pillola dei cinque giorni dopo
loc. s.le f. Contraccettivo d’emergenza che può impedire una gravidanza indesiderata, se assunto entro cinque giorni dal rapporto.
• Elementi che rendono più incerta l’assistenza alle donne; elementi essenziali da considerare quando si tratta della contraccezione di emergenza e della pillola dei cinque giorni dopo. Prima di tutto, è bene sottolineare che la diffusione di questo nuovo strumento è stata autorizzata dopo una valutazione scientifica responsabile e rigorosa da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il farmaco richiede una ricetta medica non ripetibile. Prima della prescrizione, inoltre, il medico è tenuto a verificare l’assenza di una gravidanza. Si tratta di due regole ispirate dalla cautela e dalla necessità di porre al centro della decisione clinica il rapporto tra il medico e la sua paziente. (Ignazio Marino, Repubblica, 31 marzo 2012, p. 21, Cronaca) • «In primo luogo non è più plausibile sostenere che si sta facendo ricerca solo su un gruppo di cellule, perché si sta sperimentando sull’uomo. Inoltre se l’embrione è tutelabile fin dal concepimento, non è credibile suffragare la tesi che le pillole dei cinque giorni dopo o del giorno dopo non siano abortive» (Carlo Casini intervistato da Emanuela Vinai, Avvenire, 19 dicembre 2014, p. 5, Primo piano) • Le pagine dedicate giustamente dal «Corriere» a un fenomeno inquietante, cioè l’aumento record delle vendite della pillola «dei cinque giorni dopo», accende una luce molto triste sulla vita delle giovani donne di oggi. E pone molte domande: siamo veramente sicuri che queste giovani che si precipitano in farmacia per avviare nel loro corpo una tempesta ormonale che eviti il concepimento ‒ perché di questo si tratta ‒ siano delle felici e disinvolte protagoniste della rivoluzione sessuale? (Lucetta Scaraffia, Corriere della sera, 30 marzo 2017, p. 32, Analisi & commenti).
- Già attestato nel Corriere della sera del 26 gennaio 2010, p. 21, Cronache.