PARZANESE, Pietro Paolo
PARZANESE, Pietro Paolo. – Terzo di undici figli, nacque ad Ariano Irpino, nei pressi di Avellino, l’11 novembre 1809 da Giuseppe, modesto venditore di tessuti, e da Giovanna Faretra.
Nel novembre 1820 entrò in seminario (Barra, in Risorgimento e Mezzogiorno romantico, 2012, p. 27); trasferitosi nel 1824 a Napoli a causa della salute cagionevole e tornato ad Ariano nel 1825, si distinse per le precoci doti di improvvisatore poetico, che lo resero noto in Campania e in Puglia. Spostatosi ancora a Napoli nel 1829 (su invito di Salvatore De Renzi, suo estimatore), nel 1830 rientrò definitivamente nel paese natale, dove, ordinatosi sacerdote, assunse l’incarico di insegnante di grammatica, teologia ed eloquenza. Divenuto, nel 1834, canonico teologo del Capitolo della Cattedrale di Ariano (Barra, in Risorgimento e Mezzogiorno romantico, 2012, p. 32), tra il febbraio 1837 e il marzo 1838 fu anche vicario della diocesi.
Nel corso degli anni Trenta, oltre ai versi editi nella raccolta miscellanea Poesie scelte da’ componimenti recitati per gli alunni del Seminario di Ariano… (Italia [s.n.] 1834), pubblicò a Napoli i Panegirici (1833) e le traduzioni delle Melodie ebraiche di lord G. Byron e de La preghiera per tutti: cantica di V. Hugo (entrambe 1837). Al 1836 è da ascriversi il fallito tentativo di fondare una rivista dal titolo La Flora (il manifesto, Le amene lettere e le arti belle, si legge in Prose educative…, Napoli 1924, pp. 141-150); mentre al 1837 (Giulietta e Romeo tragedia inedita..., 1910) risale una riscrittura tragica, rimasta inedita, di Giuletta e Romeo.
Costantemente dedito alla predicazione (tra Campania, Puglia e Abruzzo; cfr. Palinuro, in Risorgimento e Mezzogiorno romantico, 2012), dopo aver pubblicato versi e racconti in alcune riviste napoletane (Omnibus, Iride, Ore solitarie) giunse alla stampa delle raccolte poetiche Armonie italiane (Lugano [ma Napoli] 1841) e Nuove poesie (Napoli 1843).
Nella prima silloge, a poesie dalla predominante vena idillica e sentimentale si alternano testi di marcato impegno civile (ad esempio le ottave Ad Alessandro Manzoni). La seconda è invece composta dalla visione I fiori di una stella (1842) e dalle Canzoni popolari (1841), nella cui premessa individuò lo scopo ultimo della poesia popolare nella «cristiana e civile educazione» e raccomandò il ricorso a un registro linguistico «chiaro a tutte le plebi d’Italia».
Naufragato, nel 1842, il progetto di creare un nuovo periodico (Il Giornale irpino; cfr. Zazo, 1947), e intensificata nel frattempo la consuetudine con i salotti intellettuali campani (frequentò, tra gli altri, Giuseppe Regaldi, Giannina Milli, Giuseppina Guacci Nobile), tra il 1845 e il 1847 Parzanese pubblicò nel Lucifero la serie di articoli (in tutto 26) Della letteratura alemanna inglese francese e italiana nel secolo XIX.
Non portato a termine (Della letteratura alemannna inglese, in Risorgimento e Mezzogiorno romantico, 2012), il percorso critico di Parzanese – concentrato in primis sulla letteratura tedesca, da Klopstock a Heine, da Bürger a Uhland, delle cui opere propose anche parziali traduzioni –, si appuntò, tra l’altro, sul rapporto letteratura-religione e sull’elaborazione di un proficuo modello di letteratura popolare (v., ad esempio, Lucifero, VIII (1845-46), 4, pp. 33 nota 26, 211). Ne emerge il profilo di un autore attento allo scenario europeo e dunque – pur con i suoi limiti – non pacificamente riducibile alla definizione di semplice «poeta del villaggio» coniata da Francesco De Sanctis ed ereditata da una parte non esigua della critica successiva.
Nel 1846 pubblicò Il Viaggianese. Canti raccolti e ordinati da P.P. P. (s.l.). Come dichiarato programmaticamente nella dedica a Gennaro Moscatelli, nei componimenti compresi nella raccolta – tra i quali ballate medievali, leggende, poesie a sfondo patriottico –, alla ricerca del «maraviglioso» e all’uso di un «linguaggio spedito» corrisponde, sul piano ideologico, il rigetto per il «dubbio» e la «disperazione», nonché la consolazione degli umili in nome della certezza di una loro ricompensa ultraterrena.
Su questa raccolta Parzanese fornì ulteriori indicazioni nel Poliorama pittoresco (XII (1847-1848), 1, pp. 10 s.), nel quale pubblicò anche altri articoli (come Silvio Pellico, ibid., 44, pp. 346 s.; e, anonimo, Pio nono, ibid., 29-30, pp. 225-227 e 235-237), nonché prose di vario argomento (come, tra il 1845 e il 1848, Un viaggio descrittivo e le Lettere descrittive) e poesie (ad esempio, L’Italia e Napoli, ibid., 28, p. 223; e Sono italiano, ibid., 33, p. 258).
A seguito della sua partecipazione al Comitato centrale provvisorio di Ariano, costituitosi nel maggio del 1848 per contrastare la reazione borbonica, divenne oggetto di un persistente controllo da parte della polizia. Profondamente segnato da tale provvedimento, non abbandonò la produzione critica e letteraria: da menzionare, oltre ai saggi sul Götz di Berlichingen di Goethe (ibid., XIII (1849-1950), 30-31, pp. 240-243, 347-350), la stesura incompiuta, nel 1851, delle Memorie della mia vita (poi in Opere complete…, II, 1893) e, soprattutto, la pubblicazione de I canti del povero (Napoli 1852), in cui, perseguendo un esibito fine ideologico (fondato su un sostanziale conservatorismo sociale, come nella controversa lirica Gli operai), si rivolse alla «gente onesta e popolana» proponendo come valori fondamentali la fede nella provvidenza divina e l’amor di patria. I componimenti si contraddistinguono per l’inserzione di tessere lessicali desunte dal sermo cotidianus, per il consapevole ricorso a riprese e ritornelli e per l’impiego dell’onomatopea (come sottolineò nel 1918 Benedetto Croce, in un confronto tra Parzanese e Pascoli).
Parzanese morì a Napoli il 29 agosto 1852.
Opere. Poesie edite e inedite, I-III, Napoli 1856-57; Poesie inedite, a cura di N. Susanna, Napoli 1884; Opere complete edite ed inedite, I-IV, Ariano 1889-97; Giulietta e Romeo tragedia inedita…, a cura di C. De Vivo, Ariano 1910; Il primo “Faust” di W. Goethe esposizione critica e traduzione dei passi lirici inedite (1847-1852) comunicate… dal socio F. Lo Parco, Atti della Accademia Pontaniana, L (1920), pp. 177-236; Canti educativi inediti e dispersi, a cura di F. Lo Parco, Napoli 1921; Prose educative inedite e disperse, a cura di F. Lo Parco, Napoli 1924; Un “Viaggio di dieci giorni” e le “Lettere descrittive” di P.P. P. (1845), a cura di G. Malcagni, Trani 1964. Tra le scelte antologiche, Poeti minori dell’Ottocento, a cura di L. Baldacci, I, Milano-Napoli 1958, pp. 217-246. Si vedano, inoltre: Onori funebri renduti alla memoria di Maria Cristina di Savoia…, Napoli 1836; L’arpa del Libano. Strenna sacra pubblicata…, a cura di P.P. Parzanese, s.l. 1839; Cenno biografico di Sergio Nigri, Napoli 1843; Le tre ore di agonia…, Napoli 1852. Carlo Villani (Napoli 1910) e Catello De Vivo (Avellino 1911) hanno pubblicato per la prima volta rispettivamente il poema Ituriele (1838-41) e la tragedia Sordello (s.d.). Si segnalano, oltre a circa 60 prediche inedite (Palinuro, in Risorgimento e Mezzogiorno romantico, 2012, p. 278), le carte che testimoniano un assiduo studio dell’opera dantesca (Vallone, 1991).
Fonti e Bibl.: Presso il Fondo Lo Parco della Biblioteca nazionale di Napoli si conserva cospicuo materiale manoscritto. Necrologio di C. De Ferrariis, in Poliorama pittoresco, XIV (1852-1853), 25, p. 193. C. Villani, P.P. P.: note e memorie, Napoli 1910; B. Croce, Ancora sul Pascoli [1918], in Id., La letteratura della nuova Italia. Saggi critici, IV, Bari 1942, pp. 242-244; A. Zazo, P.P. P. e il suo “Giornale Irpino” (1842), in Samnium, XX (1947), 1-2, pp. 95 s.; F. De Sanctis, La scuola cattolico-liberale e il romanticismo a Napoli, a cura di C. Muscetta - G. Candeloro, Torino 1953, pp. 155-170; C. Muscetta, Il “buon canonico” P., in Id., Letteratura militante, Firenze 1953, pp. 201-204; M. Tondo, Rilettura del P., Bari 1965; A. Asor Rosa, Scrittori e popolo. Il populismo nella letteratura italiana contemporanea, Roma 1972, pp. 40 s.; A. Marinari, I versi edificanti e consolatori di P.P. P., in A. Marinari - G. Pirodda, La cultura meridionale e il Risorgimento, Roma-Bari 1978, pp. 34-41; V. Spinazzola, La poesia romantico-risorgimentale, in Storia della letteratura italiana, VIII, Milano 1988, pp. 68-71; A. Vallone, P.P. P. “lettore” di Dante (con inediti), in Id., Percorsi danteschi, Firenze 1991, pp. 117-130; F. Portinari, I poeti romantici, in Storia della civiltà letteraria italiana, IV, Torino 1992, pp. 386-388; L. Parente, P.P. P. e l’immagine del popolo meridionale dell’Ottocento borbonico, in Scritture di storia, 2005, n. 4, pp. 131-164; D. Santoro, Il P. poeta, a cura di A. Franza, introduzione di S. Scapati, Napoli 2005; Risorgimento e Mezzogiorno romantico. La scrittura cristiana e civile di P.P. P., a cura di M. Palinuro - P. Villani, prefazione di O. Zecchino, Soveria Mannelli 2012 (in partic. F. Barra, P.P. P. Una biografia politica, pp. 17-100; M. Palinuro, La retorica sacra di P., pp. 275-287; Della letteratura alemanna inglese… nel sec. XIX, a cura di A. D’Antuono, pp. 291-469).