ROSSANO, Pietro (Piero)
– Nacque il 25 aprile 1923 da Emilio e da Angela Bergadano a Vezza d’Alba, in provincia di Torino, in una famiglia di quattro fratelli e una sorella. Non si hanno notizie sui genitori.
Nel 1934 entrò nel seminario minore di Alba, dove frequentò i cinque anni del ginnasio. Proseguì gli studi liceali nel seminario maggiore della città, perfezionando non soltanto la conoscenza del latino e del greco, ma anche quella di lingue straniere come l’inglese, il tedesco e lo spagnolo. Il professore di filosofia don Natale Bussi, che fu anche vicedirettore del seminario, rappresentò un punto di riferimento per la sua formazione culturale. Nel 1942 fu ammesso al corso di teologia, mentre parallelamente, da autodidatta, studiava l’arabo e le lingue orientali. Cominciò in questo periodo anche il suo interesse verso la storia comparata delle religioni.
Terminati gli studi di teologia ad Alba, venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1946 dal vescovo Luigi Maria Grassi, che lo spinse a proseguire la sua formazione a Roma, presso l’Università Gregoriana e il Pontificio Istituto biblico. In questo primo periodo romano strinse amicizia con Agostino Bea, suo insegnante e futuro cardinale. A causa della tubercolosi polmonare ritornò ad Alba per cure mediche. Trascorse la convalescenza presso il santuario della Madonna dei Boschi dove, venuto a mancare il rettore, diventò rettore pro tempore nell’anno 1949-50. Tornato a Roma, nel 1952 discusse la tesi di laurea dal titolo L’ideale dell’assimilazione a Dio nello stoicismo e nel Nuovo Testamento, in cui analizzò autori non cristiani in relazione al pensiero biblico (opera poi pubblicata nel 1954 dalle Edizioni Paoline ad Alba). Presso il Biblicum conseguì la licenza in sacra scrittura.
Terminati gli studi nella capitale, dal 1953 al 1959 insegnò sacra scrittura e lingua greca presso il seminario albese e dal 1957 fu anche professore di religione al liceo classico Giuseppe Govone. Come cappellano operò nel collegio femminile della Provvidenza. Durante questo secondo periodo albese si dedicò intensamente agli studi biblici, si iscrisse all’Università di Torino, dove si laureò in lettere classiche nel 1959 con una tesi sui martiri precostantiniani, e tradusse diversi autori tedeschi (come Karl Prümm, Anton Anwanden, Thomas Ohm). Con don Bussi tradusse anche la Storia delle religioni curata da Maurice Brillant e René Aigrain, pubblicata dalle Edizioni Paoline nel 1960.
Grazie all’amicizia con Pietro Chiodi, suo collega al liceo classico, entrò a far parte del salotto culturale di Michelangelo Masera, frequentato anche dallo scrittore Beppe Fenoglio e da Carlo Mazzantini, professore di storia della filosofia medievale a Torino. Importante fu anche il legame con il sacerdote Mario Tablino, professore in seminario e poi missionario in Kenya, con il quale mantenne un rapporto epistolare per tutta la vita.
Nel 1959 lasciò il seminario di Alba e si trasferì nuovamente a Roma, dove cominciò a insegnare all’istituto Massimo e a lavorare presso la Cancelleria apostolica, all’Ufficio dei brevi. In questo periodo si impegnò nella traduzione di s. Paolo per la casa editrice UTET e in quelle, condotte a più mani, del Dizionario delle religioni di Franz König e del Dizionario del cattolicesimo nel mondo moderno di Wendelin Rauch e iniziò a collaborare con L’Osservatore romano. Nel 1963 pubblicò il terzo volume (Nuovo Testamento: introduzione, traduzione e commento) della Sacra Bibbia per la UTET, recensito favorevolmente anche da giornali e riviste laiche, opera che gli valse una certa visibilità pubblica.
Il 10 agosto 1964 fu nominato, forse dietro suggerimento di Agostino Bea, consultore del Segretariato per i non cristiani (attuale Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso), organismo ideato da Paolo VI con lo scopo di approfondire le relazioni tra la Chiesa cattolica e le altre tradizioni religiose, oltre che il rapporto tra dialogo e missione, sullo spirito dell’enciclica Ecclesiam suam (1964) e poi della dichiarazione conciliare Nostra aetate (1965). Contemporaneamente fu nominato segretario della pontificia commissione della Neovulgata (1965-71). Come consultore fu subito incaricato di elaborare una presentazione del cristianesimo da proporre agli interlocutori non cristiani, che venne pubblicata nel 1968 con il titolo La speranza che è in noi. Breve presentazione della fede cattolica e poi tradotta in quaranta lingue. Seguì da vicino i lavori del Concilio Vaticano II e partecipò attivamente alla preparazione della dichiarazione conciliare Nostra aetate (1965).
Al fine di divulgare le posizioni del nuovo dicastero pubblicò numerosissimi articoli sul Bulletin del Segretariato per i non cristiani, la rivista fondata nel maggio 1966, e su altre riviste ecclesiastiche, approfondendo diversi temi legati alla teologia e alla storia delle religioni. L’attività di pubblicista lo condusse in diverse università europee, spesso in visita alle cattedre di storia delle religioni, come Oxford, Vienna, Monaco.
Nel gennaio del 1967 diventò sottosegretario al Segretariato per i non cristiani. L’anno successivo iniziarono i suoi primi contatti con i rappresentanti di altre religioni e i numerosissimi viaggi in tutto il mondo. Il suo interesse fu rivolto in special modo al mondo musulmano e a quello delle esperienze religiose asiatiche.
Dal punto di vista teologico si attestò su posizioni mediane, evitando di schierarsi tra chi, dopo il Concilio, sosteneva che il dialogo fosse il solo metodo di fare missione e chi negava invece al dialogo un posto nella missione stessa: egli piuttosto indicò le basi bibliche della complementarità del dialogo e della missione. La sua visione del rapporto tra cristianesimo e religioni fu cristocentrica: le religioni non cristiane possono essere incluse nel piano salvifico divino in virtù della mediazione della grazia del Cristo. Le altre religioni non hanno dunque una validità intrinseca, ma sono sempre praeparatio evangelica. Il dovere del cristianesimo e della Chiesa cattolica è quello di rispettare gli elementi positivi delle altre religioni. Tuttavia, si sforzò di dialogare con esponenti di tesi teocentriche più radicali come Raimon Panikkar e di elaborare un nuovo vocabolario da applicare all’evangelizzazione. Per Rossano la categoria principale da utilizzare nel dialogo interreligioso fu quella dell’homo religiosus, sulla quale si interrogò tutta la vita: l’incontro tra gli uomini di religioni diverse doveva avvenire sul piano dell’esperienza religiosa, perciò il suo fine non era solo quello della collaborazione su temi specifici, come la pace o la promozione umana, ma una condivisione più ampia.
Dal 1968 al 1982 insegnò teologia delle religioni presso l’Università Gregoriana. In questo periodo si impegnò nella divulgazione attraverso conferenze, articoli su L’Osservatore romano e su altre riviste, visite, letture pubbliche, lezioni universitarie, impegni con la casa editrice UTET, per la quale diresse la sezione dei classici della religione cristiana ed ebraica.
Nel 1973 Paolo VI nominò presidente al Segretariato il cardinale Sergio Pignedoli, già segretario della congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, e contemporaneamente nominò Rossano segretario. Proseguirono così con maggiore intensità le relazioni con gli esponenti delle altre religioni. Il Segretariato venne suddiviso in tre sezioni e Rossano divenne vicepresidente della sezione dedicata all’islam e presidente di quella sulle religioni asiatiche. Negli ultimi anni al Segretariato si occupò della preparazione del suo primo documento ufficiale, che però fu pubblicato con il titolo La Chiesa e le altre religioni. Dialogo e missione solo il 10 giugno 1984, quando ormai non era più segretario e con una stesura finale differente da quella da lui prevista.
Nel 1982 Giovanni Paolo II lo nominò rettore dell’Università Lateranense e vescovo ausiliare di Roma per la pastorale della cultura. L’anno successivo fu ordinato vescovo e nominato presidente della commissione della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la cultura e l’evangelizzazione. Continuò comunque a partecipare alle riunioni ordinarie del Segretariato, divenuto ormai Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, anche dal 1984 al 1988.
Nel 1985 pubblicò Vangelo e cultura (Roma), un testo nel quale affrontò i problemi connessi all’evangelizzazione della cultura. Lo caratterizza l’idea che il Vangelo agisce nei confronti di ogni cultura incarnandosi in essa. Anche se il Vangelo non indica un modo di vivere applicabile ovunque, esso pone al centro l’uomo ed eleva ciò che è già presente in ogni tradizione. Per questa ragione il cristiano deve essere pronto a entrare in dialogo con tutti.
Lavorò anche alla preparazione del documento base del sinodo di Roma del 1985, sull’applicazione del Vaticano II. In questi anni fu spesso ricevuto in udienza privata dal papa. Collaborò alla definizione dei termini del primo incontro di Assisi (27 ottobre 1986), voluto da Giovanni Paolo II con i leader cristiani e delle religioni mondiali, pur non partecipando direttamente alla preparazione dell’evento, e incoraggiò con i suoi studi il cosiddetto spirito di Assisi.
Morì a Roma il 15 giugno 1991. I funerali furono celebrati a S. Giovanni in Laterano e poi nella cattedrale di Alba. Fu sepolto nel cimitero di Vezza d’Alba.
Opere. L’ideale dell’assimilazione a Dio nello stoicismo e nel Nuovo Testamento, Alba 1954; La Sacra Bibbia. Nuovo Testamento, III, Torino 1963; Le lettere ai Tessalonicesi, Casale Monferrato 1965; Meditazioni su San Paolo, Milano 1965; La speranza che è in noi. Breve presentazione della fede cattolica, Fossano 1968; L’uomo e la religione, Fossano 1968; Le lettere ai Corinzi, Roma 1973; Il problema teologico delle religioni, Roma 1975; Vangelo secondo Giovanni, Milano 1984; Vangelo secondo Luca, Milano 1984; Vangelo secondo Marco, Milano 1984; Vangelo secondo Matteo, Milano 1984; Vangelo e cultura, Roma 1985; I perché dell’uomo e le risposte delle grandi religioni, Milano 1987; La fede pensata. Sul dialogo tra Vangelo e cultura, Milano 1988; Dialogo e annuncio cristiano, Milano 1993; La parola di Dio è la nostra gioia, Fossano 1997; Piccolo Mattutino, Roma 20082.
Fonti e Bibl.: L’Associazione Centro studi Piero Rossano, curatrice del sito http://www.pierorossano.net/, promuove la ricostruzione biografica e bibliografica della vita e dell’opera di Pietro Rossano. Possiede un archivio con ricco materiale, compresi testi inediti e testi trascritti da registrazioni.
Per la bibliografia si rinvia preliminarmente a quanto segnalato in B. Galvagno, Filosofia e teologia del dialogo in P. R., Fossano 2000. Si ricordano inoltre: Sulle strade di S. Paolo. P. R. Scritti e testimonianze, Fossano 1992; Il dialogo non finisce. P. R. e le religioni non cristiane, a cura di M. Marazziti, Brescia 1994; P. Gaia, Piero Rossano. Una vita per il dialogo, Fossano 2003; P. R. e la sfida del dialogo, a cura di P. Selvadagi, Cinisello Balsamo 2003.