PLATANIA, Pietro
PLATANIA, Pietro. – Nacque a Catania il 2 aprile 1828 da Michele, avvocato, e da Rosa di Leo.
Iniziò a studiare musica con Corrado Messina, Salvatore Pappalardo e Vincenzo Abbatelli; nel 1844 fece rappresentare al Comunale di Catania le scene liriche I misteri di Parigi. Dal 1850 al 1851 fu allievo di Pietro Raimondi, a Palermo, grazie a una borsa di studio della città di Catania. Nel 1852 debuttò con successo al Carolino di Palermo con la «tragedia lirica» Matilde Bentivoglio (libretto di Gioachino Bonfiglio); Raimondi lo designò suo successore al Collegio di musica di Palermo, carica che però poté assumere solo nel 1863. Nel 1857 andò in scena sempre al Carolino una nuova opera, Piccarda Donati (tragedia lirica su testo di Gaetano Leonardo Spina). Ottenuta infine la nomina a direttore del Regio Collegio di musica, Platania si spese per un radicale processo di riforma dell’istituto, creando tra l’altro una società del quartetto: per essa, si presume, compose i suoi due quartetti d’archi. Degli stessi anni è anche il suo interesse per il genere del poema sinfonico (L’Italia, 1863; la «sinfonia storica» L’Arno, 1864; la «sinfonia caratteristica» Bellini e Mejerbeer, 1864). La sua nuova opera, Vendetta slava (Francesco de Beaumont), andò in scena nel 1865 al teatro Bellini di Palermo e nel 1867 all’Argentina di Roma; a metà dello stesso anno sposò la giovane Caterina Mustica, da cui ebbe due figli (morì nel 1876). Nel 1869 Platania fu il più giovane dei compositori invitati a partecipare (con il Sanctus) alla progettata Messa per Rossini voluta da Verdi. Nel 1871 pubblicò con l’editore Lucca il Corso completo di fughe e canoni, nel solco della tradizione contrappuntistica che, attraverso il maestro Raimondi, risaliva idealmente a Leonardo Leo. Dopo la nomina a direttore del Conservatorio di Milano nel 1871 (subito revocata) Platania si dedicò con rinnovato attivismo alla direzione del Collegio di Palermo. Nel 1874 la sua nuova opera, Giulio Sabino (Vincenzo Ramirez), non andò in scena per difficoltà insorte col teatro Bellini di Palermo. Nell’autunno dello stesso anno partecipò alle celebrazioni per la traslazione delle ceneri di Bellini a Catania, facendo eseguire alcuni suoi lavori scritti per l’occasione.
Il nome di Platania intanto cominciò a circolare anche oltralpe. Il 14 luglio 1878 vennero eseguiti e assai bene accolti a Parigi, in occasione dell’Esposizione universale, la Sinfonia del Giulio Sabino diretta da Carlo Pedrotti e il quartetto in La maggiore. Il 9 febbraio 1879 venne eseguito a Palermo il Requiem per coro orchestra, in memoria di Vittorio Emanuele II. Nel 1880 riscosse vasto successo il Laudate pueri per soli, coro e orchestra eseguito a Roma per le celebrazioni palestriniane promosse da Domenico Mustafà. Nell’agosto 1881 Platania fu nominato maestro della cappella del duomo di Milano. La breve permanenza milanese (iniziata in realtà solo l’anno dopo) fu assillata da difficoltà che già nel 1883 lo costrinsero a rinunciare all’incarico. Risalgono a questi anni importanti lavori di musica da chiesa (quali il Credo, l’Ave Maria, la Messa solenne) nonché i primi rapporti con l’editore Breitkopf & Härtel di Lipsia, che avrebbe poi stampato diversi suoi lavori sacri. Nella primavera 1883 Platania riuscì infine a pubblicare, sempre da Lucca, il Trattato d’armonia, già pronto da qualche anno: un ragguardevole tentativo di aggiornare la didattica dei ‘partimenti’ in ottica romantica. Lasciata Milano nell’ottobre 1883, Platania riprese per alcuni mesi la direzione del Collegio di Palermo per poi accettare, l’anno dopo, la nomina a direttore del Conservatorio di Napoli.
Gli anni napoletani furono densi di attività didattiche e istituzionali. Nel 1890 fu giurato nel concorso Sonzogno che premiò Mascagni per Cavalleria rusticana. Degli stessi anni è anche la composizione di una nuova opera: Spartaco (Antonio Ghislanzoni; Napoli, S. Carlo, 1891). L’opera, sostenuta dall’impresario ed editore Sonzogno, fu eseguita anche al Costanzi di Roma (1891) e al Dal Verme a Milano (1893); altre progettate esecuzioni a Berlino e Vienna non sembra abbiano avuto luogo. Dal 1894 lavorò a una nuova opera, Francesca Soranzo, mai eseguita. Nel 1899 pubblicò l’imponente Salmo LXVII Exurgat Deus per coro a 24 voci e orchestra (la composizione risaliva agli anni Sessanta), dedicandolo a Leone XIII. Del 1901 è il Concerto orchestrale scritto, su invito del Ministero dell’Istruzione Pubblica, in memoria di Verdi. Nel 1902 fu costretto a dimettersi dalla direzione del Conservatorio, anche per gravi problemi alla vista.
Morì nel 1907 a Napoli.
Fonti e Bibl.: P. Platania, Titoli e documenti, Roma 1878; A. De Angelis, Mustafà e la Società Musicale Romana, Bologna 1926, passim; O. Tiby, Il Real Teatro Carolino e l’Ottocento musicale palermitano, Firenze 1957, passim; C. Sartori, La Cappella musicale del Duomo di Milano: catalogo delle musiche dell’Archivio, Milano 1957, pp. 53 s., 302; Messa per Rossini. La storia, il testo, la musica, a cura di M. Girardi - P. Petrobelli, Milano 1988; A. Lanza, P. P., in The New Grove dictionary of music and musicians, London-New York 2001, XIX, pp. 897 s.; A. Rostagno, La musica italiana per orchestra nell’Ottocento, Firenze 2003; M.A. Balsano, P., P., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, 2005, p. 671; N. Schilirò, P. P. e la sua musica sacra, Catania 2007; G. Stella, Partimenti in the age of romanticism: Raimondi, Platania, and Boucheron, in Journal of Music Theory, LI (2007), pp. 161-186; Id., Un compositore erudito nel secondo Ottocento italiano: P. P. (1828-1907), diss., Università di Roma Tor Vergata, 2007; Id., Le Regole del Contrappunto pratico di Nicola Sala: una testimonianza sulla didattica della fuga nel Settecento napoletano, in Rivista di analisi e teoria musicale, XV (2009), 1, pp. 116-138; G. Sanguinetti, The art of partimento, Oxford 2012.