VALDONI, Pietro
Nacque a Trieste il 22 febbraio 1900 da Pietro, possidente, e da Francesca Knafelc.
Completati gli studi liceali nella città natale, si iscrisse nel 1918 alla facoltà di medicina dell’Università di Vienna per poi trasferirsi, dopo soli due anni, all’Università di Bologna dove frequentò il terzo anno (1920-21). Si laureò infine con il massimo dei voti a Roma l’11 luglio 1924 con una tesi in clinica ortopedica che concorse al premio della Fondazione Girolami.
Assistente incaricato dal 1° dicembre 1924 al 31 luglio 1925 presso l’istituto di clinica ortopedico-traumatologica dell’Università di Roma, Valdoni fu nominato, con concorso a esami, assistente di ruolo della clinica chirurgica diretta da Roberto Alessandri con decorrenza dal 1° dicembre 1925.
Contro la sua nomina ricorse però uno dei candidati non vincitori, Carlo Santoro, che, in una lettera al rettore Giorgio Del Vecchio datata 16 dicembre 1925 denunciò Valdoni per cumulo di uffici, avendo questi accettato il nuovo incarico senza essersi preventivamente dimesso dall’assistentato presso gli Ospedali Riuniti, cosa che in effetti avvenne solo il 26 dicembre, dopo due mesi di aspettativa senza stipendio. Pressioni giunsero anche da Italo Foschi, segretario del Fascio romano di combattimento. A difesa di Valdoni si schierò invece Riccardo Della Vedova, preside della facoltà di medicina e chirurgia. Il consiglio di amministrazione, nella seduta del 30 gennaio 1926, riconoscendo la «buona fede» di Valdoni e tenendo conto che le sue dimissioni, benché tardive, erano comunque giunte entro il termine previsto per la presa in servizio, respinse il ricorso e postdatò la decorrenza dell’incarico al 1° gennaio 1926.
Ininterrottamente confermato fino al 1930, anche nella funzione di aiuto (1929-30), Valdoni vinse il posto di aiuto di ruolo nella clinica chirurgica che ricoprì fino al 28 ottobre 1939. In questi anni ottenne la libera docenza in patologia speciale chirurgica (5 marzo 1930) e in clinica chirurgica e medicina operatoria (18 gennaio 1933), ricevendo anche due importanti riconoscimenti: l’iscrizione all’albo d’onore degli assistenti (14 marzo 1933) e il premio di operosità scientifica per gli a.a. 1934-35, 1935-36, 1936-37. Inevitabile per la riconferma dei suoi incarichi l’iscrizione al Partito nazionale fascista.
Dopo aver insegnato per un anno clinica chirurgica a Cagliari (1938) ed essersi classificato primo al concorso per la cattedra di patologia chirurgica dell’Università di Sassari (1939), Valdoni ricoprì lo stesso insegnamento a Modena per poi spostarsi a Firenze, dove diresse l’istituto di patologia chirurgica (1941). Fu proprio in questi anni che iniziò a compilare il Manuale di patologia chirurgica, pubblicato poi a Milano nel 1951. Il 25 febbraio 1946, con voti unanimi, ottenne il trasferimento all’Università di Roma. All’età di 46 anni, oltre a spiccate doti didattiche, Valdoni poteva già vantare numerose pubblicazioni e un’esperienza operatoria non comune in aree di intervento allora sperimentali: trattò e documentò casi di tumori rettali, arteriopatie e ipertensione arteriosa, legatura dell’arteria splenica e del dotto di Botallo, embolectomia dell’arteria polmonare, coledocoduodenostomia, lobectomie e pneumonectomie. Grande risonanza ebbe la toracotomia per l’estrazione di un proiettile che salvò la vita all’allora segretario del Partito comunista italiano Palmiro Togliatti, vittima dell’attentato del 14 luglio 1948.
Titolare delle cattedre di patologia speciale chirurgica e di clinica chirurgica generale e terapia chirurgica dal 1946 al 1970, Valdoni collaborò attivamente alle scuole di perfezionamento in chirurgia, chirurgia toracica, gastroenterologia, malattie del fegato e del ricambio, ortopedia e traumatologia, oncologia e malattie infettive, a riprova della fama riconosciutagli nei campi della chirurgia toracica, cardio-vascolare e addominale. Sotto la sua direzione, dal 1948 al 1970, la clinica chirurgica romana fu totalmente rinnovata, anche negli spazi. Valdoni percepì da un lato l’importanza delle moderne tecniche diagnostiche, dotando il suo istituto di un moderno servizio di radiologia e medicina nucleare, istopatologia ed endoscopia, dall’altro l’urgenza di metodi didattici innovativi, sfruttando le potenzialità della cinematografia chirurgica. Nel 1959 il suo documentario Chirurgia intracardiaca a cuore aperto fu premiato dalla giuria della IV Rassegna di cinematografia specializzata.
Molteplici i riconoscimenti nazionali e internazionali: tra gli altri, fu medaglia d’oro ai Benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte (D.P.R. 2/6/1961). Nel 1967 fu nominato presidente del Consiglio superiore della sanità. Congedatosi dall’università il 4 maggio 1970 (Il Tempo, 5 maggio 1970), fu collocato a riposo il 31 ottobre 1975.
Dalle prime nozze con Margherita De Grisogono, morta prematuramente di cancro il 24 novembre 1963, Valdoni ebbe cinque figli: Rosanna, Marina, Pietro Giorgio, Francesco e Laura. Nel 1968 sposò in seconde nozze Vera Lodi.
Morì di cancro a Roma il 23 novembre 1976.
Le esequie furono celebrate nella basilica di S. Agnese fuori le mura (Paese Sera, 24 nov. 1976; Il Tempo, 24 nov. 1976).
Bologna, Archivio storico dell’Università, Archivi degli studenti, f. 7544, https://archiviostorico.unibo.it/it/patrimonio-documentario/fascicolo-studenti?record=49553 (7 sett. 2020); Roma, Archivio storico dell’Università La Sapienza, Fascicolo personale, AS 4571; libretti e programmi dei corsi dal 1930-31 al 1969-70. A. Lanzara, Ricordo di P. V., in Annali italiani di chirurgia, LXII (1991), 4, pp. 403-406; V. Ziparo, La clinica chirurgica: la storia e la scuola, in Il Policlinico Umberto I. Un secolo di storia, a cura di C. Serarcangeli, Roma 2006, pp. 193-205; F. Tonelli, P. V. (1900-1976): la vetta della chirurgia, in Id., I protagonisti della chirurgia fiorentina, Firenze 2011, pp. 179-86; C. Gaudio - E. Mantova, P. V.: l’uomo, il chirurgo, l’innovatore, Roma 2016.