Baldelli, Pio
Sociologo e critico del cinema, nato a Perugia il 23 gennaio 1923. Si è distinto, nel panorama degli studi italiani, per la coerenza con la quale ha posto il problema ‒ sempre presente nei suoi scritti ‒ dell'impatto pedagogico dei mass media e ha sottolineato la necessità di considerare il cinema e gli altri mezzi di comunicazione audiovisiva strumenti necessari per comprendere le trasformazioni sociali e politiche. Iniziò gli studi a Perugia per poi trasferirsi a Milano dove si laureò nel 1949 in teoria e tecnica dei mezzi di comunicazione di massa. A Perugia ebbe inizio la sua carriera universitaria con la cattedra di Storia del cinema; passato poi a Cagliari, dal 1971 ha insegnato a Firenze storia e critica del cinema presso la facoltà di Magistero e di Sociologia e critica del cinema all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Parallelamente all'attività accademica, sin dagli anni Sessanta B. ha proposto interventi politico-culturali sul cinema e la televisione in riviste e quotidiani italiani e stranieri, tra cui "Lotta continua" (di cui è stato direttore) e "Image et son". Deputato del Parlamento italiano dal 1980 al 1983 nelle file del Partito radicale è passato, l'anno successivo, nei banchi della sinistra indipendente.
Interessato, sin dagli inizi della sua carriera, alle forme e agli sviluppi dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, in Sociologia del cinema: pubblico e critica cinematografica (1963) si è occupato delle mutazioni del pubblico e dell'impatto del cinema nel dibattito culturale del dopoguerra. In Film e opera letteraria (1964), ha offerto un'analisi del rapporto tra testo cinematografico e testo letterario che sarà un punto di riferimento nel dibattito teorico italiano e internazionale. In testi come Comunicazione audiovisiva e educazione (1966), Politica culturale e comunicazioni di massa (1968) e Informazione e controinformazione (1972), B. ha sviluppato il problema del rapporto tra le trasformazioni della società e l'evoluzione dei mass media, visti sia come mezzi per la formazione del consenso, sia come forme in grado di offrire strumenti per l'analisi critica della realtà. Tra le sue opere più recenti, Cybercomunicazione e spazi pubblicitari (1998) e Neorazzismi e mutazione biotecnologica (1999), entrambe scritte in collaborazione con S. Fortunato.
J. Urrutia, Imago litterae. Cine, literatura, Sevilla 1984, pp. 10-14; C. Bragaglia, Critica e critiche, Milano 1987, passim; L. Pellizzari, Contributi ad una storia della critica cinematografica italiana, Roma 1999, p. 251 e passim.