CAETANI, Pietro Viatico
Nacque probabilmente prima dell'anno 1220, fratello di Roffredo (I) e perciò zio di Benedetto (il futuro papa Bonifacio VIII) della cui educazione si occupò attivamente. Prima del marzo 1248 divenne canonico di Segovia e ricevette la pensione annua di 200 "marabottini" dall'arcivescovo di Toledo; è tuttavia improbabile che egli risiedesse in Castiglia. Prima del, 1249 era stato per qualche tempo cappellano di Pietro di Collemezzo, che nel 1244 divenne cardinale vescovo di Albano. Nel marzo del 1249, quale suddiacono e cappellano pontificio, fu a Lione con la corte papale. Probabilmente poco dopo divenne vescovo (forse soltanto vescovo eletto poiché non sappiamo con certezza se ricevette la consacrazione) di Sora.
Il 28 maggio 1252 fu trasferito alla diocesi di Todi, dove doveva trascorrere la maggior parte della sua vita. E fu nel suo palazzo vescovile di Todi che egli provvide all'educazione del nipote che allora doveva avere circa venti anni.
Della amministrazione della diocesi tudertina ci è rimasto un certo numero di notizie che però non sono sufficienti per un giudizio sulla sua personalità. Dovette essere l'autore delle costituzioni che regolavano (con molti particolari) la vita dei canonici di quel capitolo; queste costituzioni vennero pubblicate poco dopo il trasferimento del C. a Todi (vennero confermate dal papa il 16 ott. 1252) e indicano nell'autore un'attenzione accurata per il benessere della diocesi. Dispose, inoltre, una permuta di chiese a Todi tra vallombrosani e francescani, in virtù delle quale questi ultimi ricevettero San Fortunato. Nel 1255 concesse all'ospedale cittadino l'immunità dalla giurisdizione episcopale.
Le lettere pontificie a lui indirizzate, giunte sino a noi, si occupano per lo più di questioni di normale amministrazione (in specie della protezione di monasteri); ma una lettera di Alessandro IV nell'ottobre del 1259 è di un certo interesse in quanto ordina al C. di astenersi dall'imporre tasse sulle clarisse di Monte Santo col pretesto che il clero della diocesi doveva pagare la procura al rettore del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia.
La questione sollevata dai rettori di questa provincia pontificia - i quali volevano includere Todi nella loro giurisdizione - dovette coinvolgere inevitabilmente anche il Caetani. La lettera di Alessandro IV riconosceva l'esenzione di Todi dalla giurisdizione del rettore; ma in seguito il C. fu presente, come testimone, alla designazione da parte del Comune di un procuratore che riconoscesse l'autorità del rettore. Nel 1272 Todi rimovò la sua richiesta di esenzione e durante il rettorato del conte Taddeo da Montefeltro (1273-1275) rappresentanti del Comune, insieme col C., raggiunsero un accordo col rettore in merito alla questione.
Quest'ultimo episodio attesta non solo una partecipazione del C. alla vita del Comune, ma anche una sua cooperazione con esso. Che egli, poi, avesse altri impegni politici è indicato dalla sua partecipazione all'alleanza raggiunta nel dicembre 1256 tra i Comuni di Todi e di Amelia e dalla sua protezione del podestà tudertino quando la spedizione italiana di Corradino di Svevia provocò in città lotte tra guelfi e ghibellini (1268). In questa occasione la cattedrale fu assalita, ma il C. cercò di mantenersi neutrale tra le due fazioni. Inoltre all'esistenza di buoni rapporti tra lui e il capitolo cittadino fa pensare la concessione fatta dai canonici nel 1260 a suo nipote Benedetto - benché questi non avesse ancora preso i voti - di un canonicato della confraternita della chiesa di S. Marco, e del priorato di S. Illuminato.
Il 16 genn. 1276 il C. fu trasferito al vescovato più importante della signoria dei Caetani, cioè Anagni. Il trasferimento segna un significativo passo avanti della famiglia nella sua affermazione in Curia, e fu seguito dalla nomina a cardinale del nipote Benedetto (1281). Scarse sono le notizie in nostro possesso sul suo governo della diocesi anagnina. Il C. era ancora vivo nel 1280, ma morì prima del 1289. è probabile che lasciasse al nipote Benedetto il castello di Sismano presso Acquasparta (nella diocesi di Todi). Fu sepolto ad Anagni; le sue ossa vennero in seguito traslate nella cappella Caetani nella cattedrale cittadina; la sua tomba reca lo stemma della famiglia.
Fonti e Bibl.: Les registres d'Innocent IV, a cura di E. Berger, Paris 1884, nn. 4487, 6629; Les registres de Boniface VIII, II, 5, a cura di A. Thomas-M. Faucon-G. Digard, Paris 1890, n. 831; G. Caetani. Varia. Regesto delle carte più antiche…, Città del Vaticano 1936, p. 14; L. Leonii, Cronaca dei vescovi di Todi, Todi 1889, pp. 5663; G. Ceci, Todinel Medio Evo, Todi 1897, pp. 146, 158, 260 s., 283 s., 285-287 (è qui pubblicato il testo delle costituzioni del capitolo tudertino); G. Caetani, Caietanorum genealogia, Perugia 1920, pp. 44 s., tav. A-XXXVII; Id., Domus Caietana, I, 1, San Casciano Val di Pesa 1927, pp. 46-48; G. Falco, Sulla formazione e la costituzione della signoria dei Caetani (1283-1303), in Riv. stor. ital., XLV (1928), p. 230; C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, pp. 86, 458, 501; II, ibid. 1914, p. XXXVIII.