pingere [partic. pass. penta]
È meno frequente di ‛ dipingere ', del quale è sinonimo pur divergendone nelle accezioni di fatto attestate.
Indica l'attività di chi esercita l'arte della pittura: Pg XXXII 67 come pintor che con essempro pinga, eco di Iacopo da Lentini Meravigliosamente 4-6 " Com'om che pone mente / in altro exemplo pinge / la simile pintura " (cfr. Contini, Poeti I 55); così anche in Cv IV Le dolci rime 52 (ripreso in X 10).
La convincente evidenza di una luminosa verità fantastica presiede all'immagine che traduce in visione l'inaccessibile e ineffabile mistero dell'incarnazione: Quella circulazion che, in Dio Trino e Uno, pareva aver aspetto di lume riflesso, da li occhi miei alquanto circunspetta, / dentro da sé, del suo colore stesso / mi parve pinta de la nostra effige (Pd XXXIII 131): " dentro di esso e del medesimo colore mi parve improntato dell'effigie umana " (M. Casella, in Lett. Dant. 2036).
Come ‛ dipingere ' (cfr. Pg VII 79), può esser riferito alla bellezza della natura, concepita come un'opera d'arte: Pg XXVIII 42 una donna soletta... si gia / e cantando e scegliendo fior da fiore / ond'era pinta tutta la sua via, dove modi cavalcantiani s'intrecciano ai richiami classici di Virgilio (Buc. II 50 " mollia luteola pingit vaccinia calta ") e Ovidio (Fast. IV 430 " pictaque dissimili flore nitebat humus ").
Nelle Rime il verbo compare solo in rapporto al motivo dell'immagine della donna amata dipinta nel cuore del poeta, cioè in un tema passato dai provenzali ai siciliani (Iacopo da Lentini Meravigliosamente 10-11), ai guittoniani (Chiaro D'un'amorosa voglia mi convene 10-11) e agli stilnovisti (G. Alfani Ballatetta dolente 14, Lapo Gianni Gentil donna cortese 4, Cino Lo intelletto d'amor 1-2). Di quest'uso si hanno esempi in Rime L 22 i' mi penso ben, donna, che vui / per man d'Amor là entro pinta sete; LIX 10, LXXI 3 (dove ricorre, in rima, la forma aretina penta che riporta a Guittone); un esempio anche in Detto 258, con la rima equivoca tra pinta, " dipinta ", e pinta, " spinta ", " fatta penetrare ". Analogo uso traslato si ha in Vn XIX 12 71 voi le vedete Amor pinto nel viso; a indicare, però, un sentimento rilevato dall'espressione del volto (ma sulla lezione del verso si veda il Barbi, ad l.), più frequentemente ricorre ‛ dipingere '.
In Cv III XIV 4 e in If IX 1 alcuni commentatori danno a p. il significato di " dipingere " e non di " spingere ", come sembra preferibile. V. la voce precedente.