TACCHINI, Pietro
Astronomo, nato a Modena il 21 marzo 1838, morto a Spilamberto (Modena) il 24 marzo 1905. Diplomato ingegnere all'università di Padova, studiò poi astronomia nell'osservatorio di quella città; nel 1859 fu chiamato quale direttore incaricato all'osservatorio di Modena e nel 1863 fu nominato astronomo aggiunto all'osservatorio di Palermo, dove iniziò le osservazioni spettroscopiche del Sole. Nel 1871, appunto con lo scopo di eseguire e ordinare "serie regolari e continue osservazioni per la sicura e accelerata soluzione di importanti problemi relativi alla fisica solare", come egli stesso scrive, costituì la Società degli spettroscopisti italiani, che fu la prima del genere, come prime furono le Memorie di questa a occuparsi di ricerche di astrofisica. Esse trovarono presto larga diffusione per tutto il mondo ed ebbero vita dal 1872 al 1920, anno in cui sono state continuate sotto il nome di Memorie della Società astronomica italiana.
Dal 1879 il T. succedette al padre Secchi nella direzione dell'osservatorio al Collegio romano e gli fu affidata anche quella dell'ufficio centrale di meteorologia e geodinamica. Riorganizzò questi due istituti, fondando poi nel 1895 la Società sismologica italiana, che diresse per dieci anni.
Alla sua iniziativa si debbono l'osservatorio meteorologico del M. Cimone nell'Appennino Modenese (m. 2160) e l'altro astronomico sull'Etna (m. 2950), costruiti nel 1880.
Per quasi un trentennio osservò e disegnò assiduamente le macchie, le facole e le protuberanze solari. In Palermo osservò un migliaio di stelle australi che furono ridotte in catalogo dal padre Hagen. Insieme con Arminio Nobile fece la determinazione della differenza di longitudine fra Palermo e Napoli. Nel 1874 si recò a Madaripur (Bengala) per osservare il passaggio di Venere sul Sole e dal 1870 al 1900 osservò da diverse parti della Terra sette eclissi totali di sole ricavandone importanti risultati.
La maggior parte dei suoi lavori si trova nelle Memorie della Società degli spettroscopisti italiani, nelle Memorie del R. Osservatorio al Collegio romano, nei Rendiconti della R. Accademia dei Lincei.