PILOTA
. Veniva così chiamato nelle antiche marine il "nocchiero" e nel Medioevo l'uomo che, stando a fianco del capitano della nave, gli segnava la via da seguire. La qualifica è oggi usata, oltreché in marina, anche nel campo degli sport del motore, ecc., ma specialmente in aviazione.
Marina. - Nel periodo velico, prima del sec. XIX, il pilota generalmente prendeva imbarco a bordo della capitana, e aveva in sott'ordine altri uomini pratici, chiamati "consiglieri". Nel secolo XIX la denominazione di pilota era stata suddivisa in tre categorie, a seconda delle speciali funzioni compiute:
1. Pilota d'altura era colui che conosceva a fondo l'arte di condurre un bastimento in alto mare, da un porto a un altro, anche quando questi si trovavano alle più grandi distanze; egli doveva saper maneggiare utilmente gli strumenti nautici per le osservazioni relative, fare tutti i calcoli necessarî, e conoscere profondamente tutto quanto si riferiva alla geografia e astronomia applicabile alla navigazione; 2. pilota locatiere si chiamava invece il pratico di tutte le particolari condizioni del porto nel quale aveva domicilio, e che era pronto a portarsi al servizio dei bastimenti in procinto di entrarvi o di uscirne; 3. pilota di costa, infine, si chiamava chi conosceva bene per pratica le coste, la loro configurazione, la profondità e le qualità dei fondali, i banchi, gli scogli, i pericoli in generale e le norme per evitarli.
Oggi la denominazione di pilota non è più riservata ad alcuna persona facente parte dell'equipaggio di una nave. In ogni porto importante e in ogni località, in cui sia riconosciuta l'opportunità di farlo, è istituito un corpo di piloti pratici per il servizio delle navi. L'uso del pilota non è obbligatorio in tutti i casi; ogni nazione ha l'elenco dei porti per i quali esiste tale obbligo. L'uso è però raccomandabile, specialmente in località di difficile approdo, alle entrate dei fiumi, ecc. Le navi richiedono il pilota alzando una speciale bandiera (bandiera nazionale in campo bianco) oppure il segnale G del codice internazionale dei segnali.
Le navi da guerra sono autorizzate a valersi dell'ausilio di piloti pratici, sempre che il comandante lo giudichi necessario, e senza che per questo sia diminuita la sua responsabilità di comando. Anche secondo il Codice italiano per la marina mercantile non vi è diminuzione nella responsabilità del capitano per tutti i danni derivanti da un sinistro che avvenga mentre un pilota comanda la manovra. Il pilota che scorta una nave ha diritto di stabilire la rotta e di comandare ogni manovra di vele, di macchine, di ancore e di ormeggi, e quanto si riferisce alla sicurezza della nave. Non può lasciare la nave fino a quando non si sia ancorata nel luogo di destinazione o, se si tratta di uscita da un porto, stretto o canale, fino a che non si trovi fuori pericolo. I piloti dispongono generalmente di rimorchiatori, con i quali vanno al largo incontro alle navi e salgono a bordo a una certa distanza dal porto. Essi sono retribuiti dalle navi che richiedono il loro intervento, secondo una speciale tariffa stabilita dall'autorità marittima.
Pilota aviatore.
È colui che è qualificato per condurre velivoli; per estensione vengono compresi sotto questa denominazione i piloti di dirigibile, di sferico e di altri tipi di macchine volanti.
Per i piloti aviatori si richiede una completa idoneità fisica e psichica per tutelare sia la loro integrità personale, sia quella degli altri; perciò chi aspira a divenire pilota è sottoposto a un preventivo esame, che viene poi annualmente ripetuto durante l'esercizio del pilotaggio. Per i piloti militari ciascuno stato ha adottato particolari criteri di reclutamento, in genere molto rigorosi; per i turisti aerei le norme sono meno restrittive.
In Italia il pilota subisce i seguenti esami:
Esame somatico. - Premessa l'idoneità generica al servizio militare (personale militare) e quella specifica al volo, l'esame somatico non si limita al controllo della funzione degli organi in condizioni normali, ma mira altresì ad accertare la capacità di adattamento dell'organismo alle eccezionali condizioni del volo, adattamento che deriva dall'ampiezza delle riserve funzionali e dalla sensibilità dei meccanismi riflessi che regolano l'utilizzazione di tali riserve.
Esso comprende perciò due parti: a) esame clinico generico; b) indagini e prove speciali sulla capacità funzionale principalmente degli apparati circolatorio e respiratorio, e del sistema nervoso.
Esame clinico generico. - Viene compiuto in quattro tempi:
1. Anamnesi accurata familiare e personale, convalidata da informazioni sulle malattie pregresse, eventuali tendenze, precedenti sportivi, traumi subiti, abitudini di vita (alcool, tabacco, ecc.).
2. Determinazione dei principali dati antropometrici e quindi del tipo costituzionale.
3. Stato generale ed esame esterno con particolare riguardo: a) allo stato di nutrizione; b) alla pelle e mucose (specie per quanto concerne l'irrorazione sanguigna); c) al sistema linfatico superficiale; d) all'apparato scheletrico-muscolare.
4. Esame fisico e funzionale degli organi cavitarî con eventuali indagini radiologiche e di laboratorio (chimica, clinica, prove biologiche, microscopica, ecc.). Sistematicamente si pratica l'esame delle orine.
Particolari indagini e speciali prove funzionali che si praticano sistematicamente:
1. Apparato circolatorio: a) caratteri del polso (frequenza, ritmo, ecc.); b) pressione arteriosa; c) attitudine cardiaca allo sforzo; d) attitudine alle basse pressioni e al freddo (nel cassone pneumatico a pressioni d'aria decrescenti e a temperature diverse).
2. Apparato respiratorio. - Si raccolgono i diversi dati spirometrici e pneumomanometrici con i comuni apparecchi (spirometri, pneumomanometri) nonché quelli relativi al débit respiratorio (maschera di Pech). Tali esami vengono praticati: a) in condizioni normali e a riposo; b) dopo affaticamento; c) in condizioni di rarefazione d'aria di conserva con le prove circolatorie. Eventualmente mengono praticate indagini sul chimismo respiratorio (gas del sangue, equilibrio acido-base, ecc.).
3. Sistema nervoso. - Tale esame mira non solo a escludere in modo assoluto chi sia affetto da malattie vere e proprie, ma a garantire che l'esaminando possegga un certo grado di resistenza nervosa agli stimoli esterni e la capacità di reagire a tali stimoli in giusta misura. Perciò oltre l'esame accurato della motilità, delle diverse sensibilità, dell'equilibrio e della coordinazione, si dà particolare importanza all'esame dei riflessi superficiali e profondi; si completa così la nozione della reflettività individuale.
Esame dell'orecchio e dell'apparato vestibolare. - L'esame dell'orecchio ha molta importanza, sia per la funzione acustica, sia perché esso contiene nella parte interna organi importantissimi, quale il labirinto vestibolare, alla cui integrità è dovuta la maggior parte della conservazione del nostro equilibrio corporeo e il senso del nostro orientamento nello spazio.
L'esame dell'orecchio deve essere integrato da quello della tuba di Eustachio e delle vie aeree superiori, naso, epifaringe, faringe e laringe, e pertanto si procede nel seguente modo:
Esame otologico. - Si pratica con i comuni strumenti, tenendo in somma considerazione i postumi di otite, specie se esistono retrazioni timpaniche notevoli o perforazioni ampie e permanenti della membrana, in quanto il diretto contatto dell'aria nella cassa può sempre dar luogo a eccitamento termico del labirinto con conseguente vertigine.
Esame rinoscopico. - La permeabilità nasale è importantissima in aviazione; saranno quindi causa d'inabilità tutte quelle affezioni che portano notevole diminuzione della permeabilità nasale, oppure le malattie che dànno eccessiva ampiezza delle cavità medesime (ozena, rinite atrofica, ecc.).
Esame rinofaringoscopico. - I disturbi indotti dall'adenoidismo sono conosciuti e così pure quelli prodotti da qualunque ostacolo situato nel rinofaringe: questo esame non è quindi mai trascurato.
Esame faringolaringeo. - Completa l'esame obiettivo. Si devono tenere in somma considerazione tutte le malattie organiche e le alterazioni notevoli della faringe, l'ipertrofia tonsillare con infezione delle cripte cronica e facilmente recidivante, le alterazioni anatomiche e le malattie organiche della laringe, il sospetto di tubercolosi laringea, i postumi di tracheotomia.
Esame della funzione tubarica. - Viene praticato nella campana pneumatica, portando i candidati alla depressione corrispondente alle varie quote cui normalmente giungono i velivoli, ed esaminando quindi lo stato della membrana. Come è noto la tuba, detta anticamente il bronco dell'orecchio, serve per il rinnovamento dell'aria entro la cassa del timpano e la sua ostruzione, oltre che essere dolorosissima, può portare retrazione accentuata della membrana verso l'interno, spostamento della catena degli ossicini, aumento di pressione del liquido labirintico e conseguente vertigine.
Esame acustico. - Viene eseguito con i comuni mezzi: voce afona, diapason, orologio campione, ecc.; le norme stabilite per l'ammissione al pilotaggio prescrivono un'acuità uditiva non inferiore alla percezione a cinque metri della voce afona per i fenomeni bassi, a nove metri per i fenomeni medî e acuti, un metro per l'orologio campione.
Esame del labirinto vestibolare. - Gli stimoli più comunemente adoperati per l'esame della sua funzione sono: stimoli di posizione, stimoli di movimento, stimolo meccanico (rotazione), stimolo termico (acqua calda e fredda), stimolo elettrico (corrente galvanica).
Stimolo di posizione. Prove e reazioni di orientamento statico: messo il soggetto a piedi uniti e ad occhi bendati (Romberg), si osserva se vi sono oscillazioni del tronco e in quale senso. Tale prova si può sensibilizzare, facendo mettere al soggetto un piede avanti l'altro, oppure ordinandogli di mettersi su un piede solo, rispettivamente destro o sinistro, e quindi sulla punta di entrambi i piedi.
Stimolo di movimento. Prova della marcia bendata (Babinski-Weill): consiste nel far marciare un soggetto bendato in una sala ove sia iscritto un cerchio che abbia tre metri di raggio; in caso di lesione labirintica si ha uno spostamento che in cinque movimenti di va e vieni è superiore ai 90 gradi, con lo spostamento dal lato del labirinto subvalente.
Stimolo meccanico. Prova con la sedia rotatoria: si pratica facendo compiere al soggetto seduto sulla sedia rotatoria, dapprima a testa eretta e quindi a testa flessa di 90 gradi, un dato numero di giri in tanti secondi, sia a destra sia a sinistra. Si osserva quindi la durata di oscillazione dei bulbi oculari (post-nistagmo) e le reazioni secondarie (pallore, nausea, vertigine, vomito, ecc.). Normalmente il post-nistagmo, facendo compiere al soggetto 10 giri in 20n, ha sempre la durata da 20″ a 40″ e le reazioni secondarie sono nulle o quasi.
Stimolo freddo. Prova con l'acqua calda e fredda: consiste nell'eccitare il labirinto irrigando l'orecchio con acqua calda o fredda e nell'osservare la durata del post-nistagmo e la comparsa e l'intensità delle reazioni secondarie.
Stimolo elettrico. Prova con la corrente galvanica: servendosi dei comuni pantostati e applicando al soggetto bendato e a piedi giunti, a mezzo di una cuffia, due elettrodi al di sopra delle regioni petragiche, si fa passare la corrente. A ogni 0,5 milliampères di aumento si attendono 5″, quindi si apre il circuito, si attendono altri 5″ e si chiude il circuito. In tale fase deve essere attentamente studiato se si producono reazioni e cioè inclinazione del capo e del tronco verso l'anodo all'apertura della corrente e inclinazione del capo e del tronco alla chiusura di esso, e le intensità delle reazioni stesse.
Prova dell'inclinazione: è quella classica descritta dal Barany e viene eseguita sia prima sia dopo l'eccitamento labirintico con i varî stimoli.
Esame speciale dell'utricolo e del sacculo: si pratica osservando se esistoto le seguenti reazioni: controrotazione degli occhi; nistagmo e vertigine detti di posizione, in quanto si producono solamente se la testa viene messa in una data posizione; deviazione costante dell'indice in un dato senso, mettendo la testa in data posizione e facendo compiere al soggetto le varie prove d'inclinazione secondo il metodo di Quix.
Esame oculare. - Prima di procedere all'esame funzionale oculare i candidati piloti sono sottoposti a ricerche obiettive complete, al fine di escludere l'esistenza di malattie oculari incompatibili con il volo (manifestazioni morbose esterne, dei mezzi diottrici o del fondo oculare).
Si procede poi all'esame della funzione oculare, che il pilota deve possedere, se non ipernormale, almeno normale.
Prima e fondamentale ricerca è quella del visus. Non si ritiene compatibile con il pilotaggio un visus inferiore all'unità, in ambo gli occhi separatamente determinato, o inferiore a 8/10 in un occhio.
Sono tollerati eventuali vizî refrattivi, purché non diminuiscano il visus al di sotto dei limiti succitati. Non sono ammessi gl'ipermetropi totali da 2 D in su. Lo stato refrattivo è constatato con ricerche obiettive; oltre la visione in distanza si determina anche il punto prossimo, la distanza, cioè, alla quale può effettuarsi la visione da vicino (accomodazione). Per i piloti militari italiani (servizio e riserva) non è consentito l'uso degli occhiali, anche se questi correggano perfettamente il visus. Per i turisti aerei è invece ammessa la correzione con le lenti.
È evidente che il campo visivo debba essere di normale ampiezza per avvertire il pilota degli ostacoli laterali. Importante è anche la determinazione del campo di sguardo, che deve dimostrare la perfetta integrità motoria dell'occhio in tutte le direzioni.
Tutti gli esami finora esposti sono eseguiti con i metodi comuni: tavole ottotipiche per la distanza e per la vicinanza, perimetro per il campo visivo, e campo di sguardo.
Importante è la ricerca della visione crepuscolare, che i piloti devono possedere normale. La determinazione di tale importante funzione è fatta, previo adattamento all'oscurità, con il fotometro Forster, o con ottotipi speciali. Necessita inoltre vagliare la funzione visiva nella percezione delle tre dimensioni spaziali. Accertata l'esistenza della fusione della visione binoculare con i comuni stereoscopî, si procede alla determinazione della visione della profondità mediante un apparecchio costituito da aste verticali mobili, che il candidato, con speciali congegni, è invitato, a determinate distanze, a situare in uno stesso piano.
A questo esame segue quello della visione dei colori, praticato con ottotipi speciali, fra cui importante per precisione di risultati quello del col medico giapponese Isihara, oppure con i dischi giranti di Masson o con l'illuminazione per trasparenza di vetri colorati.
Resistenza alle variazioni di pressione atmosferica. - Si determina una depressione di 399,4 mm. di mercurio, corrispondente ai 5000 metri, in 25', rinnovando l'aria in ragione di 500 cmc. per minuto e per persona. Il candidato viene lasciato in tale quota per 5 minuti primi, dopo di che si ritorna alla pressione normale in 15 primi.
Alle quote di 3000 e di 5000 metri si procede a qualche esame psicologico per saggiare la rapidità della memoria immediata, la discriminazione, e per misurare la percezione, la memoria immediata, la stanchezza e la distrazione. Tornati alla pressione normale si ripetono i detti esami, mentre si procede anche all'esame dell'apparato vestibolare, della pressione, del polso, del respiro, delle urine.
La prova della depressione può in qualche campana pneumatica eseguirsi anche con abbassamento della temperatura, in rapporto alle quote che si raggiungono.
Esame fisio-psicologico. - Le prime visite per attestare l'idoneità fisica al pilotaggio dei velivoli furono praticate in Italia presso alcune università ed al Comando supremo. Sorsero così i centri psicofisiologici, oggi "Istituti medico-legali per l'Aeronautica", che il gen. A. Di Nola organizzò in modo da farne il modello per molte nazioni estere. L'esame psicometrico di numerosi ottimi piloti ha portato alla conclusione che un buon pilota di velivolo deve associare al sangue freddo un'attenzione vigile e sufficientemente estesa e una rapida percezione e pronta decisione; si deve quindi saggiare e, nei limiti del possibile, graduare: a) il potere inibitorio delle reazioni emotive; b) la capacità coordinatrice dell'attività psico-motoria; c) l'attenzione. È ovvio che in qualche caso, specialmente di dubbia idoneità, sarà conveniente estendere l'esame psicometrico alle altre funzioni elementari della psiche, in modo da tracciare il "profilo psichico" del soggetto nel modo più completo possibile.
Potere inibitorio delle reazioni emotive. - Col metodo adottato dal Herlitzka, in occasione dell'istituzione dei primi centri psicofisiologici, e tuttora in uso, si tiene conto delle modificazioni del polso, del respiro, del tremito e dei vasi sanguigni. Il candidato sta seduto a torso nudo in ambiente convenientemente riscaldato e tranquillo, su una poltrona munita di un appoggia testa, che permetta una comoda permanenza a capo leggermente deflesso. Mediante appositi dispositivi vengono registrati su un cilindro affumicato, ruotante nelle vicinanze, le pulsazioni delle carotide (sfigmografo carotideo), i movimenti del respiro (pneumografo doppio), le variazioni di volume dei vasi del braccio (pletismografo di Mosso modificato dal Herlitzka), il tremito della mano a braccio teso. Quando le funzioni da esaminarsi hanno raggiunto regime costante, mediante il suono di forte clacson o con lo scoppio di un petardo si produce uno stimolo emotivo.
Quantunque il soggetto sappia che ciò accadrà, avrà sempre in grado maggiore o minore un sussulto corrispondente all'istante dello stimolo e successivamente modificazioni circolatorie, respiratorie e del tremito, di carattere ben definito in rapporto alla differente costituzione dell'individuo e ai suoi poteri inibitorî. Studî comparativi eseguiti dall'Agazzotti su un numero rilevante di grafici hanno fissato il modo di reagire dell'uomo normale a seconda del prevalere dei due sistemi d'innervazione della vita vegetativa ossia del simpatico o del parasimpatico, per cui la deviazione dal tipo medio normale di reazione costituisce motivo d'inabilità al volo in qualità di pilota.
Un altro metodo impiegato con vantaggio a tale scopo è quello proposto dal Camis. Se dopo aver determinato una serie di tempi di reazione semplice, mentre si continua nella prova, si produce nel soggetto uno shock emotivo con uno dei mezzi sopraddetti, per effetto della perturbazione sensoriale si produrrà un aumento della durata media del tempo di reazione, che può essere assai notevole per la prima reazione dopo lo stimolo, per diventare poi normale o quasi nelle successive, mentre l'allungamento può perdurare più a lungo, indice di un'accentuata e durevole perturbazione psicomotoria.
Attività psicomotoria. - Si saggia mediante rilievo dei tempi di reazione semplice a stimolo visivo e acustico e con quello dei tempi di scelta e di determinazione.
Per misurare i tempi di reazione semplice si può far uso di un banco ideato dal gen. G. Costanzi: con questo strumento si producono a piacere dell'esaminatore sensazioni tattili, luminose o acustiche e si misura su apposito cilindro registratore il tempo intercedente tra il momento della produzione del segnale e quello nel quale il paziente riesce a reagire premendo un tasto. Se si dà ordine al soggetto di reagire solo a ciascuno dei due stimoli successivi, quando coincide con uno stimolo acustico, si avrà, unitamente alla mancata reazione motoria per l'accensione della lampada centrale, un buon mezzo per giudicare dei poteri inibitorî del candidato.
Il numero degli errori non dev'essere superiore al 3% degli stimoli.
Attenzione. - La grande varietà di testi che esistono a questo riguardo dimostra l'impossibilità di analizzare questo complesso fenomeno psichico con una sola prova; per cui si saggia separatamente:
a) la concentrazione dell'attenzione: una delle prove migliori a questo riguardo è quella del Bourdon. In essa il soggetto è invitato a cancellare il più rapidamente possibile una certa lettera dell'alfabeto che incontra scorrendo alcune righe stampate. Per evitare l'influenza di altri fattori, quale il grado d'istruzione, ecc., le lettere che servono da reattivo sono stampate su appositi fogli senza che abbiano uno speciale significato e la percentuale di ogni singola lettera è resa nota all'esaminando. Il tempo impiegato per la cancellatura e il numero delle dimenticanze servono per mettere in luce i momentanei rilasciamenti dell'attenzione.
b) Estensione dell'attenzione. Anche a questo riguardo numerosi sono i metodi proposti, tra i quali il seguente: vengono esposte alcune serie di 5 figure semplici, che variano a ogni esperimento, per tempi sempre crescenti fino al riconoscimento di tutti i segni. Come limite inferiore dell'idoneità è adottato il riconoscimento di 5 figurine in un decimo di secondo.
c) Rapidità della percezione. Si misura con i dispositivi di GaleottiHerlitzka-Gemelli, che dànno il tempo necessario per il riconoscimento di un segno.