AGABITI, Pietro Paolo
Nacque a Sassoferrato (Ancona) verso il 1470 dal maestro Agabito Agabiti. Pittore, non si ha notizia di un suo giovanile soggiorno nel Veneto che varrebbe a meglio spiegare il profondo legame con l'arte veneta, e particolarmente con quella di Cima da Conegliano, che si nota nella piccola pala Madonna in trono fra i SS. Pietro e Sebastiano del Museo di Padova, opera firmata e datata (Petri Pauli Saxiferrati opus MCCCCLXXXXVII). Tale dipinto, forse il più importante tra i non molti che dell'A. siano giunti sino a noi, chiarisce la sua educazione, indicando i limiti delle sue possibilità, che sono quelle di un modesto imitatore di Cima. Secondo la tradizione, allontanandosi in età giovanile da Sassoferrato, l'A. si sarebbe stabilito a Iesi; qui rimase quasi sempre fino al 1510, e vi prese moglie. Datati e firmati 1511 sono un trittico (Madonna e Santi), già nella chiesa di S. Maria di Catobagli, ora nella Pinacoteca di Sassoferrato, e una Natività in S. Maria del Piano del Ponte a Sassoferrato; nella stessa chiesa vi è pure, datata e firmata 1518, una pala d'altare (Madonna, S. Caterina e il Battista). Del 1522 era un quadro già nella chiesa di S. Francesco a Corinaldo, descritto da A. Ricci (1834), oggi perduto. Dal 1522 al 1524 l'A. eseguiva a Iesi, tra l'altro, alcuni affreschi nel Palazzo di Città, in collaborazione con Andrea da Iesi. Nel 1524 firmava e datava un grande trittico nella chiesa di S. Croce a Sassoferrato, con i SS. Benedetto, Mauro, Placido, Pietro, Damiano e Scolastica, ed avente una predella considerata tra le sue opere migliori. Firmata e datata 1528 èuna Madonna col Bambino tra il Battista e S. Antonio di Padova, conservato ora nella Pinacoteca di Iesi. Dal 1531 in poi l'A. si ritirò nel convento dell'Eremita di Cupramontana, e quivi egli morì verso il 1540.
Le opere citate, dopo l'iniziale e così intensa adesione allo stile di Cima, rivelano un successivo impoverimento delle qualità dell'artista, sempre più smarrito tra gli influssi di L. Signorelli e quelli di L. Lotto, pittori che certamente dovette conoscere, essendo essi attivi proprio nella zona tra Arcevia e Iesi, negli anni stessi in cui egli vi lavorava. Le sue migliori qualità ci appaiono nei dipinti di piccole dimensioni, specialmente nelle predelle, dove sono vivaci piccole figure ed ampi e sereni paesaggi, di una tersa luminosità.
Un affresco (Madonna col Bambino e Santi), datato 1503, esistente nella chiesa di S. Esuperanzio a Cingoli, è stato attribuito all'A, da A. Colasanti e da B. Berenson, mentre L. Venturi, forse più giustamente, pensa per esso ad Antonio Solario.
L'A., oltre che pittore, pare fosse anche plasticatore; ma le ceramiche che gli furono attribuite sono con ogni probabilità opere della bottega robbiana; non v'è comunque possibilità di formulare sull'argomento un qualsiasi giudizio.
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