Pietro Peccatore
La critica dantesca - e segnatamente C. Ricci - a partire soprattutto dalla fine del secolo scorso ha ritenuto, sulla scorta di alcuni antichi commentatori della Commedia (in primo luogo del Lana), di poter identificare nel Pietro Peccator di Pd XXI 122, ricordato da Pier Damiano nel settimo cielo dei beati (In quel loco fu' io Pietro Damiano, / e Pietro Peccator fu' ne la casa / di Nostra Donna in sul lito adriano), un P. monaco, erroneamente indicato come membro della nobile famiglia ravennate degli Onesti, e ritenuto fondatore nel 1096 della chiesa di Santa Maria in Porto (la casa / di Nostra Donna in sul lito adriano), che egli avrebbe elevato a canonica, mediante l'introduzione della regola portuense, prima di chiudere la sua esistenza terrena nel 1119 (v. PIETRO degli Onesti). Per l'identificazione di P. Peccatore con Pietro monaco, sostenuta da alcuni critici sulla base dell'epitafio inciso sul sarcofago in cui fu seppellito il monaco Pietro (" Hic situs est Petrus peccans cognomine dictus "), v. PIER DAMIANO, santo.
Un valente filologo, G. Mercati, tendeva a risolvere questa presunta duplicità di personaggi omonimi nell'unicità della figura di Pier Damiano, assunta alla terzina del Paradiso in due momenti distinti della sua esperienza monastica. Tale interpretazione ha trovato in tempi più recenti un'autorevole conferma nel Barbi che, pur dissentendo dal Mercati su alcune particolarità della sua esegesi, ha in definitiva avvalorato l'identificazione di Pier Damiano con Pietro Peccator con motivazioni del tutto convincenti di ordine propriamente poetico.
I risultati delle indagini di uno studioso ravennate, M. Mazzotti, consentono di superare le difficoltà di ordine cronologico che si opponevano all'ipotesi di una permanenza di s. Pier Damiano nella chiesa Portuense, poiché questa, anziché essere stata fondata nel 1096, come si riteneva tradizionalmente, risulta già edificata nel 1062, ben dieci anni prima, cioè, della morte di Pier Damiano.
Bibl. - C. Ricci, L'ultimo rifugio di D. (1891), Ravenna 1965³, 109-114, 239, 526-527; G. Mercati, ‛ P. Peccatore ' ossia della vera interpretazione di Paradiso XXI 121-23, in " Studi e Documenti di Storia e Diritto " XVI (1895) 3-34 (rist. in Opere minori, I [" Studi e testi" 76], Città del Vaticano 1937, 170-201); Scartazzini, Enciclopedia 520-522, 1369, 1514; M. Barbi, Con D. e coi suoi interpreti. III: Pier Damiano e P. Peccatore, in " Studi d. " XXIV (1939) 39-78 (rist. in Con D. e coi suoi interpreti. Saggio per un nuovo' commento della D.C., Firenze 1941, 257-296); M. Mazzotti, Questioni Portuensi, in " Studi Romagnoli " II (1951) 307-322; M. Pecoraro, Paradiso c. XXI, in Lect. Scaligera III 733-786 (part. pp. 771-778); G. Lucchesi, Per una vita di San Pier Damiani, in " San Pier Damiano nel IX centenario della morte (1072-1972) ", I, Cesena 1972, 22-26; P. Brezzi, Il canto XXI del Paradiso, ibid., 239-269.