pino
Dal mare alla montagna
I pini sono alberi o arbusti sempreverdi con foglie aghiformi e canali ricchi di resine che si estendono lungo il tronco e i rami. Sono perlopiù piante pioniere che colonizzano nuovi ambienti grazie anche al loro polline, leggero e alato, che viene facilmente trasportato dal vento. Sono presenti in montagna ma anche sui litorali dove, sin dai tempi antichi, l’uomo li ha coltivati
Quando si parla di pini, viene alla mente il comune pino domestico (Pinus pinea), quell’albero dalla chioma a forma di ombrello che produce pigne contenenti grossi semi detti pinoli. In realtà, nell’emisfero boreale vivono circa 90 specie tutte appartenenti al genere Pinus e costituite da alberi o arbusti che si sviluppano spontaneamente in ambienti molto diversi, dal mare alla montagna. Tuttavia, spesso è difficile distinguerli tra loro soprattutto quando vengono coltivati, perché acquistano caratteristiche che non sono proprie.
Il genere Pinus comprende piante sempreverdi con foglie a forma di ago e perciò dette aghiformi, raggruppate sullo stesso ramo in mazzetti da due a cinque aghi. La forma delle foglie, lunga e sottile come quella di tutte le altre Conifere, le rende resistenti al freddo e al gelo ma anche al caldo eccessivo o, più precisamente, le rende adatte a vivere in tutti quegli ambienti dove l’acqua allo stato liquido è scarsa per un lungo periodo dell’anno, o perché ghiacciata o perché non piove. Il legno del genere Pinus inoltre, è ricco di resine, sostanze che scorrono lungo speciali canali, detti canali resiniferi, dai quali fuoriescono per cicatrizzare eventuali ferite della pianta oppure quando questa viva in condizioni di stress ambientale.
Sia il pino silvestre sia il cembro sono alberi maestosi delle nostre montagne che raggiungono i 25÷30 m di altezza e vivono a quote comprese tra 1.000 e 2.000 m di altitudine.
Il pino silvestre (Pinus sylvestris) ama la luce, sopporta la siccità, sopravvive in terreni poveri e battuti da forti raffiche di vento o coperti da gelo tardivo. È, dunque, un albero molto resistente e adatto a sopravvivere in condizioni estreme; forma ampie pinete là dove altri alberi di montagna non crescono.
Più esigente e meno diffuso è il cembro (Pinus cembra), caratterizzaato da tronco massiccio, rami corti e chioma color verde scuro. Uomo, animali e cambiamenti climatici hanno ridotto notevolmente la sua diffusione, tanto che le cembrete oggi occupano zone sempre più ristrette.
Ad altitudini più elevate, da 1.500 a 2.700 m, dove le condizioni ambientali sono ancora più difficili tanto che non possono sopravvivere nemmeno gli alberi isolati, è facile incontrare e riconoscere il pino mugo (Pinus mugo). È questo un arbusto alto non più di 2 m, con rami che partono dalla base del fusto rivolti verso l’alto in modo simile ai bracci di un candelabro. Tuttavia, il suo portamento, cioè l’aspetto generale della pianta, è spesso prostrato come se, in modo analogo a una persona sofferente, si piegasse verso il basso per sopportare meglio un ambiente estremo. Più esemplari insieme formano le mughete, macchie di cespugli subalpini, a volte fitti e impenetrabili, che si estendono soprattutto lungo i pendii pietrosi. Durante la stagione delle nevi svolgono un compito molto importante perché trattengono la neve evitando le valanghe.
Chi prende il fresco sotto l’ombra di un pino nelle vaste pinete che si estendono lungo le coste del nostro paese probabilmente non si chiede il nome del tipo di pino sotto cui si trova. Tre diverse specie formano tali pinete che, seppure composte da alberi indigeni, si sono diffuse soprattutto a opera dell’uomo fin dall’epoca dei Romani. Il pino d’Aleppo (Pinus halepensis) è utilizzato per rimboschire ambienti dove anche la macchia mediterranea ha difficoltà a insediarsi.
Dalle incisioni del tronco si ricava la resina da cui si produce la trementina, una sostanza utilizzata come diluente per vernici. Il pino marittimo (Pinus pinaster), invece, rende più stabili le dune costiere e, poiché sopporta la salsedine più di quello domestico, viene frequentemente piantato insieme a questo soprattutto lungo i margini delle pinete, per proteggerle. Il pino domestico (Pinus pinea), infine, è ampiamente diffuso proprio per i pinoli che produce.