QUERINI, Pietro
Navigatore veneziano. Di lui ignoriamo quasi per intero i dati biografici, nessuna ricerca archivistica avendo portato luce in proposito. Conosciamo soltanto, grazie ad alcune narrazioni che ci sono rimaste, le avventure d'un viaggio ch'egli condusse negli anni 1431-1432 per cagione di traffico con una sua nave dapprima nel Mediterraneo, poi nell'Atlantico con meta le Fiandre. Dopo varie peripezie incontrate tra giugno e ottobre fuori dello Stretto e lungo le coste portoghesi, la nave, colta da una lunga serie di burrasche, fu tratta fin presso alle isole Sovlinghe e di qui sbattuta senza tregua a ponente, indi a N. dell'Irlanda, tanto che, non resistendo essa più oltre, l'equipaggio, ridotto allo stremo, fu costretto ad abbandonarla, e un solo battello con pochi superstiti poté toccare terra il 5 gennaio 1432 nel disabitato scoglio di Santi (Sandö). Solo dopo undici giorni approdarono quivi, provvidi soccorritori, alcuni pescatori della vicina isola Rustene (oggi Rost, tra le più meridionali Lofoten), ai quali i tredici superstiti dovettero la salvezza. Da febbraio a maggio passarono giorni di riposo presso isolani; poi nel maggio raggiunsero Trondheim e di qui Vastena sul lago Vetter. Sempre accolti e protetti dagli ospitali Scandinavi e da Veneziani stabiliti nella contrada, poterono poi tutti nell'agosto e nel settembre, per le vie dell'Alemagna e dell'Inghilterra, riprendere il cammino verso la patria, dove per essi si diffusero larghe notizie di quelle estreme terre di tramontana. Di tali notizie qualche riflesso è visibile anche nel famoso mappamondo di fra Mauro camaldolese del 1459. Il Ramusio poi, un secolo più tardi, pubblicava per primo preziose reliquie, la narrazione stesa dal Q. e quella dei suoi due compagni Cristoforo Fioravanti e Nicolò Michiel, ambedue ricche di dati interessanti e vivacissime di colore.
Bibl.: La migliore critica della narrazione queriniana è dovuta a G. Pennesi, in Boll. della Soc. geogr. ital., novembre 1885. Cfr. anche P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma 1929.