VETTORI, Pietro (Pier)
Letterato, nato il 3 luglio 1499, da nobile e antica famiglia, a Firenze, dove mori il 19 dicembre 1585. Partecipò in gioventù alle vicende politiche della sua città, dimostrando un attaccamento alle istituzioni repubblicane che non doveva poi essere troppo accetto ai Medici trionfanti. Infatti nel 1530 egli si ritirò per due anni, fuori dalle turbolenze cittadine, in una sua villa a S. Casciano. Rientrato in città, ebbe nel 1538 da Cosimo l'ufficio di pubblico lettore nello Studio, incarico che esercitò fino agli ultimi anni, sorretto da straordinario favore della cittadinanza e da immensa devozione degli scolari. In verità le sue cure più assidue e le sue più intime soddisfazioni furono l'insegnamento pubblico e privato e la sua operosità filologica. La sua attività letteraria poi si dispiegò anche in centinaia di lettere, sia latine sia volgari, con le quali corrispose con gli uomini più illustri d'Italia e d'Europa. Nell'autunno del 1583 il granduca lo dispensò dalla pubblica lettura.
Il V. occupa un posto segnalato non soltanto fra gli educatori che trasfusero nel quotidiano insegnamento una nobile passione, ma anche fra quei dotti che raccolsero sul declinare dell'umanesimo quanto questo movimento aveva espresso di sostanza spirituale e di maturità di pensiero. In lui avviene la completa assimilazione della cultura umanistica latina nell'ellenismo. A lui erudito si debbono edizioni e commenti di Cicerone, di Terenzio, di Sallustio, di Aristotele, di Platone, di Eschilo, di Euripide, di Senofonte, di numerosissimi altri greci e latini; mentre ira gli scritti suoi di carattere non filologico sono da rammentare orazioni, epistole, poesie in latino, e un trattatello in volgare sulla coltivazione degli ulivi. Infine va ricordato che il V. fu anche cultore sagace del volgare e giudice finissimo degli scrittori in questa lingua.
Bibl.: F. Niccolai, P. V., Firenze 1912; Lettere di Donato Giannotti a P. V., a cura di R. Ridolfi e C. Roth, ivi 1932; C. Roth, I carteggi volgari di P. V., in Rivista storica degli archivi toscani, I (1929), fasc. 3.