Perna, Pietro
Nato a Villa Basilica (Lucca) nel 1519, nel 1533 entra nell’ordine domenicano; circa dieci anni dopo lascia il cattolicesimo e, con l’aiuto di Pietro Carnesecchi, si rifugia in Svizzera. Arrivato a Basilea quasi contemporaneamente a Bernardino Ochino e a Pietro Martire Vermigli, P. si immatricola all’università (28 febbr. 1543) e si impiega presso lo stampatore Johannes Oporinus (Johann Herbst, Giovanni Oporino), come ‘correttore’, libraio ambulante (‘colportore’), trasportatore e distributore di contrabbando di libri proibiti (forse, per questo motivo, è anche incarcerato nel 1549): lo vediamo intorno al 1550 in contatto con l’ambiente riformato veneziano, che già aveva frequentato nel 1546 quando aveva incontrato il medico Girolamo Donzellini; oppure in rapporto con la sua Lucca, o con Firenze, quando diventa rappresentante dell’editore Torrentino nel 1552. In ogni caso, almeno fino al 1555, viaggia molto tra Basilea e l’Italia, dove rientra più volte. Già nel 1544 aveva acquistato da Thomas Platter l’attrezzatura tipografica; dal 1547 al 1551 è apprendista presso Michael Isingrinus (Michael Isengrin), e tra il 1557 (anno dell’iscrizione alla corporazione dello zafferano) e il 1558 al più tardi, inizia l’attività di stampatore in proprio nell’officina di Sankt Johanns-Vorstadt, presso Basilea. L’impresa, in cui P. ha come soci Heinrich Petri e il suo primo maestro stampatore Oporinus, si protrae fino alla morte di P., avvenuta a Basilea il 16 agosto 1582 (Perini 2002, pp. 12-15).
La tipografia di P. pubblicò quasi 400 volumi, soprattutto testi classici e umanistici (Plotino, Paracelso, Giovio), storici (Jean Bodin) e di propaganda religiosa vicina ai movimenti ereticali, in una scelta che mostra un indubbio fiuto editoriale a fini ‘politici’ (si veda il catalogo completo in Perini 2002, pp. 397-499). Nel 1560 la prima edizione latina del Principe di M., nella traduzione del folignate Silvestro Tegli (in Svizzera dal 1554, m. nel 1573), diventa il frutto più rinomato di quell’ambiente di esuli religiosi italiani: essa costituisce non solo una reazione alla messa all’Indice del 1559 delle opere di M., ma anche – in particolare nell’epistola dedicatoria al giovane cavaliere polacco Abraham Sbaski, redatta dal traduttore – una risposta ai meno tolleranti calvinisti ginevrini (Kaegi 1940, trad. it. 1960, pp. 157-68; Perini 1969, pp. 902-18). D’altronde, come sarà ancora più evidente in tutta la complessa storia della nuova edizione del Principe del 1580, per P. pubblicare le opere di M. diventa il modo inequivocabile di reagire all’ondata europea di antimachiavellismo di quegli anni (Kaegi 1940, trad. it. 1960, pp. 174-94).
La traduzione di Tegli, che aveva comunque ritenuto opportuno omettere o attenuare alcuni dei punti più scabrosi del testo machiavelliano (cfr. Perini 1969, pp. 908 e segg.; C. Mordeglia, The first latin translation, in The first translations of Machiavelli’s Prince. From the sixteenth to the first half of the nineteenth century, ed. R. De Pol, 2010, pp. 59-82), dopo una prima ristampa nel 1570, venne ripubblicata da P. nel 1580, e questa volta con la significativa aggiunta, a seguire, di alcuni testi di polemica anti-machiavelliana, tra cui le anonime Vindiciae contra tyrannos e il De iure magistratuum in subditos, versione latina del Du droit des Magistrats sur les subjets (1574) di Théodore de Bèze (→ Stupanus, Johannes Nicolaus). Presso altri editori la traduzione di Tegli conobbe un notevole successo lungo tutto il 17° sec. (ebbe in tutto 17 edizioni o ristampe fino al 1699: cfr. S. Bertelli, P. Innocenti, Bibliografia machiavelliana, 1979, ad indicem).
L’officina di P. aveva anche pubblicato, nel 15671568, la traduzione latina della Storia d’Italia di Francesco Guicciardini, curata da Celio Secondo Curione, figura eminente del protestantesimo basileese. Nonostante la mancanza (già nell’edizione princeps italiana del 1561-1564) dei brani di più acerba polemica antiecclesiastica, i nomi del traduttore e dello stampatore attirarono sul libro le attenzioni della censura romana.
Nel 1559 P. compose una serie di pasquinate, rimaste però manoscritte (Perini 2002, Appendice). Compare, come personaggio letterario, in Q (1999, p. 397) di Luther Blissett.
Bibliografia: D.M. Manni, Vita di Pietro Perna lucchese diligentissimo impressore in Basilea, Lucca 1763; W. Kaegi, Machiavelli in Basel, «Basler Zeitschrift für Geschichte und Altertumskunde», 1940, 39, pp. 5-51 (trad. it. Machiavelli a Basilea, in Id., Meditazioni storiche, a cura di D. Cantimori, Bari 1960, pp. 155-215); L. Perini, Gli eretici italiani del ’500 e Machiavelli, «Studi storici», 1969, 10, pp. 877-917; G. Procacci, Machiavelli nella cultura europea dell’età moderna, Roma-Bari 1995, pp. 130-31; L. Perini, La vita e i tempi di Pietro Perna, Roma 2002; A. Rotondò, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea fra il 1570 e il 1580, in Id., Studi di storia ereticale del Cinquecento, 1° vol., Firenze 2008, pp. 479-576; L. Perini, Pietro Perna. Guida alla mostra, Lucca 2009.