1894), Luigi (1895), Giuseppe (1897), Virginia (1899) e Anna (1905) – frequentò le scuole elementari a Cortona e nel 1902 si iscrisse al ginnasio del collegio dei Gesuiti a Strada in Casentino. Nel 1908 giunse a Roma, dove continuò gli studi presso il collegio Nazareno. Due anni più tardi, in seguito a difficoltà economiche, la famiglia si trasferì a Venezia dove il padre trovò impiego all’Hôtel des Bains, mentre Pancrazi – nel 1912 – concludeva il liceo nel collegio Foscari.
Nell’estate del 1911 si avvicinò al mondo del giornalismo, iniziando a collaborare con la testata veneziana L’Adriatico, per la quale proponeva cronache su fatti d’attualità. Nel 1912 passò alla Gazzetta di Venezia, rimanendovi in maniera discontinua fino al 1918. Nel 1913 si iscrisse alla facoltà di legge dell’Università di Padova, senza conseguire la laurea; nel frattempo fu convocato a Roma come allievo ufficiale di fanteria. Nel 1915 perse il fratello Filippo in combattimento nei pressi di Asiago. Nei primi mesi del 1916 partì per la guerra, ma il 28 giugno – ferito a un braccio – fu ricoverato a Bologna. Alla fine del 1917 il fratello Giuseppe fu internato a Mauthausen. Intanto Pancrazi era rientrato a Firenze, dove rimase fino al 1918, quando con la famiglia si stabilì a Fontocchio, nei pressi di Cortona.
Tra il 1915 e il 1917 iniziò la collaborazione con diverse testate, occupandosi di critica letteraria: La Nazione (1915-17, saltuariamente fino al 1922); La Voce (1916); Il Resto del Carlino (1917-26); Il Nuovo Giornale (1917-19). In quegli anni a Firenze conobbe Giuseppe De Robertis e Giovanni Papini, con i quali iniziò un fitto scambio epistolare. Dal 1917 Pancrazi e Papini misero mano al progetto della silloge Poeti d’oggi, che vide la luce a Firenze nel 1920. Il lavoro intorno alla raccolta segnò il vero esordio letterario di Pancrazi: un’esperienza che gli permise di compiere i primi sondaggi critici ricchi di futuri sviluppi anche sul piano metodologico.
Con De Robertis pubblicò antologie letterarie per le scuole: I moderni poeti prosatori italiani e stranieri e Antologia italiana di prose e poesie (entrambe Firenze 1926) e Italia nuova e antica (ibid. 1936). Nel 1921 conobbe Ugo Ojetti che gli offrì l’occasione di collaborare al Secolo (fino al 1926) e alla collana dei fratelli Treves «Le più belle pagine degli scrittori italiani». Il sodalizio umano e intellettuale con Ojetti si tradusse nella realizzazione della rivista Pegaso, edita dal 1929 e della quale Pancrazi fu segretario di redazione fino alla chiusura, nel 1933. Fu l’occasione per Pancrazi sia di conoscere le più importanti figure letterarie e seguire da vicino gli sviluppi delle tendenze critiche, sia di esercitare quotidianamente egli stesso il giudizio sugli accadimenti del mondo delle lettere. Come Pancrazi amava ripetere, la sua attività più che di critico militante fu di «critico giornaliero».
Negli anni 1923-24 uscirono a Firenze le raccolte Venti uomini, un satiro, un burattino e I Toscani dell’Ottocento: la prima riuniva venti saggi critici su autori italiani contemporanei, l’altra metteva insieme una silloge di scrittori della seconda metà del XIX secolo. L’antologia degli scrittori toscani fu accolta in modo controverso da Ojetti, che la definì «pittura vigilata e sillabata», ma ne contestò il criterio selettivo, che dava spazio eccessivo ad autori toscani minori pressoché sconosciuti (Scrittori che si confessano, Milano 1926, p. 62).
Dal 1926 Pancrazi approdò al Corriere della sera. L’anno successivo morì il padre Vittorio. Nella seconda metà degli anni Venti entrò in contatto con Emilio Cecchi, Antonio Baldini, Pietro Paolo Trompeo; mentre con Manara Valgimigli strinse una profonda amicizia di cui resta testimonianza in un fitto scambio epistolare.
Nel 1931 morì la madre e l’anno successivo si trasferì nella frazione di Camucia, nella villa ottocentesca «Sodo», che divenne luogo di ritrovo di personalità quali Giacomo Noventa, Piero Calamandrei, Marino Moretti, Aldo Palazzeschi. Nello stesso periodo si propose come autore di scritti narrativi e cronachistici, come il riadattamento degli apologhi esopiani alternati a nuove favole (L’Esopo moderno, Firenze 1930) e i racconti di viaggio di Donne e buoi de’ paesi tuoi (ibid. 1934). Dal 1943 entrò in contatto con la casa editrice fiorentina Le Monnier, per la quale diresse le collane «Biblioteca nazionale» e la «Collezione in ventiquattresimo». Curò testi della letteratura italiana antica e moderna poco conosciuti, rivelando una conoscenza profonda della tradizione letteraria italiana. Per l’editore Ricciardi stese inoltre il piano editoriale della raccolta «La letteratura italiana. Storia e testi» in collaborazione con Raffaele Mattioli e Alfredo Schiaffini.
Durante il secondo conflitto mondiale, dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938, Pancrazi offrì temporanea ospitalità alla famiglia dello storico Nino Valeri e a Giacomo Debenedetti con la moglie Renata Orengo. Dopo l’8 settembre 1943 prese parte alla guerra di liberazione nazionale aderendo al Comitato di liberazione nazionale (CLN) di Cortona come rappresentante del Partito liberale italiano (PLI).
Della tragica esperienza della guerra volle raccogliere cronache e racconti, poi pubblicati nella Piccola Patria (Firenze 1946). Dopo la Liberazione Pancrazi fu coinvolto in nuove collaborazioni editoriali; pubblicò su La Nuova Europa, di cui fu anche redattore affiancato da Guido De Ruggero e da Umberto Morra, su l’Opinione pubblica e su Il Ponte.
Nel 1946 fu eletto, insieme a Morra, consigliere comunale a Cortona come indipendente nelle liste del Partito socialista italiano. Nello stesso anno divenne socio dell’Accademia nazionale dei Lincei e nel 1952 dell’Accademia della Crusca. Tra il 1946 e il 1947 l’Assemblea costituente lo incaricò di provvedere alla revisione linguistica della Costituzione italiana.
Nel 1951 si ammalò e il 26 dicembre 1952 morì a Firenze.
La biblioteca personale di Pancrazi fu trasferita all’Accademia della Crusca, dove il fondo a suo nome raccoglie oltre dodicimila volumi tra antichi e moderni a lui appartenuti.
La vastità di interessi e competenze di Pancrazi si manifesta nell’assidua produzione di saggi critici e dalle molte curatele, tra le quali il carteggio Carducci-Vivanti (Un amoroso incontro della fine Ottocento, Firenze 1951), i Discorsi sulla vita sobria di Alvise Cornaro (ibid. 1942), le opere di Matilde Serao (Milano 1944). Tra i suoi contributi critici: Nascita del D’Annunzio notturno (in Corriere della sera, 6 novembre 1938), nel quale vengono individuate le premesse della poetica dannunziana nella sua declinazione ‘notturna’; il saggio, di altra impostazione, che introduce i Ricordi di Guicciardini (Firenze 1929), nel quale compone una sorta di «consuntivo morale» dell’autore, che rappresenta più da vicino la sua visione della letteratura, intesa come connubio inscindibile di arte e vita. Visione che troverà un’esatta definizione nell’introduzione di Trompeo al volume postumo Della tolleranza (Firenze 1955, pp. 7-31), che raccoglie nove saggi a sfondo morale pubblicati da Pancrazi tra il 1945 e il 1947.
Gli studi di Pancrazi in generale rispondono a due diverse tipologie: alcune sono «minuscole monografie genetiche, in cui uno scrittore è accompagnato nel suo sviluppo spirituale, segnato dalle sue varie stagioni letterarie» (Russo, 1967, p. 595); altre – inserendosi lo scrittore nella linea Carducci-Serra-De Robertis – riservano attenzione particolare ai materiali preparatori delle opere, come per i saggi su Carducci e D’Annunzio (Scrittori italiani dal Carducci al D’Annunzio, I-III, Bari 1937).
Opere. Narrativa e cronaca: L’Esopo moderno, Firenze 1930; Donne e buoi de’ paesi tuoi. Fogli di via, ibid. 1934; La piccola Patria, ibid. 1946. Raccolte critico-saggistiche: Scrittori italiani del Novecento, Bari 1934; Studi sul D’Annunzio, Torino 1939; Ragguagli di Parnaso, Bari 1940; Scrittori d’oggi, I-IV serie, ibid. 1942-46; Scrittori d’oggi. Segni del tempo, V serie, ibid. 1950; Nel giardino di Candido, Firenze 1950; Scrittori d’oggi, prefaz. di M. Valgimigli, VI serie, Bari 1953; Italiani e stranieri, prefaz. di A. Baldini, Milano 1957; Della tolleranza, a cura di P.P. Trompeo, Firenze 1955; Ragguagli di Parnaso. Dal Carducci agli scrittori d’oggi, a cura di C. Galimberti, I-III, Milano-Napoli 1967.
Fonti e Bibl.: Una consistente raccolta di articoli di e su Pancrazi si conserva presso la Biblioteca nazionale di Roma (Fondo Falqui, Arch. dei ritagli, sub voce); altri materiali di vario genere si trovano a Bologna (Biblioteca universitaria), Genova (Biblioteca universitaria), Lodi (Fonda-zione Banca Popolare), Milano (Biblioteca Brai-dense), Modena (Biblioteca Estense), Roma (Biblioteca nazionale e Archivio storico della Camera dei Deputati). Per la ricostruzione del milieu culturale e sociale in cui visse e si formò, utili sono gli epistolari: P. Calamandrei, Lettere a un amico, in Il Ponte, IX (1953), 4, pp. 497-509; P. Pancrazi, Lettere a Marino Moretti, in Nuova Antologia, luglio 1962, pp. 289-316; Storia di un’amicizia. P. P. e Manara Valgimigli, Milano 1968; Le ombre di Parnaso. Papini - P., Firenze 1973; Benedetto Croce - P. P. Epistolario, Firenze 1989. C. Galimberti, Gli anni veneziani di P. P. (1911-1915), in Lettere Italiane, VI (1954), pp. 362-377; L. Russo, Il piccolo mondo moderno del P., Il P. artista-critico, Allargamento degli interessi del P., in La critica letteraria contemporanea, III, Firenze 1967, pp. 576-602; F. Mattesini, P. P. tra avanguardia e tradizione, Roma 1971; A. Meoni, Il Parnaso di P., Cortona 1971; C. Galimberti, La lezione di P. a vent’anni dalla morte, Cortona 1974; P. P.: la letteratura del quotidiano (catal.), a cura di S. Matteucci, Firenze 1982; N. Caldarone, P. P. Lo scrittore, il critico e l’uomo a servizio dell’arte, della scuola, della società, Cortona 1983 (con la bibliogr. commentata degli scritti, pp. 166-177); P. P. La letteratura del quotidiano, Atti del convegno, Cortona-Firenze … 1982, a cura di R. Fedi, Cortona 1984.