ARLOTTO, pievano
, Arlotto Mainardi, fiorentino (1396-1484), fu pievano per molti decennî della chiesetta di San Cresci a Macinoli nella diocesi di Fiesole, e andò famoso per la sua singolare attitudine ai motti e alle beffe. Poco dopo la sua morte, un suo amico, di cui s'ignora il nome, ne raccolse le Facezie in un libro ch'ebbe grande fortuna (se ne contano sessantacinque ristampe e traduzioni in francese e tedesco) e sparse largamente la fama del giocondo e bonario pievano, creandone un tipo di piacevole buffone. Veramente non tutte le facezie ivi narrate sono propriamente di Arlotto: parecchie gliene furono attribuite dall'anonimo compilatore e dalla tradizione, le quali o erano già state raccontate da altri o erano ormai di dominio popolare, né sono le meno belle e argute. Molto giovò al libro la forma viva e spigliata del racconto.
Bibl.: Le Facezie del Pievano Arlotto, precedute dalla sua vita e annotate da G. Baccini, Firenze 1884; G. B. Passano, Novellieri italiani in prosa, Torino 1878, pp. 18-27; G. Amalfi, Wer hat die Facetien des Piovano Arlotto kompiliert?, in Zeitschrift des Vereins f. Volkskunde, VII (1897); L. Di Francia, Novellistica, Milano [1924], pp. 380-390. Per il nome del pievano, B. Migliorini, Dal nome proprio al nome comune, Ginevra 1927, pp. 157-58.