FABRI, Pio
Nipote dell'incisore Luigi, nacque a Roma il 21 ott. 1847 da Leopoldo e da Fortunata Scudellari (Roma, Archivio stor. del Vicariato, Registro dei battesimi, n. 13 [1846-56], f. 20 n. 143 S. Andrea delle Fratte).
Cominciò presto a lavorare nel campo della ceramica in collaborazione spesso della moglie Guendalina Castellani, figlia dell'orafo Augusto, sposata nel 1872 (Ibid., Posizione matrimoniale, IV, 10.252/872), nello studio ubicato in via del Babuino 65, mantenendo durevoli rapporti di amicizia con molte personalità del mondo culturale del suo tempo quali A. Muñoz, F. Hermanin. A. Venturi e A. Jandolo. Esegui la sua prima opera nel 1881 (Corona, 1885), usando per la cottura le fornaci Borselli di Trastevere.
Dipingeva sottovernice su terraglie usando colori inglesi e cercando, con tale tecnica, di avvicinarsi il più possibile all'arte antica ed in particolare allo stile moresco e persiano. In questa ricerca di immedesimazione nell'arte e nello spirito antico, il suo lavoro venne paragonato da Fumière (p. 46), critico e giudice dell'Esposizione universale di Anversa del 1885, all'operato di E. E. Viollet-Le-Duc nel campo del restauro. I suoi piatti e vasi avevano un effetto di brillantezza dato dall'oro e dall'argento che si mescolavano alle tinte metalliche creando riflessi suggestivi. In genere mancano, nelle sue opere, scene figurate, e la loro bellezza è proprio nella decorazione brillante.
La sua produzione non fu vastissima, ma ottenne sempre premi e giudizi molto lusinghieri dalle giurie delle esposizioni cui partecipò. Collezionò varie medaglie: tre d'oro a Roma, una a Torino ed una ad Anversa. Firmava le sue opere con nome, cognome e la città (Roma) o altre volte con il simbolo di un'ancora con le iniziali ai lati e sotto la lettera R per Roma. Si presentò per la prima volta all'Esposizione di Roma del 1881, poi a Torino in occasione dell'Esposizione del 1884, dove ricevette la medaglia d'oro (Corona, 1885, p. 224) e dove presentò molti vasi, lampade e piatti. In tale occasione il re acquistò un grande vaso (ibid. ), la cui copia fu poi donata dal figlio Pompeo al Museo internazionale della ceramica di Faenza, (Faenza, Archivio del Museo intem. della ceramica, c. 1959) insieme con altri oggetti. Nel 1885 si presentò all'Esposizione di Anversa, riscuotendo molto successo e giudizi entusiastici tra cui quello già ricordato del Fumière. Ancora nel 1898 fu presente all'Esposizione di Torino, dove la decorazione orientale dei suoi vasi smaltati fu definita leggiadra e varia e la modellazione delle sue opere perfetta. Espose anche a Londra, Liverpool e Chicago, dove fu riconosciuto quale l'unico capace di eguagliare l'arte antica.
Il F. fu molto legato alla sua città, dove visse stabilmente allontanandosene solo in occasione delle mostre all'estero. Regalò al Comune di Roma nel 1890 la maschera originale del conte di Cavour (Roma, Arch. Capitolino, Rubrica Gab. Sindaco, 20.5.1890, 2.6.1890, prot. n. 1961).
Al Museo di Roma (Arch. Pal. Braschi) si conserva una sua anfora mentre a Faenza nel Museo internazionale della ceramica, oltre al vaso già citato, sono visibili diversi vasi e piattelli in maiolica decorata in stile moresco e un piatto con il ritratto di Garibaldi. Il F. morì a Roma il 17 genn. 1927 (Roma, Arch. stor. d. Vicariato, Indice generale dei defunti. Parrocchia di S. Maria in Via, n. 47).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. d. Vicariato, Registro dei battesimi, n. 13 (1846-56), f. 20 n. 143; Ibid., Posizione matrimoniale, IV, 10.252/872; Ibid., Indice generale dei defunti. Parrocchia S. Maria in Via, n. 47; Ibid., Palazzo Braschi, Archivio del Museo di Roma; Faenza, Archivio d. Museo intern. della ceramica, c. 1959; G. Corona, Relazione dei giurati all'Esposizione industriale ital. del 1884, in Milano-La ceramica, Milano 1885, pp. 223 s.; T. Fumière, La section italienne a l'Exposition d'Anvers 1885 (catal.), Bruxelles 1885, pp. 42, 46, 48; I. De Mauri, L'amatore di maioliche e porcellane, Milano 1914, pp. 197-200; A. Minghetti, Ceramisti, Roma 1946, p. 171; M. Raganelli, P. F. ceramista romano, in Lazio ieri e oggi, VII (1971), 7, p. 4; U. ThiemeF. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 167; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh., II, p. 66.