PASQUALI, Pietro
PASQUALI, Pietro. – Nacque a Due Miglia di Cremona l’11 novembre 1847 da Giovanni Battista, muratore, e Francesca Luigia Bodini, contadina.
A Cremona frequentò la Scuola tecnica, per poi iscriversi, nel 1864, alla Scuola normale maschile di Crema, l’unica governativa della provincia, da cui uscì tre anni dopo con la patente di maestro elementare di grado superiore. Fra il 1868 e il 1883 insegnò a Fratta Polesine (Rovigo), dove compì le prime esperienze di educatore e sperimentatore didattico: qui, sensibile e personalmente partecipe alla questione sociale, fondò scuole serali e festive per il riscatto delle classi subalterne, istituendo altresì biblioteche popolari e corsi speciali di lavoro manuale e per i coscritti. In quegli stessi anni, conseguì, inoltre, l’abilitazione all’insegnamento del francese e dell’educazione fisica, venendo premiato con medaglia di bronzo all’Esposizione di Rovigo del 1877 per i suoi studi didattici e incominciando a distinguersi in convegni e conferenze pedagogiche sui temi più svariati.
Nel 1883 Pasquali vinse il concorso per direttore didattico a Monza, partecipando, quattro anni dopo, alla delegazione ministeriale, coordinata da Adolfo Pick, in visita al celebre Istituto di lavoro manuale di Nääs, in Svezia.
In quell’occasione, ebbe modo di familiarizzarsi con il fröbelismo, a stretto contatto con alcuni dei suoi principali interpreti e divulgatori italiani d’indirizzo positivista. In particolare, della proposta del grande educatore tedesco Friedrich Fröbel – che egli cercò sempre di adattare alla realtà nazionale – apprezzò soprattutto la centralità attribuita alle cose (o, meglio, alle azioni attraverso le cose) sulle parole e, quindi, il rilievo riconosciuto alla libera e spontanea attività pratica rispetto al verbalismo, all’intellettualismo e al precocismo, in cui erano da tempo incappati i vecchi asili di derivazione aportiana.
Nel 1888 Pasquali passò alla direzione delle scuole elementari di Brescia, dove rimase fino al collocamento a riposo, avvenuto nel gennaio del 1916. Nello stesso anno, fu chiamato a dirigere il corso di lavoro manuale educativo di Assisi e dal 1889, per un quarto di secolo, collaborò con Emidio Consorti nell’analoga scuola estiva di Ripatransone (Ascoli Piceno).
Elaborando il proprio personale sistema pedagogico, che si avvalse di un’articolata ed eclettica messe di fonti, non poche delle quali straniere – in particolare le opere, lette in lingua originale, delle francesi Marie Pape-Carpantier e Pauline Kergomard (a dimostrazione dell’estesa circolazione di idee e iniziative nel campo dell’educazione, nonché dell’intensa partecipazione dell’élite magistrale al dibattito socioculturale e politico del tempo) –, egli pose da subito al centro dell’intero processo educativo la scuola elementare e popolare, propugnandone il coordinamento, da un lato, con i corsi d’istruzione serale e festiva per gli adulti, dall’altro, con i giardini d’infanzia, di cui invocò l’obbligo di frequenza. Fin dai primi scritti, tre risultarono quindi i suoi principali settori d’intervento, tra loro strettamente congiunti: la scuola popolare, il lavoro educativo e l’istruzione infantile.
A partire dal 1896 sostenne a Mompiano (Brescia) l’esperienza delle sorelle Rosa e Carolina Agazzi, che Pasquali aveva conosciuto sei anni prima nel vicino borgo di Nave. Da allora nacque fra i tre un profondo legame professionale e umano, da cui scaturì quella particolare proposta didattica per l’infanzia che va sotto il nome di metodo Pasquali-Agazzi. Esso, suggerito dal maestro, ma quotidianamente irrobustito e verificato dall’esperienza riflessiva di Rosa Agazzi, si configurava come scuola di operosità individuale, orientata al cosiddetto metodo sperimentale, che tuttavia manteneva un chiaro indirizzo corale e comunitario, anche con i caratteri del mutuo insegnamento.
Nel 1899, ormai noto e apprezzato a livello nazionale, Pasquali prese parte alla commissione ministeriale incaricata di redigere i programmi di lavoro manuale educativo e, nel 1911, a quella chiamata a elaborare un piano di riordinamento degli asili infantili, prodromo dei programmi approvati ufficialmente nel 1914 dal ministro della Pubblica Istruzione – il radicale e affermato pedagogista Luigi Credaro – e in parte ispirati dall’esperienza di Mompiano, che il direttore bresciano aveva divulgato prima con lo scritto Il nuovo asilo (Brescia 1903) e, poi, con i Programmi e istruzioni del nuovo asilo, testo pubblicato da Paravia nel 1910. Fin dagli anni Ottanta Pasquali aveva difeso sulle stampa la necessità di un riconoscimento giuridico degli asili e del loro personale e, nel 1903, concepì una scuola magistrale sul sistema di Mompiano, che incontrò numerose difficoltà e fu da lui stesso avviata in forma privata tra il 1913 e il 1915, quando venne interrotta a causa della guerra.
Socialista umanitario di orientamento laico e anticlericale (suo Il decalogo civile spiegato ai giovani, Brescia 1911), amico personale di Giacomo Matteotti e padrino di suo figlio Matteo, collaborò con svariate testate pedagogiche e didattiche e fu autore di numerose pubblicazioni, dove sostenne la riforma della scuola e l’innovazione dei metodi d’insegnamento, ma anche una certa definizione del ruolo, delle competenze e delle responsabilità del direttore didattico (Guida del direttore didattico, Milano 1894) e dell’assessore all’Istruzione (Guida pratica dell’assessore all’Istruzione e delle commissioni di vigilanza, Firenze 1908), nonché importanti campagne sociali, come la lotta contro l’alcolismo.
Pasquali morì a Brescia il 12 aprile 1921.
Nei suoi scritti, e per tutta la vita, Rosa Agazzi ricordò commossa la figura del maestro, del quale fu l’autentica, sicura e fedele erede culturale e morale.
Fonti e Bibl.: Un elenco ragionato degli scritti di Pasquali, come pure una nota sulle fonti conservate fra Brescia (in particolare presso l’Istituto di Mompiano, Centro studi pedagogici Pasquali-Agazzi), Monza, Fratta Polesine e Ripatransone, compaiono nel libro di Sira Serenella Macchietti, P.P. tra scuola e società. Dall’ultimo Ottocento al primo Novecento: intuizioni e proposte di un educatore, Brescia 1984, pp. 221 s. Allo stesso volume si rimanda anche per una bibliografia sul personaggio e per le sue opere.
Tra le pubblicazioni e gli studi più importanti o recenti ci si limita a segnalare: In memoriam. A P. P., Brescia, 14 maggio 1922, Brescia 1922; R. Mazzetti, P. P., le sorelle Agazzi e la riforma del fröbelismo in Italia, Roma 1962; C. Petracco, P. P. educatore, Cremona 1973; Id., P. P. educatore e pedagogista insigne (1847-1921), in Cremona. Rassegna della Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato, X (1980), 1, pp. 63-68; S.S. Macchietti, P. P., in Enciclopedia pedagogica, diretta da M. Laeng, V, Brescia 1992, coll. 8795-8799; M. Grazzini, Sulle fonti del metodo Pasquali-Agazzi e altre questioni. Interpretazioni, testi e nuovi materiali. Contributi per una storia dell’educazione e della scuola infantile in Italia, Brescia 2006, passim; F. Pruneri, Oltre l’alfabeto. L’istruzione popolare dall’Unità d’Italia all’età giolittiana: il caso di Brescia, Milano 2006, in particolare pp. 224 s.; S.S. Macchietti, P. P.: per costruire la società dell’amore fraterno, in S.S. Macchietti - G. Serafini, Educazione morale. Pagine di storia di pedagogia dell’infanzia, Roma 2011, pp. 53-64; M. Brunelli - S.S. Macchietti, P. P., in DBE Dizionario biografico dell’educazione, 1800-2000, diretto da G. Chiosso - R. Sani, II, Milano 2013, pp. 294-295.